“Essere umane. Le grandi fotografe raccontano il mondo” è il titolo della nuova mostra ai Musei di San Domenico a Forlì.
Il percorso, dedicato alle grandi fotografe donne, è curato da Walter Guadagnini, ideato e realizzato in collaborazione con Monica Fantini e Fabio Lazzari.
Inaugurerà il prossimo 18 settembre.
Essere umane: oltre 300 fotografie da scoprire
Sono 314 le fotografie in mostra. Tra queste ci sono le leggendarie immagini di Lee Miller nella vasca da bagno di Hitler e la strepitosa serie delle maschere di Inge Morath, realizzata con Saul Steinberg.
Non mancano gli iconici volti dei contadini durante la Grande Depressione di Dorothea Lange, il sorprendente servizio di Eve Arnold su una sfilata di moda ad Harlem negli anni Cinquanta e i rivoluzionari scatti di Annie Leibovitz per una epocale edizione del Calendario Pirelli.
Insomma, un vero e proprio viaggio per immagini nell’evoluzione del linguaggio fotografico mondiale a partire dagli anni Trenta del Novecento. Il tutto con una specifica attenzione allo sguardo femminile.
In mostra, dunque, è possibile seguire questa evoluzione attraverso i grandi reportage di guerra e i cambiamenti dei costumi sociali. Ma anche attraverso le immagini della ricostruzione post-bellica e le questioni di genere. E l’affermarsi della società dei consumi e l’osservazione del ruolo della donna nei paesi extra-occidentali.
Una mostra unica in Italia
L’idea guida è stata quella di allestire una mostra senza precedenti in Italia. Un’esposizione dedicata al lavoro delle autrici che, dagli anni ’30 alla contemporaneità, hanno interpretato la fotografia come strumento di indagine e di riflessione, con registri espressivi talvolta poetici, in altri casi più crudi, sui grandi temi che hanno attraversato la società nei diversi segmenti temporali del XX e degli inizi del XXI secolo.
La selezione è ampia per quantità e qualità di nomi sia per il numero di opere: in tutto 30 autrici e 314 opere. Le sezioni seguiranno un viaggio temporale che avrà inizio negli anni ’30 per poi arrivare ai giorni nostri e alla contemporaneità.
Le sezioni: anni ’30-’50
La prima sezione va dalla serie realizzata dall’americana Dorothea Lange durante la crisi americana degli anni ’30 per la FSA (Farm Security Administration), alle fotografie di Lee Miller. Anche lei americana, ha realizzato gli scatti in mostra nell’appartamento di Hitler alla fine della seconda guerra mondiale.
Si riparte dalle serie “inglesi” della tedesca Giséle Freund alle fotografie scattate in Italia dall’americana Ruth Orkin (tra cui la celebre American Girl in Italy) nel 1951. Il tutto passando dalle immagini della serie “Reflections” dell’austriaca Lisette Model, che indagano il tema del consumismo americano, alle fotografie del periodo messicano dell’italiana Tina Modotti, durante il quale conobbe e fotografò, tra l’altro, gli artisti Diego Rivera e Frida Kahlo.
Sempre nella prima sezione, saranno presenti altre tre autrici statunitensi: Berenice Abbott, già assistente di Man Ray negli anni ’20 a Parigi, Margareth Bourke-White, la prima fotografa straniera a cui fu permesso di scattare fotografie nella allora Unione Sovietica e infine la serie sulle sfilate di donne afro-americane ad Harlem dell’americana Eve Arnold.
Proprio queste immagini convinsero Henri Cartier-Bresson a chiamare la Arnold alla Magnum, prima donna insieme ad Inge Morath a far parte della prestigiosa agenzia fotografica parigina fondata da Robert Capa.
Le sezioni: anni ’60-’80
Nella seconda sezione, invece, si andrà dalla “Mask series” nata dall’incontro tra l’austriaca Inge Morath e il grande disegnatore rumeno naturalizzato americano Saul Steinberg agli inizi degli anni ’60, alle immagini inquietanti e spesso controverse di personaggi singolari dell’americana di origini russe Diane Arbus.
Non mancano le fotografie di denuncia delle condizioni degradanti delle Carnival Strippers dell’americana Susan Meiselas e neppure le fotografie scattate tra gli indiani dell’Amazzonia Yanomami dalla brasiliana Claudia Andujar, protagonista di una recente personale alla Fondazione Cartier di Parigi.
Presenti anche alcune foto di Graciela Iturbide, tratte dalla serie dedicata alla comunità matriarcale di Juchitan, in Messico e gli scatti dell’indiana Dayanita Singh.
Molto importante, in questa sezione, lo spazio dedicato ad alcune tra le più autorevoli esponenti della fotografia italiana come Carla Cerati, con immagini da “Mondo cocktail”, serie dedicata alla realtà borghese dei cocktail party milanesi. E poi Lisetta Carmi con la serie del 1965 dedicata alla comunità di travestiti che aveva occupato l’ex ghetto ebraico di Genova. Infine Paola Mattioli con i celebri autoritratti degli anni ’70 e Letizia Battaglia, con le immagini dedicate alle bambine di Palermo e agli omicidi della mafia.
Le sezioni: dagli anni ’90 ad oggi
Più articolata la sezione finale dedicata agli anni tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo.
Anche in questo caso di alcune autrici saranno esposte immagini appartenenti a singoli progetti. Troveremo quindi i ritratti della sudafricana Zanele Muholi, protagonista della Biennale di Venezia del 2019, oppure le immagini dell’iraniana Newsha Tavakolian, membro dell’agenzia Magnum, che ritraggono le donne-guerrigliere delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia).
Presenti anche le foto della serie “Baba Yaga” della russa Nanna Heitmann dedicate agli abitanti dello Yanisei, il grande fiume siberiano ai confini con la taiga; le foto della ceca Jitka Hanzlova con la serie “Female”, una serie di ritratti femminili eseguiti tra Europa e Stati Uniti e le immagini dedicate alle difficili condizioni delle donne iraniane da Shadi Ghadirian e quelle della figlia di Letizia Battaglia, Shobha.
La sezione si concluderà con una suggestiva installazione di immagini della serie “Afronauts” della spagnola Cristina De Middel, recentemente nominata membro associato di Magnum Photos, e due immagini di grandi dimensioni della cinese Cao Fei dedicate, come gran parte del suo lavoro, alla realtà quotidiana del suo Paese.
Quest’ultima sezione ospiterà infine la presenza della forlivese Silvia Camporesi, con un lavoro dal titolo “Domestica”, una installazione di 30 fotografie scattate durante il recente lockdown.
Una sezione speciale, poi, sarà dedicata ai ritratti di tredici donne di spicco di vari settori, dall’imprenditoria allo sport, dalla musica al cinema, realizzati da una delle più celebri fotografe del mondo, Annie Leibovitz, per l’iconico Calendario Pirelli 2016.
Essere Umane | |
Dove | Complesso Museale di San Domenico a Forlì, Piazza Guido da Montefeltro 12, Forlì (FC) |
Quando | 18 settembre 2020 – 30 gennaio 2021 |
Orari | Da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19 |
Ingresso | 12 euro intero; previste riduzioni |
Info | www.essereumane.it |