BOLOGNA. In occasione del festival bolognese Gender Bender (festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale) che si svolgerà dal 26 ottobre al 2 novembre ONO Arte Contemporanea ospiterà un evento imperdibile. Mercoledì 23 ottobre, infatti, nella sede di via Santa Margherita 10 apre “Alice O’Malley: Community of Elsewheres” la prima personale della fotografa americana che ha immortalato la scena artistica e musicale della New York underground degli anni ’90 -’00.
Alice O’Malley, attraverso uno stile a metà strada tra quello di Cecil Beaton e quello di Peter Hujar, cattura e documenta gli ambienti artistici e bohemién della New York a lei più cara, quella gremita da personaggi fuori dall’ordinario. E questa sua predilezione è stata sottolineata dal titolo della mostra a lei dedicata, in cui si fa riferimento a un “altrove” da intendersi non solo come luogo fisico, ma anche – e soprattutto – come territorio psicologico a cui tutti i suoi soggetti appartengono, riuniti in una “comunità”, resa coerente dallo stile – vero e proprio fil-rouge – che O’Malley ha saputo imprimere ai suoi ritratti.
Artisti, visionari, eccentrici, è la stessa Alice a definire i suoi soggetti “orchidee rare”: personaggi fragili, bellissimi, delicati ed insoliti, sono loro i protagonisti del mondo dei club newyorkesi, drag e transgender, performer di tutti i tipi che hanno trasformato la propria esistenza in una forma d’arte e che avevano già attratto fotografi del rango di Nan Goldin. Ma quello che rende unico e che caratterizza la cifra stilistica di O’Malley è il modo e la relazione che Alice intrattiene con loro: immortalati sempre nel suo studio, sempre in bianco e nero, sono chiamati a continuare a indossare la propria maschera anche al di fuori dei club notturni, congelando e perpetuandone l’esistenza.
Tutti i suoi ritratti sono scattati con una macchina fotografica degli anni Cinquanta donatale da una amica, l’unica con la quale l’artista da sempre lavora: durante ogni shooting, O’Malley si autoimpone il limite di otto scatti, preceduti da un’unica Polaroid, nella convinzione che sia un numero di immagini sufficienti a catturare la foto più autentica. Tra i suoi soggetti preferiti, ci sono alcuni tra i più famosi transessuali di New York, messi a nudo fisicamente e psicologicamente davanti all’obiettivo della sua macchina fotografica. Tra questi, oltre alla scrittrice Eileen Myles, la fotografa Justin Kurland, il proprietario del club “Kenny Kenny”, la drag Les Simpson (poi Linda Simpson) o la dottoresa Julia Yasuda, matematica ermafrodita che una volta accolse il pubblico di uno dei concerti di Antony completamente nuda, spicca sicuramente lo stesso Antony Hegarty, di Antony and the Johnsons, amico di Alice e colui che, più di tutti, ha contribuito al suo debutto come artista, tanto da essere proprio il performer a procurarle la sua prima personale newyorkese, alla Participant, Inc Gallery nel 2008.
Le sue fotografie sono già state esposte al PS1/MOMA e all’ICP di New York.In occasione della mostra, Gender Bender presenta la band inglese The Irrepressibles live il 30 ottobre a Teatri di Vita. La band presenterà uno show la cui dimensione di genere e performativa coglie in pieno lo stesso spirito di “extravaganza” dei personaggi immortalati dall’O’Malley, che sarà presente in galleria il 24 ottobre per un incontro con il pubblico.
La mostra (23 ottobre – 8 novembre 2013) si compone di 20 scatti ed è curata da ONO arte in collaborazione con ISIS Gallery e Gender Bender. La mostra è patrocinata dal Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna. Evento in partnership con LUSH Italia e Impossible Project.
More info: http://aliceomalley.com