MILANO. Da Zurigo a Milano per Mia Fair. Dall’11 al 13 aprile, Galerie & Edition Stephan Witschi porterà in esposizione al pubblico milanese l’ultima serie di Jungjin Lee “Unnamed Road”. Si tratta di un progetto che si approccia ai territori contesi di Israele e della Cisgiordania attraverso la fotografia di paesaggio caratterizzata da una vastità elementare che è allo stesso tempo potente e serena.
[quote_box_center] “Il mio progetto si concentra sui deserti e la terra che contiene strati di storia. La terra è sempre stata mutevole, alcune verità fondamentali però non sono mai cambiate. Attraverso le mie fotografie volevo concentrarmi proprio su questo aspetto e rivelarlo. Si può sentire la storia di un paese nel suo paesaggio. Il terreno mostra frammenti di vite passate. Ciò che rimane nel presente ti dà una sensazione di quanto è successo in passato. In questo senso, il paesaggio vario può essere affrontato sia fisicamente che emotivamente. Quello che cerco nelle mie fotografie è l’elementarità della vita. Si tratta dello stato solitario dell’essere umano. La vita cambia in superficie, come un oceano. L’acqua è in continuo movimento sulla superficie. Ma in profondità, al centro della terra, non c’è movimento. “ Jungjin Lee [/quote_box_center]
La serie “Unnamed Road” di Lee è parte di una mostra itinerante di dodici fotografi, tra cui Thomas Struth, Jeff Wall e Josef Koudelka chiamata “This place”. “This Place” sarà in mostra al Tel Aviv Museum of Art, al Brooklyn Museum of Art, al Norton Museum of Art e in altri musei in Europa, USA e Asia fino al 2016. Jungjin Lee è una delle più celebri fotografe coreane dei nostri tempi. Il suo lavoro è esposto tra le collezioni del Metropolitan Museum of Art, al Whitney Museum of Art, al Los Angeles County Museum of Art, al Museo Nazionale di Arte Contemporanea in Corea, e in altri musei. Questa è la sua seconda mostra personale con Galerie Stephan Witschi.