Prorogata fino al 10 aprile l’esposizione fotografica Tina Modotti. La genesi di uno sguardo moderno. La mostra, ospitata al Centro Saint-Bénin di Aosta, è curata da Dominique Lora e Héctor Manuel Orozco Velázquez, in collaborazione con Daria Jorioz.
Oltre 100 fotografie di Tina Modotti da scoprire e ammirare
Al Centro Saint-Bénin di Aosta sono esposti più di 100 scatti della fotografa; immagini che provengono dalla collezione dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) e dalla Fototeca Nazionale di Città del Messico. L’intento è quello di ripercorrere le fasi salienti del suo percorso professionale.
Nel percorso espositivo, infatti, trovano posto gli studi sulle tradizioni popolari, sull’architettura urbana, i famosi reportage sulle classi lavoratrici e sui movimenti rivoluzionari che raccontano di uomini, donne e territori, i ritratti e i celebri studi sulle mani, che creano e che lavorano, strumenti di costruzione identitaria.
“Le foto che Tina Modotti realizza in Messico, concentrate in poco più di sei anni di intensa produzione” – ricorda Héctor Orozco Velázquez, co-curatore – “sono il chiaro contributo alla storia della fotografia come arte e come documento sociale. Opere che contribuirono alla formazione dell’identità nazionale di un Messico post rivoluzionario, creando un’immagine di modernità artistica alla quale aderirono alcuni dei fotografi più importanti di quegli anni, dai tedeschi Guillermo Kahlo e Hugo Brehme ai russi Sergei Eisenstein e Eduard Tisse oltre agli statunitensi Edward Weston e Paul Strand”.
Tina Modotti dedicherà grande attenzione alla documentazione delle condizioni di vita delle popolazioni indigene, da lei fotografate sempre con grande dignità e spontaneità. In special modo sono le donne a riempire il suo universo visivo, valorizzate dalla sua sensibilità artistica e dall’uso della luce e del bianco e nero.
Scrive Daria Jorioz in catalogo: “Quest’urgenza di cogliere la vita nell’attimo in cui avviene è forse il tratto saliente della personalità di Tina Modotti che è giunto intatto fino a noi (…) Le sue foto realizzate negli anni venti -in particolare quelle dei fiori e i ritratti delle donne tehuane – rinviano al codice dell’anima teorizzato da James Hillman e alla celebre affermazione di Dorothea Lange secondo cui ogni fotografia è l’autoritratto del fotografo. O perlomeno io lì vedo la natura luminosa e forse anche felice di Tina Modotti, una donna fotografa il cui talento e la cui sensibilità si smarriranno, fagocitati da una Storia più grande di lei e di cui sarà una delle tante vittime sacrificali. Mi piace invece immaginarla con la macchina fotografica che cammina veloce e silenziosa tra le stradine di Tehuantepec, alla ricerca di quell’istante unico e irripetibile che si sostanzia in una pellicola”.
Tina Modotti, una vita nella fotografia
Tina Modotti nasce a Udine il 17 agosto 1896. Nel 1913, ad appena 17 anni, emigra a San Francisco, negli Stati Uniti, per raggiungere il padre in cerca di lavoro. Ben presto si dedica a studi di recitazione che la porteranno ad andare a Los Angeles per fare l’attrice. Nel 1918 sposa il pittore Roubaix de l’Abrie Richey e, poco dopo, si lega romanticamente all’uomo che cambierà il corso del suo destino: il fotografo Edward Weston. Con lui Tina impara le tecniche della fotografia e viaggia in Messico, paese che diventerà la sua patria di adozione.
Durante gli esordi come fotografa, Tina Modotti partecipa attivamente alla rivoluzione comunista messicana e conosce grandi artisti come Diego Rivera, Clemente Orozco, Frida Kahlo e Pablo Neruda. Terminata la relazione con Weston, si lega a personalità politicamente controverse come Antonio Mella e Vittorio Vidali. La vita di Tina Modotti fu caratterizzata da costanti cambiamenti, dovuti alle sue scelte sentimentali, artistiche e politiche. Il suo attivismo fu indissolubilmente legato alle sue vicende sentimentali, al punto che sembra possa aver giocato un ruolo cruciale nella sua morte precoce, avvenuta nel 1942 a Città del Messico. Pur non essendoci prove tangibili, sembrerebbe che l’antifascista e membro del Comintern Vittorio Vidali, suo compagno di vita e di partito, sia stato coinvolto nel suo (ipotetico) omicidio a causa delle informazioni di cui Tina era a conoscenza in materia di politica spagnola. La versione ufficiale racconta che la fotografa ebbe un infarto nel taxi che la riportava a casa dopo una cena con alcuni amici.
Tina Modotti. La genesi di uno sguardo moderno | |
Dove | Centro Saint-Bénin, via Festaz 27, Aosta |
Quando | fino al 10 aprile 2023 |
Orari | Da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18 |
Ingresso | 6 euro intero; 4 euro ridotto |
Info | www.regione.vda.it |