REGGIO EMILIA. Con Darkened cities, Thierry Cohen ha incontrato già un grande successo a Parigi e a New York. Dal 3 maggio sarà presentato per la prima volta in Italia nell’ambito di Fotografia Europea 2013 insieme alle foto del progetto di Binary Kids per un’esposizione unica con sede ai Chiostri di San Domenico (via Dante Alighieri, 11).
Thierry Cohen è stato uno dei primi fotografi francesi ad interessarsi alle nuove tecnologie, già alla fine degli anni Ottanta, adottando rapidamente la pratica digitale ed esplorandone le capacità. Ma soprattutto interrogandosi sull’impatto della rivoluzione tecnologica sulla società, dalla sfera privata a quella pubblica.
Il suo primo lavoro in questa direzione, Binary kids, traduce visivamente l’irruzione dei nuovi sistemi di pensiero e di comunicazione nelle nostre strutture mentali. Una serie di ritratti di bambini e adolescenti, rappresentanti emblematici della “generazione internet”, diventa il supporto di proiezioni di circuiti informatici e di componenti elettroniche.
La plasticità dei ritratti, allusione alla pittura classica, contrasta con la freddezza dei disegni sovrapposti in filigrana, come dei misteriosi tatuaggi o dei merletti esoterici. Una sorta di allegoria della possessione dell’attività cerebrale che esprime le inquietudini e gli interrogativi sul potere dell’intelligenza artificiale.
Con la serie Darkened cities, realizzata a partire dal 2011, Cohen affronta, sempre con la stessa originalità e il ricorso alle nuove tecnologie, la questione dell’inquinamento luminoso nelle città e della sua influenza sulla percezione. Attraverso un procedimento, ancora una volta di sovrapposizione di due realtà, Cohen mostra la volta stellare, al di sopra delle megalopoli, come realmente é, pur essendo invisibile.
Viste panoramiche di grande respiro o close up vertiginosi nel cuore di città sprofondate nel buio, le sue immagini sono di una potente bellezza e di una grande magia. Con un procedimento estremamente complesso, dopo aver spento ogni luce artificiale e operato la trasposizione, al di sopra di New York, Rio, Shanghai, Hong Kong o Parigi, di cieli fotografati alla stessa latitudine ma in spazi aperti e deserti, Cohen crea un black out e un effetto di spaesamento assoluto. Poi dal buio, sotto cieli disseminati di stelle, emergono profili di città riconoscibili da una geografia o da building inconfondibili. Visioni anacronistiche, che ricordano la relazione con il cielo persa e ormai impossibile nelle nostre città illuminate giorno e notte.