VERONA. Fino al 28 settembre il FaMa Gallery presenta un importante corpo di opere composto da alcuni dei lavori più recenti di Mat Collishaw con una personale dal titolo Preternatural in cui sarà possibile vedere anche la serie inedita Burning Butterflies.
Tra i protagonisti della Young British Art, Collishaw è oggi tra gli artisti più interessanti della scena inglese. L’artista parte dall’assunto per cui la produzione di un’immagine è sempre un atto di violenza che nega l’essenza stessa dell’oggetto nel momento in cui lo rappresenta e ne sostituisce la natura effimera e transitoria con una innaturale, fissa ed eterna. Per questo cerca di cogliere – e descrivere attraverso le sue opere – il processo di disintegrazione che colpisce tutto quello che diviene immagine.
Da qui Preternatural che richiama una dimensione altra – soprannaturale e fuori dall’ordinario, che trascende i limiti del reale – e che rimanda allo stesso tempo al procedere tipico della pratica artistica di Collishaw sempre impegnata in un’indagine che mette in discussione le rassicuranti certezze date dalle convenzionali rappresentazioni del reale, per soffermarsi, invece, su quel sottile confine che separa bellezza e corruzione, vita e morte.
Così l’opera The Crystal Gaze No. 5 un’immagine tridimensionale che si illumina progressivamente per mostrare un paesaggio ghiacciato al cui interno è intrappolato un uccello, per poi ritornare all’oscurità, lasciando allo spettatore solo il riflesso del proprio sguardo. Un percorso, quindi, dalla luce all’oscurità, e viceversa, ispirato al mito di Orfeo – che Collishaw rilegge attraverso le interpretazioni che ne hanno dato pensatori come Maurice Blanchot, Geoffrey Sirc e Jacques Lacan – che diventa simbolo del processo creativo capace di compensare la perdita – quella di Euridice nel mito greco, quella della realtà per Collishaw – con la creazione artistica.
La serie inedita delle Burning Butterflies – della quale sono esposte a FaMa Gallery venticinque fotografie di differenti dimensioni – ritorna sull’indissolubile legame che lega bellezza e distruzione con le immagini di farfalle le cui ali delicate vengono inesorabilmente divorate dalle fiamme. Ecco che l’immagine coglie e fissa eternamente una bellezza caduca andata distrutta in pochi secondi. Allo stesso modo l’opera Insecticide28, fissa in un’immagine dall’inquietante bellezza i resti di una farfalla schiacciata su una superficie. L’immagine diviene, in questo caso, una sorta di petite mort, la rappresentazione di un’esistenza che ha appena cessato di essere tale.
In mostra a FaMa anche tre opere della serie Venal Muse – nata da un tributo a Les Fleurs du Mal di Baudelaire – in cui i fiori rappresentati, geneticamente modificati, segnati da cicatrici e piaghe, appaiono consumati da un inarrestabile decadimento che ne compromette la bellezza. Collishaw indugia ancora una volta, attraverso queste immagini, sul fascino esercitato dalla bellezza e dalla sua corruzione. A chiudere idealmente il percorso espositivo l’installazione Preternaturalia. All’interno di un tabernacolo un fiore sboccia e viene divorato da un fuoco eterno, che lo nutre e lo consuma allo stesso tempo.
In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo con un contributo critico di Gemma de Cruz.
Per info: FaMa Gallery