FIRENZE. Sono circa 2.000 gli iraniani a Firenze: dal dentista al calciante, dal musicista al lampredottaio. “Persia mon amour” è un viaggio del fotografo Edoardo De Lille e del giornalista Jacopo Storni nella più grande comunità iraniana d’Italia. E anche una mostra in scena nella Galleria di tappeti Boralevi (via Maggio) dal 12 al 28 aprile, iniziativa collaterale della manifestazione MiddleEastNow.
La mostra rappresenta il microcosmo della Firenze iraniana: medici, imprenditori, commercianti, studenti, musicisti, tappezzieri, calcianti, estetisti, trippai, baristi. Giovani e anziani, uomini e donne, rifugiati politici e intellettuali, tessuto vitale di una città che amano e vivono. Oltre 20 ritratti ripercorrono le loro storie, li ritraggono all’interno di un quadrato nero che, nell’idea del fotografo, rappresenta la loro identità culturale, bella e pesante al tempo stesso, e il loro Iran, velato e oppresso, però unico e indimenticabile. Paese da cui talvolta sono scappati, ma che rimpiangono ogni giorno.
Fotografie e storie che dipingono due mondi – l’Iran e Firenze – così vicini e così lontani. C’è il giocatore di Calcio Storico Fiorentino che anima la Curva Fiesole, ma preferisce il kebab alla bistecca. C’è la persiana che gestisce un chiosco di lampredotto e il venditore di tappeti che cita Serse e Dario. E poi i tanti bancarellai del mercato di San Lorenzo, il barista al Billionaire, il commerciante di tappeti star delle televendite sulle reti locali, il dissidente che promuove cortei anti-ayatollah e la musicista che suona il liuto iraniano alla Verna. C’è il rifugiato politico condannato a morte a Teheran e l’architetto che ha chiamato sua figlia Sussan, che in persiano significa Giglio. Dicono tutti che il loro futuro sarà Firenze, ma l’Iran bussa costantemente alle porte dei loro cuori.
Edoardo Delille. Nato a Firenze, ha scoperto la fotografia dopo aver capito che fare l’avvocato non sarebbe stato il suo sogno. Si è formato alla Fondazione Marangoni, per poi trasferirsi a Milano, dove ha iniziato a lavorare per la moda e la pubblicità. E’ uno dei fondatori del collettivo fotografico Riverboom. Ha pubblicato storie e reportage su alcune delle riviste più autorevoli riviste del mondo (Sunday Times, Stern, Le Monde) dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda.
Jacopo Storni, giornalista fiorentino, scrive su Corriere.it, Corriere Fiorentino e Redattore Sociale. Si occupa prevalentemente di tematiche sociali. Ha scritto il libro sull’immigrazione ‘Sparategli! Nuovi schiavi d’Italia’ (2011, Editori Internazionali Riuniti)