E’ stata recentemente prorogata fino al 10 febbraio 2019 la mostra “Elliott Erwitt: i cani sono come gli umani, solo con più capelli”alla Casa dei Carraresi di Treviso.
L’esposizione è curata da Marco Minuz e presenta una selezione di fotografie di Erwitt dedicate ai cani.
Una scelta interessante – il perché lo puoi leggere nel nostro report, qui – che presenta per la prima volta tutto un repertorio nuovo del fotografo. Il perché di questa scelta?
L’abbiamo chiesta direttamente a Minuz.
Erwitt è molto conosciuto tra gli appassionati di fotografia e naturalmente tra gli addetti ai lavori. Qual è stata la motivazione/le motivazioni che vi hanno portato a organizzare questa mostra?
I motivi che ci hanno spinto ad organizzare la mostra, qui a Treviso, su Elliott Erwitt e in particolar modo sui cani che ha immortalato nella sua carriera fotografica sono principalmente tre.
Il primo è stato quello di partire con un fotografo che incarnasse un senso della fotografia ironica e che fosse considerato un maestro della fotografia.
Il secondo è che il 26 luglio scorso Erwitt ha compiuto 90 anni, quindi volevamo festeggiarlo.
Il terzo è che nel 2018 sono terminate le celebrazioni della Grande Guerra, dove sia in Friuli Venezia Giulia che in Veneto ci sono state moltissime iniziative anche incentrate sulla fotografia e quindi abbiamo voluto, qui a Treviso, partire con una mostra che potesse avvicinare più persone possibili alla fotografia. La tematica ha sicuramente aiutato a far sì che si potesse inseguire questo obiettivo.
Puoi parlarci del percorso della mostra e cosa può offrire allo spettatore?
Al di là del temi investigati da Elliott Erwitt, della raccolta di immagini esposti in mostra – che appartengono anche alla sua sfera privata – ed il fatto che abbia preferito il bianco e nero, come lui stesso afferma, che ha utilizzato più come modalità interpretativa, rispetto al colore – più descrittivo – quello che ci faceva piacere trasmettere è far entrare lo spettatore in un percorso dove potesse iniziare a riflettere: capire la differenza tra l’esercizio del vedere e l’esercizio dell’osservare.
Sono due termini che ci riportano al senso della vista, questa meravigliosa capacità di cui siamo dotati, ma che hanno due approcci completamente diversi.
Oggi con la facilità dell’interazione tecnologica che abbiamo a disposizione, come lo smartphone, siamo produttori e fruitori di immagini in quantità, mentre, questa fotografia nasce in un contesto completamente diverso dove esiste la pellicola, una modalità più lenta e più costosa, che metteva in condizione di pensare e riflettere.
Il nostro intento è quello di rendere più consapevole lo spettatore: oltre a vedere si può anche osservare.
C’è una o più immagini a cui sei più legato? Se sì quale?
All’interno del percorso non abbiamo voluto seguire un percorso di immagini legato ai cani scattati da Erwitt, ma abbiamo voluto mettere in evidenza anche le più importanti esperienze vissute da questo autore. Una di queste esperienza è l’aver fatto il fotoreporter per la presidenza Kennedy.
Lui era uno dei fotografi accreditati per poter fotografare la famiglia Kennedy, tra le immagini più note di Erwitt infatti ricordiamo Jacqueline Kennedy che accompagna il feretro al cimitero di Arlington. Quando viene ucciso Kennedy, al suo posto arriva il Vice, Lyndon Johnson che nel 1965 vince le presidenziali.
Nel momento dell’insediamento alla Casa Bianca e quindi con il primo discorso alla nazione, arriva con sua moglie e i suoi due cani: prima della cerimonia fa sedere uno dei cani sulla poltrona presidenziale. Ecco quella è una delle immagini che preferisco, non perché sia particolarmente bella dal punto di vista estetico, ma per la storia dietro a questa immagine.
Hai potuto intercettare le reazioni del pubblico?
Il pubblico che visita la mostra è felice. Questo lo abbiamo intuito anche dai sondaggi che abbiamo rilevato e la maggior parte delle persone viene principalmente perché interessata alla fotografia che rispetto all’argomento canino. Questo per noi è un buon auspicio per il futuro.
La mostra finirà tra poche settimane e ci sono state tra l’altro interessanti incontri: quali altri eventi avete in programma?
Sabato 9 febbraio alle ore 21.00 a Casa dei Carraresi si terrà il performing video concert Anzwart Elliott Erwitt. Un viaggio audiovisivo nella vita e nell’opera del maestro, attraverso le musiche originali di AnzwArt e video con scatti d’epoca del grande fotografo americano.
Inoltre, vorrei anticipare la prossima mostra che organizzeremo sempre qui a Treviso – in prima assoluta italiana – dal 27 febbraio di Inge Morath, anch’essa membro ufficiale Magnum negli anni ’50. La nostra intenzione è di intensificare le attività sulla cultura della fotografia.