MODENA. C’è un secolo di cinema racchiuso nella mostra “The Cinema Show”. In esposizione, fino al 7 giugno, a Palazzo Santa Margherita numerose fotografie, ritratti, scatti di scena che raccontano attraverso lo sguardo di grandi fotografi momenti di vita reale dentro e fuori dal set. L’allestimento, a cura di Daniele De Luigi e Marco Pierini, è una vera chicca per appassionati di cinema e fotografia e una meta da non sottovalutare anche solo per chi è di passaggio a Modena.
Per saperne qualcosa di più abbiamo rivolto qualche domanda ad uno dei curatori, Marco Pierini, che ha già seguito moltissime mostre di pregio per la galleria civica di Modena di cui ha appena lasciato la direzione per protestare contro la decisione dell’amministrazione che ha sottratto per alcuni mesi alle mostre la Palazzina dei giardini pubblici, seconda ed importante sede del museo.
Ancora una grande mostra fotografica a Modena. Dopo il fotogiornalismo e il reportage adesso il tema scelto è quello del cinema. Qual’è il significato chiave di questa mostra?
La mostra s’inserisce nel vasto progetto di valorizzazione della collezione di fotografia della Galleria civica di Modena avviato ormai più di tre anni fa. I temi vengono scelti, una volta accertata la presenza di un numero sufficiente di immagini nella raccolta, cercando di tenere fede a due criteri: il primo è la tenuta qualitativa del nucleo che si viene individuando durante la ricerca, il secondo è la possibilità di costruirvi attorno un racconto, di dispiegare un percorso di mostra e non soltanto esporre le foto una via l’altra. Il cinema, per il fascino della sua storia, dei suoi protagonisti, ci sembrava che rispondesse perfettamente ad entrambi i criteri.
Il fil rouge può essere la “meraviglia”?
Ma sì! Meraviglia della fotografia, meraviglia del cinema, meraviglia di attimi catturati con intelligenza, destrezza, mestiere e, perché no, fortuna…
In mostra vedremo opere particolari, scatti fuori e dentro al set. Quali meritano un approfondimento particolare a suo avviso?
Sono davvero molte le foto che meritano un approfondimento. A me piace segnalare la serie di Marcello Geppetti che ritrae le star del cinema in momenti di vita quotidiana, oppure i ritratti di Roger Pic (Ingrid Bergman) e Horst P. Horst (Marlene Dietrich), anche se forse le mie preferite sono le foto di scena di Paul Ronald e di Emilio Lari.
Molti degli scatti in mostra provengono da nuove acquisizioni che andranno ad arricchire il patrimonio della Galleria Civica di Modena. Quali sono?
Questo è un punto molto importante, perché credo che ogni mostra basata sulla collezione debba anche essere l’occasione per incrementarla. In questo caso, grazie alla straordinaria generosità dei fotografi o dei loro eredi e all’infaticabile, appassionato e competente lavoro di Daniele De Luigi, curatore della Galleria civica e cocuratore della mostra con me, siamo riusciti ad ottenere nuove fotografie di Philippe Antonello, Enrico Appetito, Franco Bellomo, Giovanni Cozzi, Chico De Luigi, Franco Fontana, Emilio Lari, Umberto Montiroli, Claude Nori, Paul Ronald, Angelo Turetta, Mario Tursi. Ovverosia i massimi interpreti della fotografia sul set.
Un secolo di cinema. Proprio tutto o manca qualche pezzo alla collezione?
Naturalmente qualche pezzo manca. Mancano alcuni protagonisti del mondo del cinema, mancano alcuni fotografi, ma nel complesso la collezione si è rivelata – anche per quanto riguarda questo tema – straordinariamente ricca. Negli ultimi anni, attingendo dal patrimonio fotografico, la Galleria civica è riuscita ad allestire mostre sul reportage, sull’architettura, sul ritratto. Le cassettiere della Galleria civica sono davvero un pozzo di san Patrizio.
Tra gli scatti anche una foto contestata di Jean Francois Bauret (Klaus Kinski et son fils Nanhoï, 1979). L’arte è arte, le va di spiegare al pubblico perché non andava scartata?
Sono sempre contrario, in ogni circostanza, alla censura, figuriamoci in un caso come questo nel quale non riesco neppure a capire le ragioni della contestazione!
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