Le fotografie di Dorothea Lange e Margaret Bourke-White arrivano a Milano, al centro culturale. Qui, fino al 15 marzo, si svolgerà la mostra “Ricevere l’Avvenimento. Dorothea Lange e Margaret Bourke-White: Donne nei tornanti della Storia“.
Esposti in tutto 75 scatti in bianco e nero che restituiscono allo spettatore vicende storiche del XX secolo, viste da due straordinarie artiste.
Due fotografe a confronto
La mostra, ideata da Camillo Fornasieri e curata da Angela Madesani, è composta da 75 fotografie in bianco e nero, original e vintage print. L’appassionante percorso espositivo vede protagoniste due tra le più affermate fotografe autoriali del XX secolo che hanno lasciato un importante impronta nella Storia della Fotografia, Dorothea Lange e Margaret Bourke-White.
Entrambe americane, quasi coetanee, hanno iniziato la loro carriera fotografica negli stessi anni e sono state allieve di Clarence H. White, uno degli ideatori della Foto Secessione. Nelle loro foto si ritrovano molte similitudini, a partire dalla grande empatia e forza narrativa, ma anche tante differenze. Mentre Dorothea Lange preferisce un indagine sociologica, umanistica e antropologica; Bourke-White segue un approccio giornalistico per trasmettere un messaggio realistico basato sulla misericordia e sul politico/sociale.
Lange, la forza narrativa passa per l’empatia
Dorothea Lange inizia come ritrattista nel suo studio fotografico di San Francisco, aperto nel 1918, per focalizzarsi, in un secondo momento, sulle storie delle persone. La sua celebre fotografia, Migrant Mother, realizzata nel corso di una missione fotografica sociologica commissionata dalla Farm Security Administration, è stata una vera icona del XX secolo. Proletaria, in giro per la California in cerca di lavoro e di pane per la sua famiglia, Florence Owens Thompson è stata ritratta con in braccio il figlio. Un’immagine che rimanda ad una Madonna laica.
Il suo approccio sociologico diviene il punto di forza delle sue fotografie, tanto che Lange collabora, nel secondo dopoguerra, alla nascita della nota Agenzia Magnum.
Sempre al fianco della gente
Nel 1942, dopo l’attacco di Pearl Harbor, il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt sigla un ordine esecutivo: tutti i giapponesi residenti negli Stati Uniti, anche quelli nativi in territorio americano, devono trasferirsi nei “campi di ricollocamento del periodo di guerra”. Centoventimila persone esodate, obbligate ad abbandonare le loro case, il loro lavoro e le loro proprietà. Lange viene incaricata a documentare la coercizione ma l’autrice, contrastata da queste disposizioni, decide con intelligenza e con profonda sensibilità di rappresentare il dramma che questa parte di umanità subisce.
Le immagini esposte dimostrano il rispetto e il modo ragguardevole con cui entra in contatto con le persone: il realismo estetico sono veicolo con cui accoglie l’umanità dei soggetti, che hanno caratterizzato gran parte della sua visione fotografica.
Lo sguardo giornalistico di Margaret Bourke-White
Margaret Bourke-White è una donna estremamente indipendente, ambiziosa e capace di superare i limiti di sé stessa. Apre nel 1928, a Cleveland in Ohio, uno studio di fotografia industriale e di architettura e produce immagini in cui gli oggetti dell’industria diventano astrazioni, come quelle visionabili in mostra. Per lei la composizione è essenziale. Attenta ai particolari, lavora al limite, mettendosi sui cornicioni dei grattacieli più alti, sorvolando le città e si spingendosi nelle zone più rischiose degli stabilimenti. Questa indole avventurosa delinea l’estremo coraggio con cui si pone davanti agli eventi che, nel corso della sua carriera fotografica, le si presentano.
A fianco delle persone per denunciare
Bourke-White è una delle prime fotografe a recarsi in URSS per realizzare un reportage sull’industria sovietica. In più occasioni cattura la forza trascendentale del Mahatma Gandhi. Inoltre, è autrice delle crude immagini del campo di concentramento di Buchenwald, il giorno successivo la liberazione dei prigionieri.
In fila davanti a una mensa popolare, a Louisville, in Kentucky, è l’immagine del 1937 che celebra lo sguardo dell’autrice nella letteratura fotografica. Le persone, in attesa del pasto, durante la Depressione economica statunitense, sono sovrastate dal cartello pubblicitario “World’s highest standard of living”, stereotipo del vivere americano.
Nello stesso anno, pubblica con il marito Erskine Caldwell, il volume illustrato You have seen their faces, narrazione delle drammatiche condizioni di vita degli abitanti nelle campagne americane devastate dalla siccità e dalla miseria. Un resoconto molto vicino al racconto fotografico della Lange.
Ricevere l’Avvenimento. Dorothea Lange e Margaret Bourke-White: Donne nei tornanti della Storia. | |
Dove | Centro Culturale, Largo Corsia dei Servi, Milano |
Quando | 15 gennaio 2020 – 15 marzo 2020 |
Orari | Dal lunedì al venerdì 10-13; 14 – 18.30. Sabato e domenica 15 – 19 |
Ingresso | donazione 10€ |
Info | www.centroculturaledimilano.it |