ROMA. Si chiama “Evanescensea” ed è il progetto fotografico di Daniele Cametti Aspri che dà anche il titolo alla mostra ospitata nei locali delle fotoforniture Sabatini. Un progetto fotografico sulla percezione del ricordo dell’estate ed ha l’ambizione di astrarre lo spettatore, spingendolo oltre, in una dimensione in cui sfuggono precisi riferimenti di tempo e di luogo.
Sono scatti che “tempo” e “luogo” non hanno, come immagini direttamente rievocate da una memoria del cuore. Sono scenari dell’anima, da respirare ad occhi socchiusi quando la luce è forte ed il riverbero del sole che danza sulla superfice del mare “brulichìa” di miriade di coriandoli, quando le forme sfuggono tra i contorni sfuocati di un ricordo che si confonde con ciò che è stato e ciò che ancora sarà. Questo il motore “emozionale” più forte di questi semplici paesaggi del cuore, questo loro miscelare, come materia unica ed impalpabile, ricordi e sogni, le immagini vere con quelle di una realtà sognata e immaginata. E’ insomma una memoria di colori, di luce e di suoni che sembrano riecheggiare come da un orizzonte lontanissimo e che da quell’orizzonte traggono tutta la loro intensità emozionale. Ma c’è anche il margine per una sapiente costruzione per raccontarci di questa memoria del cuore. Guardo a quell’orizzonte studiatamente posto sul terzo in basso che spalanca il respiro dell’anima verso un cielo terso e chiarissimo, guardo al soggetto con il carrettino che Daniele colloca sul terzo a destra lasciando che tutto il resto deliberatamente sfuochi come appannato dal velo di una memoria che allenta le maglie del proprio ricordo. Tavolozza chiara e chiarissima di azzurri di luce e di sfumature d’aria perfetta per raccontarci, o dovremmo forse dire sussurrarci di questo scenario di emozioni intense.” Giuseppe di Gristina