Tra i vincitori del contest Letizia Battaglia c’è anche Aurora Montecchio con un progetto realizzato tra Emilia Romagna, Puglia e Veneto.
Il contest, promosso da Civita Mostre, è stato lanciato in occasione della mostra a Palazzo Reale di Milano. Due le sezioni a cui si poteva partecipare: “persone” e “progetti”.
Progetti è stata la categoria scelta da Aurora, un lavoro realizzato con la sua vecchia e infallibile Olympus OM-1.
“In generale amo moltissimo qualsiasi tipo di processo analogico (emulsioni, cianotipie, tecniche sperimentali), poiché più manuale e materico. Il mio modo di fotografare è semplice e spontaneo, prediligo scattare all’aperto e sfruttare la luce naturale“.
La storia di questo progetto, raccontata da Aurora
Nell’agosto 2018 ho cominciato a fotografare R. impegnato a lasciare il settore lavorativo della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), fonte della sua sussistenza, per dedicarsi al mestiere di fotografo. La storia di R. è comune a tante persone che vorrebbero inseguire il proprio sogno, ma che devono necessariamente accettare lavori distanti dalle proprie aspirazioni per autosostenersi.
A un certo punto però R. decide di rompere lo schema: da qui parte il racconto della sua storia.
Il mio processo fotografico si svincola dalla realtà cercando di evocare ciò che s’insinua nella mente di R.: l’insicurezza, la paura del fallimento, il desiderio di rivalsa, la rabbia, la motivazione, gli ostacoli. In questo percorso la stasi è ciò che dà forma alle cose della realtà, l’attesa è ciò che alimenta il tempo.
Il titolo del progetto fa riferimento alla parola di origine africana “Mojo”, che significa “amuleto
portafortuna”, e che quindi ha la funzione di propiziare la propria l’autodeterminazione.
Superare i limiti
Il limite è uno dei concetti principali che attraversa Mojo Feeling. Si materializza nelle immagini sia a livello visivo che a livello concettuale, come qualcosa da superare, ma anche da spezzare. Fino a che limite siamo disposti a tollerare la nostra condizione? Ma anche, quali sono i nostri limiti reali?
Quanto incide il contesto in cui viviamo sulla coscienza che abbiamo di noi stessi? La ricerca delle risposte a queste domande va di pari passo con lo sviluppo della storia del protagonista.
Un progetto a colori perché
Per me la scelta del colore è legata alla scelta della pellicola, infatti da quando ho cominciato a utilizzare il Portra400 ho capito che si adattava perfettamente al tipo di atmosfera che più ricercavo per il progetto: quella intimistica, morbida ed emozionale. Spesso però nei miei progetti amo combinare il colore e il bianco e nero perché ritengo che in alcune composizioni possa arricchire il mio linguaggio narrativo.
Aurora Montecchio, ecco chi è
Sono nata a Padova nel 1994 e ho studiato Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove nel 2019 mi sono laureata con una tesi sull’Editoria Fotografica Indipendente in Italia. Ho partecipato a varie mostre collettive tra cui “Speciale 18-25” di Fotografia Europea 2019 a Reggio Emilia.
Lavoro come freelancer nel mondo della fotografia e collaboro come graphic designer con diversi professionisti. Nel 2020 ho curato e organizzato insieme a tre colleghi la prima edizione del Menabò Zinefest, festival di photozine a Bologna, rimandato però al 2021 a causa del Covid-19. Sono una degli autori selezionati per “Yogurt. QUARANTINE flavour”, una pubblicazione di Yogurt Magazine.
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