L’ha conosciuta Inge Morath, Kurt Kaindl. E a lui, che è curatore della mostra dedicata alla fotografa Magnum, abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere meglio la Morath, il suo lavoro, la sua personalità.
La retrospettiva itinerante Inge Morath. La vita. La fotografia è attualmente esposta – e lo sarà fino al 6 ottobre prossimo – a Palazzo Ducale di Genova, nella Loggia degli Abati.
Kaindl, insieme alla moglie Brigitte Blüml, è co-curatore dell’esposizione assieme a Marco Minuz, ma anche archivista, editore e curatore di Fotohof, istituzione fotografica di Salisburgo.
Inge Morath, il primo incontro
Kaindl ci ha raccontato di aver conosciuto l’autrice ad una sua mostra fotografica di ritratti allestita nel 1991 a Berlino. Lì era in compagnia del marito Arthur Miller e questo incontro è stato l’inizio di un’amicizia a lungo termine.
Come ricorda Kaindl, “l’incontro con Inge Morath c’è stato in un momento in cui, a sessant’anni, era già andata andata oltre il fotogiornalismo Magnum e percorso gran parte della sua carriera. In quel momento, la sua fotografia era matura e la sua linea fotografica aveva catturato l’atmosfera della corrente surrealista”.
Nello stesso anno, i coniugi Kaindl partirono per la prima volta per il Connecticut, per raggiungere Roxbury, dove Morath e Miller si erano stabiliti definitivamente. Qui Kaindl entra in relazione con l’archivio fotografico della fotografa e inizia, con la moglie, a conoscere meglio la coppia nella loro intima quotidianità.
“Quando abbiamo conosciuto Inge Morath e Arthur Miller e ci siamo proposti per fare delle pubblicazioni editoriali” ricorda Kaindl. “Abbiamo intrapreso 3-4 viaggi all’anno, fino alla data sua morte, abbiamo vissuto insieme alla coppia, li abbiamo osservati nel loro vivere assieme. La residenza è stata ricavata da un silos agricolo restaurato, adibito ad uffici e stanze. Lì sia la Morath che Miller hanno avuto uno spazio, ognuno per sè, per organizzare i propri rispettivi lavori”.
La residenza, già di proprietà di Miller dal precedente matrimonio con la Monroe, è diventata abitazione definitiva della coppia Miller-Morath che è poi rimasta legata per quarant’anni insieme fino alla morte della fotografa.
Del resto, la stessa Morath, aveva catturato le atmosfere di questa campagna nel suo libro fotografico In the Country del 1979, e insieme crescono anche Rebecca, nata nel 1962.
La curiosità di Inge Morath per il mondo
“Inge Morath ha viaggiato per tutto il mondo e parlava fluentemente 6 lingue” ricorda Kaindl.
“La curiosità e il bisogno di conoscere nuove culture la portavano spesso in giro ed era riuscita a imparare perfettamente anche il mandarino, una lingua complessa, orientale e a quei tempi poco conosciuta”.
E continua: “Agli inizi del loro rapporto, Miller non era molto attento al lavoro di sua moglie. Con gli anni, invece, guardò le fotografie della moglie con molto più interesse e la Morath percepì questa attenzione quando lui, di sua iniziativa, decide di scrivere i testi di accompagnamento per suoi libri fotografici”.