Luigi Ghirri e i suoi non luoghi in mostra a Jesi

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Luigi Ghirri arriva a Jesi, in mostra alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. L’esposizione, prorogata fino al 4 settembre, ha luogo nella rinascimentale sede di Palazzo Bisaccioni e nasce per rendere omaggio al maestro della fotografia contemporanea, in occasione del trentennale dalla morte.

L’esposizione, Luigi Ghirri (non) luoghi, si propone come un racconto emozionale, un percorso che disveli al visitatore il modo in cui Ghirri entra in rapporto con le cose, celebrando l’artista e ponendo l’attenzione sulla sua intima necessità di fotografare.

Luigi Ghirri, Modena, 1973
Luigi Ghirri, Modena, 1973

40 foto di Luigi Ghirri in mostra a Jesi

Luigi Ghirri (non) luoghi, a cura di Massimo Minini, si compone di quaranta fotografie provenienti da collezioni private. Obiettivo del progetto espositivo, ideato da Roberta Angalone, è ricordare l’artista analizzandone la ricerca fotografica dal punto di vista delle motivazioni e dei sentimenti attraverso un percorso che ne tocca i punti di interesse e le questioni.

Reggiano di origine, grazie all’assidua frequentazione del gruppo degli artisti concettuali modenesi, Ghirri si avvicina alla fotografia intorno agli anni ’70, i primi scatti sono realizzati durante le vacanze estive o i fine settimana. Tanto basta perché si renda conto che la macchina fotografica sarebbe stato il medium perfetto, un incredibile linguaggio visivo capace di saziare il “desiderio d’infinito che è in ognuno di noi”.

Luigi Ghirri, New York, 1989
Luigi Ghirri, New York, 1989

La mostra si apre con una prima sezione introduttiva, dedicata alla vita e al racconto del suo avvicinamento all’obiettivo fotografico. Nato nel gennaio del 1943, vede il mondo mutare in pochi anni: dal clima del dopo guerra a quello del boom economico e al conseguente fermento culturale degli anni ’60. Si forma così, inevitabilmente, la sua personalità sensibile ai cambiamenti e desiderosa di conoscenza. La fotografia diventa il mezzo per guardare a fondo le cose, conoscerne l’origine e il divenire.

Il percorso prosegue con le sezioni dedicate ai luoghi, ai volti del tempo, ai non luoghi, all’arte e in fine ad Aldo Rossi, con il quale condivide l’interesse per la periferia, spazio che, a parere di entrambi, racchiude in sé forza evocativa di storia e memoria. Ghirri è attratto dall’ambiente che abita l’uomo, quello in cui egli si muove, non ai mutamenti del paesaggio, ma ai cambiamenti del vivere.

Luigi Ghirri, Capri, 1980-1985
Luigi Ghirri, Capri, 1980-1985

Quello dell’artista è un universo a tratti malinconico, incantato, sospeso e romantico, che trova senso nelle piccole cose, nello stupore e nella meraviglia che scaturisce dal guardare le cose senza il velo dell’abitudine.

Con i suoi scatti dimostra come la fotografia sia generatrice di mondi possibili, mai artificiosi e irreali, ma che sempre raccontano la percezione di un’altra verità, frutto del perfetto “equilibrio tra rilevazione e rivelazione”.

Durante tutta la sua carriera Ghirri fotografa un’enorme quantità di soggetti differenti, decidendo di non identificarsi in un genere o stile poiché reputa questa una scelta rischiosa, una limitazione della libertà di espressione.

La sua è una fotografia che si oppone a qualsiasi specie di “censura” linguistica; anche le sue indagini rimangono volutamente aperte, non tendono ad una risposta unica e definitiva ma si prestano a infinite combinazioni e interpretazioni, coerentemente con la sua idea di fotografia.

Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1972
Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1972
Luigi Ghirri (non) luoghi
DoveFondazione Cassa di Risparmio di Jesi
Palazzo Bisaccioni, Piazza Colocci 4, Jesi (Ancona)
Quandodal 9 aprile al 4 settembre 2022
Oraridal lunedì alla domenica dalle 9,30 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30
Ingressolibero
Infowww.fondazionecrj.it
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