LAUSANNE (SVIZZERA). Ultimi giorni per poter vedere la “Astonish Me!” la mostra di Philippe Halsman al Musée de l’Elysée.
In mostra, per la prima volta, tutta la carriera del fotografo americano, dai suoi esordi a Parigi nel 1930 per l’enorme successo del suo studio di New York tra il 1940 e il 1970.
Nel 1921, Philippe Halsman ha trovato la vecchia macchina del padre, e ha parlato di un “miracolo” quando ha sviluppato le sue prime lastre di vetro nel lavandino del bagno della famiglia. Lui aveva 15 anni, e questo è stato il primo incontro con la fotografia di qualcuno che sarebbe diventato uno dei fotografi più importanti del XX secolo.
Halsman è stato in grado di andare a Parigi grazie al supporto del ministro francese Paul Painlevé il cui figlio Jean, un regista scientifico, gli ha dato una delle migliori macchine fotografiche del tempo al suo arrivo. Rimase a Parigi per dieci anni, fino al 1940. Durante questo periodo, ha collaborato con le riviste Vogue, Vu e Voilà e ritratti realizzati su numerose celebrità come Marc Chagall, Le Corbusier e André Malraux. Ha esposto i suoi lavori più volte al avant-garde galleria Pléiade, accanto a fotografi come Laure Albin Guillot, il cui lavoro è stato esposto al Musée de l’Elysée nel 2013.
Fuggendo nazismo, lasciò Parigi nel 1940 e si trasferisce a New York. Lì, ha lavorato per molte riviste americane, tra cui la vita, che lo ha portato a contatto con celebrità tra cui Marilyn Monroe, Rita Hayworth, Duke Ellington, il Duca e la Duchessa di Windsor, Richard Nixon, Albert Einstein.
Lungi dal limitandosi a fotografare celebrità, per tutta la sua vita Halsman non ha mai smesso di sperimentare e superare i limiti del suo mezzo. Ha collaborato con Salvador Dalí per oltre 30 anni e ha inventato ‘jumpology‘, che consisteva nel fotografare una ‘personalità artistica’ intento a saltare per creare spontanei e autentici ritratti. “Quando chiedete ad una persona di saltare- diceva- la sua attenzione è principalmente rivolta verso l’atto di salto e cade la maschera in modo che appaia la persona reale”. Una tecnica fotografica ma anche uno strumento per analizzare la psicologia del soggetto fotografato dove Halsman ha notato la grande diversità delle posizioni dei vari partecipanti, rivelatori di segni del loro vero carattere.
Campione dell’approccio diretto, Philippe Halsman anche sperimentato una vasta gamma di tecniche per catturare l’essenza dei suoi soggetti ed esprimere la propria individualità. Molti ritratti, poi, divennero immagini iconiche come le sue 101 copertine di riviste Life. In questa retrospettiva si potranno vedere alcuni di questi originali documenti.
Dopo Losanna, la mostra approderà al Jeu de Paume di Parigi (13 ottobre 2015 – 14 febbraio 2016), alla Kunsthal di Rotterdam (27 febbraio – 5 giugno 2016), al CaixaForum di Barcellona (19 luglio-30 ottobre 2016) e al CaixaForum di Madrid (29 novembre 2016 – 12 marzo 2017).