Roberto Kusterle: il suo Compendium in mostra a Gorizia

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Il Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia fino 1° ottobre ospita la prima mostra fotografica antologica di Roberto Kusterle dal titolo “Kusterle, Compendium”.

Cerimonia orientale, ciclo Morus nigra, 2015, stampa ai pigmenti, 105x105
Cerimonia orientale, ciclo Morus nigra, 2015, stampa ai pigmenti, 105×105

L’esistenza nell’arte in una mostra

La prestigiosa esposizione del fotografo contemporaneo di Gorizia, Roberto Kusterle è a cura dello storico dell’arte e critico Angelo Bertani e del conservatore della collezione d’arte dei Musei Provinciali di Gorizia Alessandro Quinzi.

Allestita al piano nobile di Palazzo Attems Petzenstein, la mostra è stata fortemente voluta e organizzata dall’ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia -, in coordinamento con il CRAF – Centro di ricerca e archiviazione della fotografia -, con il supporto del Master di I° livello in “Archivi fotografici: digitalizzazione, catalogazione, valorizzazione” del Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Trieste e del Premio Sergio Amidei.

La mostra consiste in 230 opere originali che offrono una panoramica della quasi totalità della carriera artistica di Kusterle, tra dipinti, disegni, sculture, installazioni, video e naturalmente le sue straordinarie fotografie in grande formato. Un percorso storico, dunque, non solo di un grande artista ma anche di un evoluzione tecnologica, di un percorso artistico, – tra analogico e digitale – e una risignificazione d’archivio, poiché vi saranno delle opere inedite.

Rassegnazione, ciclo Zooxylos, 2016, stampa ai pigmenti, 71x92 cm
Rassegnazione, ciclo Zooxylos, 2016, stampa ai pigmenti, 71×92 cm

I primi anni. La pittura e la fotografia della sezione analogica

Il tracciato allestitivo è stato strutturato in ordine cronologico, dalle fotografie degli inizi degli anni Ottanta realizzate con la tecnologia analogica e stampate ai sali d’argento. Da questo primo ciclo, si intuiscono le tematiche che Kusterle andrà affrontando negli anni successivi e che contraddistinguono la sua meravigliosa poetica. Il corpo, l’ibridazione con la natura e questi due concetti nell’effimero dell’esistenza umana. Un approfondimento costante e una produttività senza freni che hanno catturato l’attenzione, nei confronti dei suoi lavori, del campo dell’arte e della fotografia artistica internazionale. Un nome il suo, che ha conquistato quotazioni notevoli oltre che riconoscimenti importanti.

Tuttavia, il percorso fotografico, è anticipato dalla prima parte da cui l’artista ha iniziato, la pittura di stile informale con un carattere già molto materico. Un’indagine che inconsapevolmente comunica uno stile tattile, che circondano la tecnica della scultura, dell’installazione temporanea e dell’arte site specific. Sebbene Kusterle abbia utilizzato anche il medium della video-arte, inizia a prediligere la fotografia immergendosi, nella pratica e in senso figurativo, nella fantasia visionaria pre-digitale.

Nella sezione analogica si possono contemplare i cicli di Riti del corpo, Anakronos, Una mutazione silente. Lavori, questi, caratterizzati in primis da una dettagliata costruzione nella messa in scena pre-scatto, accompagnata da una curata scelta dei materiali e, non ultimo, frutto di una profonda indagine sperimentale delle tecniche di sviluppo in camera oscura. La combinazione di questi tre presupposti, hanno permesso all’artista di creare immagini che predispongono ad un coinvolgimento emotivo: la concordanza compositiva, la scelta cromatica costruita su una scenografia apparentemente monocroma, sono valorizzate da sfumature di colore.

