Il Piano Nobile di Palazzo Reale a Milano ospita la grande mostra antologica dedicata a Ferdinando Scianna.
La mostra, curata da Paola Bergna, Denis Curti e Alberto Bianda (art director della mostra), si arricchisce di due importanti sezioni inedite. Una è dedicata a Leonardo Sciascia e l’altra, la “Bibliografia”, presenta una selezione dei libri di Scianna, dal primo, “Feste Religiose in Sicilia”, divenuto raro e prezioso nel tempo, fino alle ultimissime pubblicazioni.
Sciascia e le feste religiose: gli inediti di Scianna in mostra a Milano
Una delle prime sezioni inedite della mostra di Ferdinando Scianna a Palazzo Reale Milano è dedicata a Leonardo Sciascia. Lui e Scianna erano amici. Lo sono stati per oltre vent’anni. Anzi, per Scianna Sciascia è stato un “padre”, un mentore, un maestro.
Si conobbero per caso dopo che Sciascia, accompagnato da un amico comune, visitò la prima mostra fotografica di Scianna, allestita al circolo della cultura di Bagheria, quando Ferdinando aveva 20 anni. Lo scrittore “affermato e famoso“ rimase colpito dagli scatti in bianco e nero del giovane fotografo. Ferdinando non c’era, ma Sciascia lasciò per lui un generoso messaggio di stima.
Per questo Scianna decise di andarlo a trovare nella sua casa a Racalmuto. Fu un colpo di fulmine: “a vent’anni – disse- avevo trovato la persona chiave nella mia vita“.
Le collaborazioni tra Scianna e Sascia: tra parole e foto
Da questo incontro nacque la loro prima collaborazione nel 1965. Si tratta di “Feste religiose in Sicilia“, con foto di Scianna e testi dello scrittore.
Un volume, che fu un caso politico e letterario in Italia, per cui Ferdinando vinse il Premio Nadar nel 1966. Sciascia e Scianna lavorarono insieme anche per altre pubblicazioni come “Les Siciliens” (1977), “La villa dei mostri” (1977), “Ore di Spagna” (1988).
I due furono amici per tutta la vita come testimoniano più di un migliaio di fotografie, per lo più inedite, scattate nelle estati a Racalmuto e nei numerosi viaggi insieme. Un album di famiglia che ritrae Sciascia in una dimensione privata perché “finché non mi ha fatto l’offesa terribile di morire, è rimasto il mio angelo paterno”. Fu un rapporto fondamentale nella vita di Ferdinando Scianna che scrive: “l’amicizia è come uno scambio delle chiavi delle rispettive cittadelle individuali, è l’acquisizione del reciproco diritto di utilizzare ciascuno dell’altro, gli occhi, la mente, il cuore”.
Una piccola parte di queste foto sono diventate un libro: “Scianna fotografa Sciascia“ (1989) che lo scrittore riuscì a vedere poco prima di morire.
“Scrittura e fotografia non si escludono. Io nasco fotografo e mi sento fotografo, però ho fatto il giornalista per venticinque anni, scrivendo anche. Mi ricordo che Sciascia, mettendomi in guardia, mi disse ‘stai attento che te ne può venire una schizofrenia’. Ma io questa cosa l’ho sempre esorcizzata considerandomi un fotografo che scrive”.
Per Ferdinando Scianna, il libro è da sempre la forma prediletta di comunicazione. Da una parte. la presenza di testi di grandi scrittori all’interno dei suoi libri fotografici, dall’altra la pubblicazione di riflessioni sulla fotografia e sui fotografi (come “Etica e fotogiornalismo”, “Obiettivo ambiguo” e “Il viaggio di Veronica”).
Col passare del tempo, la necessità del fotografo siciliano di affiancare alle immagini i propri testi si è fatta sempre più urgente. “Quelli di Bagheria” (2002) segna un passo ulteriore nella ricerca di un rapporto di reciproca integrazione anche grafica fra parola e immagine, raggiunta grazie alla collaborazione con l’art director Alberto Bianda.
Oltre 200 fotografie in mostra a Palazzo Reale di Milano
Con oltre 200 fotografie in bianco e nero stampate in diversi formati, la rassegna attraversa l’intera carriera del grande fotografo siciliano e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su diversi capitoli e varie modalità di allestimento.
Ferdinando Scianna è uno dei maestri della fotografia non solo italiana. Ha iniziato ad appassionarsi a questo linguaggio negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare – tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.
In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa. Poi i reportage (è il primo italiano a far parte dal 1982 della famosa agenzia foto giornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose. Infine i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges. E Leonardo Sciascia, a cui è appunto riservata una intera e inedita sezione della mostra.
Le fotografie mostrano, non dimostrano
Del suo lavoro Ferdinando Scianna scrive: “come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”
Avendo deciso di raccogliere in questa mostra la più ampia antologia dei suoi lavori fotografici, con la solita e spiccata autoironia, Ferdinando Scianna, in apertura del percorso espositivo, sceglie un testo di Giorgio Manganelli.
“Una antologia è una legittima strage, una carneficina vista con favore dalle autorità civili e religiose. Una pulita operazione di sbranare i libri che vanno per il mondo sotto il nome dell’autore per ricavarne uno stufato, un timballo, uno spezzatino…”
In questo Viaggio Racconto Memoria, oltre alla presenza di alcuni dei suoi libri più importanti sfogliabili su monitor, il visitatore è accompagnato da un’audioguida (disponibile in italiano e in inglese, inclusa nel biglietto di ingresso).
Qui Ferdinando Scianna racconta in prima persona il suo modo di intendere la fotografia, storie e aneddoti della sua carriera di fotografo e della sua vita. Un vero e proprio racconto parallelo, per conoscere da vicino il suo percorso artistico e umano.
Le foto della mostra si possono ritrovare nel catalogo pubblicato da Marsilio Editori.
Ferdinando Scianna. Viaggio Racconto Memoria | |
Dove | Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano |
Quando | 22 marzo 2022 – 5 giugno 2022 |
Orari | Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 10 – 19.30. Giovedì: 10 – 22.30. Lunedì chiuso. |
Ingresso | Intero 14 euro; ridotto 12 euro. Previste altre riduzioni. |
Info | www.palazzorealemilano.it www.sciannamilano.it |