GENOVA. Figure femminili venute da un mondo antico ritrovano la propria storia nel mistero di un negativo. E lasciano che lo sguardo penetri oltre la trasparenza, fino a scoprire paesaggi nascosti. Sono giardini segreti quelli che la fotografa reggiana Alessandra Calò presenterà dal 29 novembre al 31 gennaio 2015 alla VisionQuesT Gallery di Clelia Belgrado. Il progetto, nato a Reggio Emilia ed esposto per la prima volta nel 2014 durante Fotografia Europea (festival internazionale di fotografia), è stato selezionato dai curatori Elio Grazioli e Gigliola Foschi e si è aggiudicato il primo premio nella Sezione Off e si tratta di un’installazione di tredici opere che fa riaffiorare emozioni e pensieri dimenticati.
Nel nostro mondo così attento all’esteriorità, all’immagine che diamo di noi stessi, nel tempo in cui il selfie sembra essere il passatempo più di moda, trovare la chiave che apre il giardino segreto custodito dentro di noi può non essere cosa semplice.
Ognuna delle opere si compone di un cubo nero, nella cui facciata frontale è inserito un negativo su lastra di vetro, raffigurante una donna dei primi anni del secolo scorso. Una finestra, che nasconde e al contempo svela – attraverso il ribaltamento della visione dato dal negativo – quanto si cela all’interno del cubo stesso: il giardino segreto. Qui, arbusti e fiori si sommano e si mescolano alle figure ritratte, invitando lo spettatore a mettere a fuoco emozioni forse troppo sbiadite per germogliare da sè. Ogni cubo poggia su una struttura in ferro dotata di cassetto: qui è custodito l’ennesimo “segreto”, una breve opera letteraria che l’artista ha affidato ad un’altra donna. Differenti per età, professione, religione e provenienza, esse hanno dato un nome alla figura “adottata”, ne hanno interpretato lo sguardo e, parlando in prima persona, hanno immaginato l’altra, mescolandola con se stessa: le hanno dato pensiero e voce. Una messa in parola del contenuto emotivo che l’opera porta con sé: un invito a far nascere una ricerca nello spettatore.
È questo un progetto, a cura di Valentina Ferretti, dotato di profondità e fascino inconsueto: i volti ritratti, i testi che danno loro voce, la sensibilità e l’estetica che li accompagnano. Ambiziose anche le firme che accompagnano la parte letteraria. Tra le attuali 23 scrittrici: Mari Accardi, Premio Subway-Letteratura e attualmente finalista al Premio Settembrini; Emmanuela Carbè, Premio Campiello; Mara Redeghieri voce degli Üstmamò, Francesca Amati cantautrice dei Comaneci e degli Amycanbe; Beatrice Baruffini, attrice al Teatro delle Briciole e Premio Scenario; Faezeh Mardani, traduttrice delle opere di Abbas Kiarostami e Forugh Farrokhzad.
In ogni tappa del progetto – che partirà da Genova per poi spostarsi ad Amsterdam e Aix En Provence – verranno proposte opere differenti, per alcune delle quali l’artista ha scelto di approfondire il legame con il territorio avvalendosi della collaborazione di autrici “locali”. Per questa edizione genovese, Rossella Bianchi, presidente dell’associazione Princesa (associazione fondata da Don Gallo) e autrice de In via del Campo nascono i fiori; Oriana Mariotti, attrice, doppiatrice e attualmente conduttrice Tg dell’emittente ligure Telecity; Flavia Fedele, indagatrice attenta sui misteri di una città tutta da scoprire.
Alessandra Calò. Nasce a Taranto (Italy) nel 1977. Sviluppa in maniera autonoma la passione per l’arte, concentrandosi prima sulla fotografia e successivamente sulla sperimentazione di materiali e la creazione di installazioni. Il tema predominante è la memoria ed il ricordo, inteso come stato d’animo della riconciliazione con un presente concreto, anziché rievocazione estenuante dell’attimo perduto per sempre. Oltre alla fotografia, si avvale spesso dell’arte dell’appropriazione, con un linguaggio intenzionato a suggerire emozioni senza troppo descrivere. Le sue opere sono apprezzate e spesso ospitate in festival fotografici, gallerie italiane ed estere. Tra i suoi progetti più importanti: “Gli oggetti ci parlano” per il museo temporaneo dell’architetto Italo Rota, attualmente visibile presso i Musei Civici di Reggio Emilia; “Women in Fluxus” esposto e acquisito dalla Fondazione Palazzo Magnani; “Antipodi Apolidi” per il Museo di Arte Contemporanea Spazio Gerra; “Vite Senza Fine” per il Tecnopolo di Reggio Emilia che riceve successivamente la segnalazione nel Concorso Internazionale di Arte Contemporanea Premio Celeste – sezione fotografia e grafica digitale; “NDT – No Destructive Testing” esposto per La Nuit de la photographie contemporaine di Parigi, per la galleria tedesca Berlin Avantgarde, selezionato per il festival SI FEST di Savignano sul Rubicone e per la galleria francese Fontaine Obscure di Aix en Provence. Presenza costante durante il Festival Fotografia Europea, nel 2013 è tra i finalisti del Premio OFF e nel 2014 vincitrice, con l’installazione “Secret Garden” presso Palazzo Brami. Ha curato la fotografia per: “The Dance of Resistance – Adolf Reichwein, a biography in movement” in collaborazione con State Ballet School of Berlin e l’artista tedesco Roman Kroke; “Saga Opera Equestre” spettacolo teatrale e libretto d’opera dell’artista italiano Giovanni Lindo Ferretti; Ha partecipato al progetto editoriale “In t’la nudda”, indagine sociale sull’appennino Reggiano (edizione ABao Aqu). Alcune sue installazioni sono state pubblicate su riviste di interior design:Marie Claire Maison, ElleDecoration UK, Nest, Schoner Vohnen, Abitare.