Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna è il titolo della mostra esposta all’Oratorio di Santa Maria della Vita di Bologna.
Un racconto, attraverso 100 fotografie in bianco e nero, di circa mezzo secolo di crimini e processi a Bologna e in Emilia-Romagna.
Cronache raccontate attraverso lo sguardo dei fotografi bolognesi Walter Breveglieri e Paolo Ferrari a cui si aggiungono immagini tratte dagli archivi della Polizia Scientifica.
Criminis Imago, mezzo secolo di crimini raccontati con la fotografia
Un lavoro di documentazione puntuale, da reporter, che si sposta dai luoghi del delitto alle aule dei tribunali. La mostra racconta non solo crimini commessi all’ombra delle due torri – e che hanno segnato la storia nazionale – ma anche delitti consumati in altre città ed approdati poi a Bologna in Cassazione.
Breveglieri e Ferrari si trovarono ad essere testimoni di alcuni dei fatti più importanti della storia italiana, che immortalarono col piglio dell’inviato sul campo, tanto che Ferrari dirà poi “Pensavo di lavorare per la cronaca, e invece lavoravo per la storia”.
Le sezioni in mostra
Le immagini dei due fotografi sono articolate in sezioni. Si inizia con gli scatti di Breveglieri, che ci riportano, tra le altre, le storie della Banda Casaroli, che nell’autunno del 1950 seminò terrore e morte. Una storia che sedusse il regista Florestano Vancini, il quale dedicò un film alla vicenda.
Tra i fatti delittuosi che accesero il dibattito pubblico del tempo anche quello dell’ambasciatore Ettore Grande, accusato di aver ucciso la consorte a Bangkok, condannato a Torino, poi assolto in Assise a Bologna nel 1951.
E ancora quello di Rina Fort, accusata dell’assassinio della moglie e dei tre figli del suo amante, processo che giunse in Corte di Cassazione a Bologna nel 1952, e l’assassinio di Ombretta Galeffi per mano del marito Carlo Nigrisoli, condannato in primo grado all’ergastolo per l’avvelenamento della donna.
Si prosegue con le fotografie di Ferrari: le immagini drammatiche delle Stragi dell’Italicus, del Rapido 904 e della Stazione di Bologna scattate il 2 agosto 1980, fino ad arrivare ai numerosi omicidi dei fratelli Savi, tristemente famosi come la Banda della Uno Bianca.
E ancora, il luogo dell’omicidio di Francesca Alinovi e il ritrovamento della salma di Angelo Fabbri, ricompresi nella troppo disinvolta definizione di ‘delitti del Dams’. Il drammatico sequestro dell’imprenditore bolognese Eugenio Gazzotti, il terrorismo con i processi ad Ordine Nero e a Prima Linea, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.
Un viaggio tra foto e oggetti d’epoca
La mostra è organizzata da Genus Bononiae Musei nella città, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Bologna, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri. Nel percorso non ci sono solo fotografie e immagini dei sopralluoghi della Scientifica, ma anche alcuni oggetti d’epoca.
Macchine fotografiche, un banco ottico del 1903 della Polizia Scientifica, divise storiche delle forze dell’ordine, moto e auto della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri- tra cui una Topolino del 1939 e una Giulietta del 1961 – esposte nel cortile.
Il catalogo della mostra, poi, con tutte le fotografie esposte, è edito da Edizioni Minerva. La casa editrice di Bologna, tra l’altro, è proprietaria dell’Archivio Fotowall di Walter Breveglieri.
L’iniziativa è curata dal Procuratore Capo di Bologna Giuseppe Amato e da Marco Baldassari, responsabile dell’Archivio Ferrari di Genus Bononiae. Il comitato scientifico si avvale dell’esperienza di Carlo Lucarelli, autore assieme a Susi Pelotti e Luigi Stortoni dei testi che accompagnano il catalogo.
Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna | |
Dove | Oratorio di S. Maria della Vita, via Clavature, Bologna |
Quando | 23 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021 |
Orari | da martedì alla domenica dalle 10 alle 19 |
Ingresso | 10 euro intero; 8 ridotto |
Info | www.genusbononiae.it |