REGGIO EMILIA. Fabio Boni, Alessandra Calò, Fabrizio Cicconi. Sono questi i tre artisti scelti per inaugurare la mostra fotografica Officine Meccaniche Reggiane al nuovo Tecnopolo, nella sede delle ex Reggiane, un’azienda reggiana nata all’inizio del Novecento per produzione ferroviaria e di proiettili d’artiglieria e divenuta famosa sul finire degli anni Trenta, per la produzione di aerei da caccia. Nelle loro opere i tre autori mettono al centro le persone, il lavoro e i suoi luoghi con scatti che riflettono, con sguardi diversi, su una parte di storia di questa azienda diventata un pezzo importante della storia della città di Reggio Emilia.
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Fabio Boni, in particolare, in mostra porta una piccola parte di un progetto ideato da Corrado Rabitti (editore di Zoolibri) con la collaborazione di CGIL Reggio Emilia. Il progetto è stato realizzato insieme al fotografo Fabrizio Cicconi che ha ritratto anche operai al lavoro e lo storico Antonio Canovi, che ha raccolto numerose interviste e testimonianze degli operai ed impiegati presenti alle Reggiane, per documentare il lavoro di fabbrica nell’istante in cui viene perduto. Un materiale corposo che sarà oggetto di una futura pubblicazione.
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Alessandra Calò, invece, concentra la sua attenzione sui lavoratori delle Reggiane. Lo fa grazie ad un’indagine documentaria condotta attraverso una serie di interviste a chi ha lavorato nella fabbrica dalla metà degli anni Quaranta fino alla sua chiusura. Le storie si trasformano in ritratti ai quali si sovrappongono i segni stessi del lavoro. I disegni, i grafici e i calcoli diventano una specie di mappa che conduce lo spettatore al cuore delle immagini. Gli scatti diventano così una sorta di allegoria sul tema del lavoro, da un lato i ritratti che, nella loro delicatezza, raffigurano nelle pieghe dei volti le mille storie di chi ha abitato questi luoghi; dall’altro i fogli del lavoro stesso danno vita a inquietudini e interrogativi sul rapporto fra l’uomo e il lavoro.
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Fabrizio Cicconi, infine, porta al Tecnopolo il ritratto alcuni operai al lavoro (meccanica, tornitura, saldatura) di cui si sapeva già che alcuni sarebbero stati delocalizzati o esodati. Lo scopo è quello di creare una memoria/racconto sul luogo e chi lo ha reso vivo, attraverso anni di lotta e lavoro.
L’esposizione rimarrà aperta sabato 26 ottobre (dalle 16 alle 21), domenica 27 ottobre (10 – 13 e 16 – 19) e le domeniche di novembre (3, 10, 17, 24) dalle 16 alle 19.
Fabio Boni è nato nel 1965 a Reggio Emilia, dove vive e lavora, dedicando particolare attenzione al ritratto e alla fotografia sociale, producendo ricerche in Italia e all’estero dall’inizio degli anni novanta. Ha tenuto corsi e seminari sul ritratto fotografico presso il CFP Bauer di Milano, lo Studio Marangoni di Firenze, il Liceo Chierici di Reggio Emilia. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre e pubblicato in diversi cataloghi. Sue opere sono conservate presso collezioni pubbliche e private.
Alessandra Calò nasce a Taranto nel 1977. Vive e lavora a Reggio Emilia. Tra il 2009 ed il 2013 realizza dei progetti sperimentali che vengono inseriti e presentati in vari festival ed esposizioni personali (La Nuit de la Photographie Contemporaine – Paris; Fotografia Europea; IF Innovation Festival; Avantgarde Gallery – Berlin; SIFest Savignano Immagini; Colorno Photolife). Tra i suoi progetti: ANIME NEL CEMENTO, NDT, (IN)COSCIENZA, INTERIORE, VITE SENZA FINE Ha in attivo collaborazioni con artisti italiani e stranieri (Roman Kroke, Mark Burgess, Giovanni Lindo Ferretti), agenzie fotografiche e pubblicazioni su riviste. Ha preso parte a diversi progetti e partecipato ad esposizioni collettive: “Opera Fabbrica”, presso i Chiostri della Biblioteca Oriani, in collaborazione con la CGIL e l’accademia delle belle arti (Ravenna 2011); “Gli oggetti ci parlano”, tenutasi presso i Musei Civici e i Chiostri di San Pietro (Reggio Emilia 2012) in collaborazione con il Museo Temporaneo di Italo Rota e il Comune di Reggio Emilia; “Women in Fluxus”, presso Fondazione Palazzo Magnani (Reggio Emilia 2012), curata da F. Franceschini e S. Cavalchi; “Antipodi Apolidi” per AntWork – presso Spazio Gerra (Reggio Emilia, 2013), con la partecipazione di Lorenza Franzoni , a cura di Stefania Carretti.
Fabrizio Cicconi è nato a Reggio Emilia nel 1964. Intraprende la professione di fotografo a partire dal 1987. La sua ricerca verte, fin dall’inizio del suo lavoro, sull’immagine dell’uomo, come testimonia la sua prima personale “Padani” tenutasi nel 1991 a Palazzo Ruini a Reggio Emilia. Il suo lavoro, incentrato sul tema del ritratto, gli ha consentito di iniziare collaborazioni con istituti culturali e gruppi musicali; lavora inoltre per riviste ed agenzie dove realizza campagne pubblicitarie a livello nazionale. Nell’ Aprile 1995 collabora con i registi Davide Ferrario e Guido Chiesa per la produzione di un libro sul 50° Anniversario della fine della seconda guerra mondiale, documentando l’operazione culturale “Materiale Resistente” organizzata dal comune di Correggio in collaborazione con i C.S.I. Tra il 2006 e il 2007 realizza un progetto insieme al suo collega tedesco Kai-Uwe Schulte-Bunert, su due città divise in Italia Gorizia-Nova Gorica e in Germania Görlitz-Zgorzelec. Nel 2011 inizia una collaborazione con Francesca Davoli fotografando interni di abitazioni che vengono pubblicate sulle maggiori riviste di interni come storia di copertina di Elle Decoration Uk, Marie Claire e Marie Claire Maison, D Casa, Elle Decor NL e Norvegia. Oltre ad alcune mostre personali, ha al suo attivo la partecipazione a diverse esposizioni collettive, tra le quali Portfolio, immagini in movimento, nell’ambito di Modena per la fotografia (1995); AEmilia tenutasi a Reggio Emilia (1996) a cura di L. Gasparini e R. Valtorta; In tempo reale, curata da Franco Vaccari (1996); Sguardi personali organizzata tra 2001 e 2002 a Castelvetro (Mo)
INFO: www.fabioboni.it; www.alessandracalo.it; www.fabriziocicconi.it