Volo notturno, ciclo I segni della metembiosi, 2012, stampa ai pigmenti
Volo notturno, ciclo I segni della metembiosi, 2012, stampa ai pigmenti

La fotografia digitale. Tra ibrido e iperrealismo

Con l’evoluzione al digitale, Roberto Kusterle si adegua rivestendosi come un pittore con un inedito pennello. Trova ancora più slancio e terreno fertile per la realizzazione di riflessioni innate, esplicitando mondi onirici e incerti. Immagini fantastiche, realizzate attraverso la stampa ai pigmenti di carbone, definite da una estetica al limite dell’iperrealismo. Con dettagli che quasi emergono dalle tele, le fotografie ci spingono con i sensi all’inabissamento percettivo in un immaginario alla soglia dell’ancestrale. In questa sezione dell’esposizione i cicli artistici esposti sono I segni della metembiosi, Abissi e basse maree, Morus nigra, Zooxylos, Corpus ligneum, Echo, Cartacei, Il tempo delle cose, con predilezione del grande formato.

Tra i lavori del Nuovo Millennio le seducenti Mutabiles Nymphae (2010) e le magiche Le spose del mare (2016), affiancate dall’allestimento pre-esistente equoreo storico di stucchi e affreschi del Settecento. Tra i nuovi progetti presentati Ad fontem (2021), originato dalle influenze di sculture tardoantiche di Aquileia. L’allestimento comprende, in questa sezione, anche il polittico La sacra tovaglia (1997), una giustapposizione di diverse immagini a risultato di un grande pannello che prende ispirazione da un’antica reliquia della fine del Tredicesimo secolo, accompagnata dal brano musicale composto per l’occasione dal compositore Teho Teardo.

Il prato dei sogni, ciclo Anakronos, stampa ai pigmenti, 2017, 100x100 cm
Il prato dei sogni, ciclo Anakronos, stampa ai pigmenti, 2017, 100×100 cm

Il catalogo della mostra

A corredo dell’esposizione, Studiofaganel editore di Gorizia ha realizzato, attraverso la curatela di Sara Occhipinti, il corposo catalogo dell’esposizione composto da 348 pagine.

Angelo Bertani, curatore della mostra, omaggia l’artista con attente parole che descrivono una vita dedicata alla ricerca anzitutto personale, prima che artistica. Afferma, nell’introduzione: “Kusterle ha inteso appartenere a un mondo di frontiera permeabile, in cui le diversità siano sentite come una ricchezza: l’arte per lui è sempre stata un modo per varcare confini un tempo incombenti e trovare consonanze e tratti universali in popoli e culture. Il grimaldello per aprire uno dopo l’altro gli accessi di una ricerca continua e senza barriere è stato quello del sogno o meglio di una visione altra (da qui la ricorrente ironia), che però non ha mai abbandonato il rigore del metodo. Consapevole che noi vediamo il mondo attraverso uno specchio e in modo oscuro, l’artista goriziano ha voluto attraversare quel diaframma ingannevole, quella soglia per cercare una verità più profonda: i suoi cicli fotografici (che solo fotografici non sono) ci aprono dunque delle porte e ci fanno scoprire di volta nuove stanze della nostra memoria individuale e collettiva o addirittura della psiche, in un rimando, spesso molto colto e intrigante, dell’arte all’arte. Per comprendere a fondo il lavoro di Roberto Kusterle dobbiamo lasciarci accompagnare con spirito libero da orpelli in questo viaggio onirico, analogico e metamorfico in presenza della ragione.”

Le spose del mare, 2016, stampa ai pigmenti, 110x150 cm, collezione Florian
Le spose del mare, 2016, stampa ai pigmenti, 110×150 cm, collezione Florian
Kusterle, Compendium
DovePalazzo Attems Petzenstein Piazza E. De Amicis, 2 34170 Gorizia
Quandofino 13 novembre 2022
Orarida martedì a domenica 10-18. Chiuso il lunedì
IngressoIntero 6 euro; ridotto 3 euro (18-25 anni, gruppi di almeno 10 persone, nuclei familiari con minorenni)
Infowww.musei.regione.fvg.it
Terry Peterle
Terry Peterle
Nell’ambito della fotografia il suo interesse e i suoi studi si sono rivolti prevalentemente nella cultura e linguaggio fotografico, e con particolare interesse segue lo sviluppo e le diramazioni dello stesso nella fotografia attuale.

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