ROMA. Alla Reale Accademia di Spagna la mostra 50X60 Polaroid Gigante rende omaggio all’apparato fotografico che, apparso nel finale degli anni settanta, pochissime persone al mondo ebbero il privilegio di poter utilizzare. La rassegna, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione spagnolo in collaborazione con il prestigioso Centro andaluso di Fotografia, presenta 30 opere realizzate nei primi anni Novanta da artisti spagnoli di fama internazionale con l’ausilio della Polaroid Gigante.
Sono soltanto 5 gli apparecchi giganti esistenti al mondo ed è soltanto tramite l’utilizzo assistito di un tecnico specializzato che possono essere sviluppati gli eccezionali negativi di 50×60. Fra il 1992 e il 1994 il Centro andaluso di Fotografia ha potuto contare sull’utilizzo sperimentale in Spagna della Polaroid Gigante. I primi esperimenti furono effettuati in Almerìa e il Centro andaluso di Fotografia chiamò a lavorare un selezionato numero di artisti: Chema Madoz, Juan Manuel Castro, Manuel Vilariño, Monica Lleó, Roberto Chicharro, Manuel Fakes, Ricardo Martin, Toni Catany, Ouka Lele, Ceferino López, Rafael Roa e Josep Vicent Monzó. Le opere realizzate costituiscono oggi il nucleo di un importante fondo, lo stesso che confluisce nella mostra che si presenta a Roma.
La rassegna propone un nucleo di opere di grande interesse per la rarità della realizzazione tramite la Gigante di Polaroid, altresì per la notevole valenza storico-artistica. Sono passati vent’anni dalla realizzazione di queste opere e in taluni casi risultano già intrise di storia pur essendo di un passato molto recente. In altri casi, invece, sono totalmente distaccate dal ventennio che le ha datate e risultano sorprendentemente contemporanee come per i “Sin Titulo” di Chema Madoz, nature morte che giocano sul tema dell’ironia ma il cui risultato creativo rapisce l’attenzione. Gli artisti chiamati a suo tempo a realizzare la loro arte con il tramite dell’obiettivo Gigante diedero ognuno tematiche diverse: dai “Ricci” di Josep Vicent Monzó alle nature morte, quasi delle piccole wunderkammer, di Toni Catany; dai panorami immaginari di Manuel Falces alle terre di Ouka Leele; dai ritratti di Ricardo Martin alle sorprendenti nature morte di Chema Madoz, dai nudi di Juan Manuel Castro alle poderose croci di Monica Lleò e, per finire, le nature morte con animali di ispirazione rinascimentale di Manuel Vilariño e le “impronte” di Roberto Chicharro.
La nascita della macchina fotografica e della pellicola Polaroid a metà degli anni Quaranta creò una vera e propria rivoluzione nel modo di vivere e creare immagini. Tale rivoluzione modificò anche la produzione ed il concetto di fotografia contemporanea. La straordinarietà di questa rivoluzione si completa nella conoscenza delle immagini sviluppate con la camera Gigante, perciò la mostra alla Reale Accademia di Spagna è una bella occasione per conoscere l’altra parte di storia della Polaroid, quella più esclusiva e rara.
Per info: www.raer.it