MILANO. Impressione artefotografia partecipa a Mia Fair presentando l’artista Alessandra Di Consoli.
[quote_box_center]La memoria come luogo, come modo di essere, di sentire. La memoria come accumulo di oggetti, di persone, di un passato collettivo fatto di tante storie personali. La memoria che prende forma attraverso le storie, i ricordi, bloccati per sempre negli scatti fotografici che diventano il ponte tra il passato individuale e i ricordi condivisi. La memoria: autobiografia della stessa artista, che ha dovuto scavare nel suo passato, a lei sconosciuto fino a qualche anno fa, per scoprire il suo presente e dare forma alla sua ricerca d’identità.[/quote_box_center]
Alessandra Di Consoli, fotografa italo cilena, classe 1982, presenta all’edizione 2015 del Mia il suo “Labbra del tempo”. Sviluppato in più fasi, cinque gli anni di lavorazione, il progetto nasce dall’incontro tra la fotografa e l’area dismessa del Linificio Canapificio Nazionale di Cassano D’Adda, uno dei più grandi d’Europa, simbolo di tutte le aree industriali abbandonate. Chiuso negli anni Novanta dopo un lento declino, era un vero e proprio fiore all’occhiello dell’imprenditoria lombarda, circondato da altre eccellenze come il ponte di Paderno d’Adda del 1889 e il villaggio Crespi del 1878, esempio unico al mondo di «Company town» dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Veri e propri luoghi della memoria, che per il Canapificio cassanese si è rivelata un po’ troppo corta, se non fosse per l’opera di recupero svolta negli anni da Alessandra Di Consoli che è tornata e ritornata su questi luoghi alla ricerca dei vecchi utensili, i telai, le corde, le tele, i cassetti dalle chiusure arrugginite. Ma soprattutto alla ricerca delle persone. In oltre cent’anni di attività il canapificio ha dato lavoro a migliaia di persone, era una città nella città, che scandiva anche il passare delle ore con la sirena della produzione. E una volta fuori, c’era il Dopolavoro, dove fra i dipendenti s’intrecciavano conoscenze, amicizie e amori. Tre generazioni di cassanesi si sono date il cambio là dentro fino a che, nel 1995, ha chiuso definitivamente i battenti.
Ed ecco allora che in “Labbra del Tempo” vengono fermati nel tempo infinito dello scatto fotografico i volti, di queste tre generazioni assieme a un gesto, a un attrezzo a un simbolo che li unisce la loro storia personale con la grande storia della memoria collettiva: la Signora Giuseppina, 90 anni, operaia e poetessa multi premiata che cantava ad alta voce le sue poesie sulla strada per il lavoro e che, ormai cieca, porta con orgoglio tra le mani il “fuso” di corde che ogni giorno tesseva; il giovane Sghippo con il timbro che firma infinite volte la propria data di nascita, legata a doppia mandata a quella del linificio; Armando, con le chiavi di chissà quale cassetto – sicuramente con quelle della sua penna era stato forse il primo a riaprire le porte della memoria di questo luogo, scrivendone, Giovanni che per due anni ha usato quell’immenso martello di pietra che ora mostra con orgoglio, Valentina, che ci aveva solo giocato quando era bambina, ma che, come tutti gli altri, è legata dal suo dna a questo luogo. I ritratti della serie segnano il passo verso un passato che non si riesce in realtà a distinguere del tutto, ma forse proprio perché rappresentano la porta di accesso verso ciò che non si vede: l’invisibile racconto del tempo.
[quote_box_center]Spiega Alessandra di Consoli: “Penso fermamente che il luogo custodisca la forza di ciò che è stato e in potenza la sua possibilità di divenire. Ho guardato a quella fase in cui per brevi istanti l’area del Linificio si è caricata di nuova vita, di nuove energie creative. In quei momenti dove qualcuno o qualcosa in maniera imprevedibile ha creato nuove storie, ha aggiunto un nuovo strato, e ha lasciato aperta la possibilità di un passaggio verso altre memorie. Vedo uno spiraglio di luce dove si può attuare una nuova stratificazione di senso. Per dare un Senso a ciò che è stato e avere il coraggio di aprire nuove porte. Gli spazi, carichi di storia, si rivelano come luoghi non del tutto abbandonati, ma in attesa di essere di nuovo vissuti, costantemente attraversati dal tempo come fossero organismi vivi”.[/quote_box_center]
Labbra del Tempo è stata esposta: (con)TemporaryArt al Superstudiopiù 2008 Milano ARTBOOK MILANO 2009 Milano THE BOOK CLUB 2010 Londra L’opera “Giuseppina” è stata selezionata tra i 40 finalisti del premio Arte laguna 2011. L’opera “Gioco del Tempo” è stata selezionata nel concorso nazionale “Opera/Fabbrica” a Ravenna.
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Alessandra Di Consoli “Le labbra del tempo”
Mia Milan Image Art Fair, Milano 11-13 aprile 2015
Galleria: Impressione artefotografia
Testo critico a cura di Antonio Arévalo Sagredo
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