S’intitola “Costellazioni umane” la mostra con fotografie di Massimo Vitali al Museo Ettore Fico di Torino.
L’esposizione, a cura di Andrea Busto, si può visitare fino al 20 dicembre 2020. Ed è realizzata in collaborazione con la galleria Mazzoleni, fondata nel 1986 e nota per la divulgazione e l’esposizione in Italia e nel mondo di oltre duecento artisti italiani e internazionali del XX secolo.
Massimo Vitali porta Jovanotti a Torino
In mostra 30 fotografie che documentano i 25 anni di ricerca di Vitali, fino all’ultimo importante lavoro “Jova Beach Party” realizzato in occasione del recente tour estivo del cantante Jovanotti.
L’espressione stilistica scelta da Vitali è quella di creare immagini che non siano riconducibili a fatti storici identificabili. L’immaginario creativo delle sue opere è di una visione raggelata e cristallizzata, una fotografia sospesa e atemporale, che riporta ad una concezione cinematografica.
I soggetti di Massimo Vitali sono i grandi spazi, le spiagge, le discoteche, i parchi e tutti quei luoghi dove le masse si uniscono. Un mondo che, nelle sue fotografie, sembra come cristallizzato, come sospeso in un fermo immagine cinematografico. Del resto, non si trovano mai dettagli identificabili con fatti storici attuali se non per i titoli che, talvolta, rimandano a raduni affollati o a serate di divertimento in discoteca.
I riferimenti alla storia dell’arte
Di formazione angolosassone, Vitali mostra una grande apertura a livello internazionale ed è sempre molto attento alle nuove avanguardie.
I luoghi per lui sono qualcosa da catturare e restituire in tutta la loro identità e fisicità architettonica. Al di là
dell’interesse geografico, paesaggistico o atmosferico, i posti sono restituiti con più dettagli possibili. Ecco che allora le montagne sono riprese fino all’ultima roccia e lichene perché, proprio come si faceva nella pittura settecentesca, il suo occhio arriva a captare ogni minimo dettaglio trasferendolo sulla carta fotografica in modo realistico e analitico.
Le sue fotografie, quindi, sono definizione pura. E le persone che rientrano nella scena? Sembrano obbedire, in maniera inconscia, alla regia di Vitali, come attori istruiti a recitare la loro parte.
Grande attenzione ai titoli
I titoli delle opere tendono a confondere lo spettatore come se l’artista avesse destinato, alle persone ritratte, parti precise e ruoli da primo attore.
In opere come De Haan Kiss (2001), in cui due ragazzi in primo piano si scambiano un bacio, o in Cefalù Orange Yellow Blue (2008), dove vi sono costumi da bagno colorati, è il caso che determina il titolo dell’opera deciso in post produzione dopo un attento riesame della fotografia.
Invece, in opere come Carcavelos Pier Paddle (2016), il ragazzino – che sulla sinistra dell’opera è immortalato per sempre nel suo tuffo acrobatico, riprendendo la grande storia delle immagini sportive, dal tuffatore del notissimo affresco di epoca romana a Paestum fino al Tuffatore (1951) di Nino Migliori – non dà nessun titolo all’opera, pur avendone “pieno diritto”. Ciò non significa comunque che le opere di Vitali siano dei “d’après” ma, al contrario, sono degli originali che continuano la storia della fotografia in modo innovativo e personale.
Costellazioni umane, Massimo Vitali | |
Dove | MEF – Museo Ettore Fico, via Francesco Cigna 114, Torino |
Quando | fino al 20 dicembre 2020 |
Orari | da mercoledì a domenica dalle 11 alle 19 |
Ingresso | Intero 15 euro; ridotto 14 euro |
Info | www.museofico.it |