Camera – Centro Italiano per la fotografia di Torino ospita la mostra “Martin Parr. We ❤ Sports”.
Le fotografie sono quelle di Martin Parr per una grande mostra dell’autunno che unisce fotografia e sport in un ampio e ironico percorso tra gli scatti di un mito assoluto della fotografia contemporanea.
Martin Parr e lo sport in mostra a Torino
L’esposizione, a cura di Walter Guadagnini con Monica Poggi e realizzata in collaborazione con Gruppo Lavazza e Magnum Photos, ripercorre la carriera del grande autore inglese attraverso circa 150 immagini. Tutte fotografie dedicate a numerosi eventi sportivi, con un focus tematico incentrato sugli scatti realizzati da Parr in occasione dei più rilevanti tornei di tennis degli ultimi anni.
Attento interprete del presente, sin dagli esordi Parr ha ritratto la società contemporanea con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone del nostro tempo.
Attraverso i netti contrasti di colore che caratterizzano il suo stile, ha rivelato gli aspetti grotteschi e involontariamente comici di un mondo sempre più consumista e globalizzato.
“Lo sport è un tema ricorrente nella lunga carriera di Parr: catalizzatore delle più diverse emozioni, viene raccontato dal fotografo soprattutto attraverso le divise, le coreografie e le tradizioni dei tifosi e degli spettatori, autentici protagonisti di questo rito collettivo” evidenzia Walter Guadagnini, direttore di Camera.
Cosa fa chi guarda lo sport
Con un percorso che prende avvio da una selezione di opere in bianco e nero, già sintomatiche della capacità di Martin Parr di raccogliere le contraddizioni dell’Inghilterra dell’epoca thatcheriana, la mostra si concentra sugli atteggiamenti delle persone intente a osservare e praticare le più disparate discipline in ogni parte del mondo, dalle corse di cavalli sulle spiagge irlandesi fino al Tai Chi per le strade di Shanghai.
È però attraverso l’elezione del colore a elemento distintivo della sua poetica, utilizzato a partire dalla metà degli anni Ottanta, che Parr sposa l’estetica amatoriale in un arguto gioco di critica, consapevole di far lui stesso parte della società che ritrae con spietato cinismo.
Appropriandosi degli atteggiamenti goffi e dal gusto per il kitsch che caratterizzano i soggetti immortalati, l’autore rifiuta uno sguardo distaccato e altezzoso. Si muove, invece, a favore di un linguaggio facilmente comprensibile da chiunque e, per questo, maggiormente in grado di rivelare qualcosa del nostro presente.
Ritratti tendenzialmente nei momenti di riposo piuttosto che in quelli di vera e propria performance, in queste immagini gli atleti diventano il pretesto attorno al quale si svolgono azioni e situazioni che hanno regole proprie e dinamiche consolidate.
Ad attirare l’attenzione di Parr sono principalmente i tifosi, con le loro coreografie, i gadget vistosi utilizzati per manifestare goliardicamente la propria fede, i travestimenti grotteschi e gli ingegnosi escamotages di chi cerca di osservare le competizioni da una posizione privilegiata.
Tennis, corse di cavalli, calcio e vita da spiaggia
Ma anche gli abiti eleganti e dal sapore vagamente snob di chi assiste alle corse di cavalli, raccontate nella sezione intitolata A Day at the Races, che richiama il celebre film del 1937 dei fratelli Marx ambientato proprio sul terreno di gioco di uno dei passatempi più amati dagli inglesi.
Anche la sezione dedicata al calcio è ispirata dal cinema, in particolare da Fever Pitch (in italiano Febbre a 90°), tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, di cui ritroviamo la trama negli scatti di esultanza sfrenata da parte dei tifosi che condividono la stessa incontenibile passione del protagonista del film, impersonato da Colin Firth.
Lo sport a cui, tuttavia, è dedicata maggiore attenzione è il tennis, con immagini realizzate da Parr a partire dal 2014 frequentando i quattro tornei del Grande Slam (The Australian Open a Melbourne; l’Open di Francia a Parigi, noto come Roland Garros; il Torneo di Wimbledon a Londra; l’US Open di New York).
Le 40 fotografie che compongono questa sezione, assieme all’allestimento scenografico in grado di trasportare i visitatori nel vivo della competizione, raccontano le dinamiche che animano sia gli spalti che i campi da gioco, sintetizzando appieno i vari aspetti della ricerca di Parr.
In questi scatti, fra i più recenti dell’esposizione, si nota la capacità dell’autore di adattarsi ai mutamenti dell’estetica amatoriale che negli anni si è inevitabilmente trasformata sulla spinta delle tante innovazioni tecnologiche.
Senza che il suo sguardo ne esca snaturato, le sue ultime immagini hanno perso la saturazione tipica dell’istantanea analogica e le inquadrature si sono fatte più complesse, articolate e ricche di elementi, aspetto tipico di un modo di fotografare sempre più immediato.
Ciò che non cambia è la capacità di Parr di regalare, attraverso scatti vividi, dai più toccanti ai più esilaranti, una panoramica unica della vita dentro e fuori dal campo.
Pensata attraverso un filtro di ironia ispirato alla poetica di Parr, la mostra si conclude con una sezione interamente dedicata alla vita da spiaggia, dove i vari hobbies si mescolano con l’ormai meritato riposo.