ROMA. Umano, psicanalisi, fotografia. A Officine Fotografiche la mostra “Carnival Motel” con fotografie di Francesco Viscuso.
Scatti che raccontano storie tratte dai diari di Emerick Lenders; una realtà cruda e suggestionata che contempla personalità e stati d’animo della società contemporanea. Edgar, Paulette, Clarissa e altri personaggi vivono nello stesso motel, tutti con psicosi diverse. Il proprietario (immaginario) del motel si chiama Emerick Lenders e la sua curiosità nei confronti del comportamento umano gli fa prendere la decisione di rilevare, un giorno di Carnevale, quel motel da tempo abbandonato, ricco di suggestioni.
Personaggi come Edgar, che saliva le scale canticchiando canzoni d’amore e poi la sera si dedicava alla morte, o Paulette, creatura delicata che collezionava forbici e amava cucire, ma si tolta la vita su un cedro, in una giornata di primavera. Clarissa invece vagava quasi nuda e si prostituiva per pochi soldi e, sebbene alcolizzata e fumatrice dall’età di 13 anni, è morta a settantasette anni nel sonno, serena. Questi ed altri sono i personaggi che popolano il motel, un luogo che mette in scena attori senza teatro, cittadini senza città, orfani, schiavi, reietti, rifiutati, malati, assassini, criminali, ladri, prostitute: poeti.
Vite improbabili, ambientate in un luogo dove non si vedono mai le stanze. Immagini di folli, anime dal volto celato fasciati da un bianco e nero dal sapore gotico. Storie che aprono uno spiraglio sulla comprensione del dramma esistenziale, sulle loro piccole e grandi follie, sull’abisso dell’umana solitudine nell’epoca del delirio capitalistico. Artista del proprio tempo, Viscuso (alias Emerick Lenders) è artigiano delle immagini e della rappresentazione, vive la società cui appartiene esibendo una violenta critica della nostra società che produce ogni genere di aberrazione.
Francesco Viscuso nato a Catania nel Novembre del 1980, vive e lavora a Roma. Diplomatosi all’Istituto Statale d’Arte di Catania e laureatosi in Critica d’Arte all’Università di Roma “La Sapienza”, porta avanti da anni la sua ricerca artistica che, iniziata dalla pittura, spazia dal campo del ready made a quello dell’installazione (anche sonora) e del video. Tuttavia, resta la fotografia il suo principale mezzo espressivo. Le tematiche principali del suo lavoro sono il Tempo, la Memoria e il Trauma e nelle sue opere il dramma si mescola alla critica sociale in una ricerca sempre interiore che approfondisce la questione del proprio sguardo nel rapporto con l’esserci. La fotografia – e più in generale l’immagine stessa – non è per lui la possibilità di un contatto con una presunta realtà esterna, ma piuttosto “la luce della mente, terribilmente sconvolta”.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio. Tutte le fotografie in mostra saranno in vendita fino a chiusura esposizione.
Info: www.loolitart.net