BRESCIA. Renato Corsini, Gianni Berengo Gardin, Mauro D’Agati, Davide Ferrario, Rosi Giua e Uliano Lucas: sei fotografi e sei parallele ricerche fotografiche indagano la vita all’interno delle case circondariali italiane per “Dentro” fino al 30 aprile a Wavegallery Corsini.
In un preciso momento nel quale l’argomento carceri con gli annessi problemi di sovraffollamento, reinserimento e ricerca di soluzioni necessita di un’approfondita riflessione che coinvolge l’intera società civile, i quattro fotografi hanno lavorato in diversi istituti di pena indagando dal di “dentro”, dalle celle, per stabilire con i detenuti un rapporto che doveva necessariamente essere di reciproca fiducia, di unanime comprensione dei problemi e di autentico rispetto per le singole personalità.
Ne è scaturita una mostra ricca di umanità, lontana dal quel “sbatti il mostro in prima pagina” che l’argomento potrebbe suggerire; una serie di immagini nelle quali traspare l’autenticità di quello che i carcerati vogliono venga visto “fuori”. Un esempio di fotogiornalismo “etico” che pare non appartenere più alle esigenze dell’editoria contemporanea.
Gli autori .
Renato Corsini. Si interessa di fotografia dal 1970, affiancando alla sua principale attività di architetto quella di fotografo e gallerista. Ha pubblicato 12 libri di reportages (tra i quali Canton Mombello – Gente di Carcere del 2013) ed esposto in diverse gallerie italiane ed estere.
Gianni Berengo Gardin. Inizia a fotografare nel 1954, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, e dal 1965 vive a Milano. Si dedica al reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale. Le sue fotografie sono state pubblicate sulle più importanti riviste internazionali, ha vinto i più importanti premi fotografici (tra cui il World Press Photo nel 1963, il Premio Brassai, il Leica Oskard Barnack Award, il Premio Oscar Goldoni e il Lucie Award alla carriera). Ha pubblicato oltre 200 libri fotografici.
Mauro D’Agati. Palermitano, inizia a fotografare nel 1996, e si concentra, affascinato, sui fenomeni sociali siciliani. Le sue fotografie sono state pubblicate su varie riviste italiane ed internazionali, tra cui L’Internazionale, GQ, Le Monde. Ha pubblicato diversi libri fotografici, tra i quali Detenuti, del 2001.
Davide Ferrario. Davide Ferrario è nato a Casalmaggiore nel 1956. Ha iniziato a occuparsi di cinema come critico e distributore per la Cooperativa Laboratorio 80 di Bergamo. Ha esordito alla regia nel 1989 con “La fine della notte” seguito da “Anime fiammeggianti” (1994), “Tutti giù per terra” (1997), ”Guardami” (1999), “Dopo mezzanotte” (2004) e “Se devo essere sincera” (2004). Nel 2002, durante la ristrutturazione del quarto e quinto raggio del carcere di San Vittore, entra nelle sezioni deserte e fotografa i muri delle celle abbandonate.
Rosi Giua. Rosi Giua nasce a Cagliari nel 1961. I suoi lavori vanno dallo still life alla fotografia di architettura, dal ritratto al reportage sociale, con un interesse particolare per la fotografia di scena. Ha collaborato con “Il giornale di Sardegna”, “Sardegna e dintorni”, “Venerdì di Repubblica” e la “Gazzetta dello sport”.
Uliano Lucas. Cresciuto durante la ricostruzione della Lombardia post-bellica, frequenta la vita artistica e culturale di Brera e il Bar Jamaica. Inizia a dedicarsi al fotogiornalismo inteso come impegno civile, fotografando la vita operaia intorno a lui, oltre ai più grandi artisti dell’epoca e alle trasformazioni dell’Italia negli anni Sessanta e Settanta. Ha collaborato con le più importanti riviste nazionali ed internazionali (Il Mondo, L’Espresso, L’Europeo).