PALERMO. pittura, scultura, fotografia, installazione e -perchè no?- anche suono. E’ questa la scelta scelta per “Viaggio in Sicilia”, un progetto, ideato e prodotto da Planeta (a cura di Valentina Bruschi) che rientra nell’ambito delle attività multidisciplinari programmate dal direttore di Riso, Valeria Patrizia Li Vigni, per la valorizzazione dell’arte contemporanea, il rafforzamento e la coesione con il territorio. Dal 27 giugno al 2 agosto le opere realizzate per il progetto troveranno casa a Palermo, al Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia e alla Cappella dell’Incoronazione.
Sono presentati in mostra i lavori inediti, ispirati dal viaggio, di artisti che utilizzano linguaggi diversi – pittura, scultura, fotografia, installazione e suono – e scelti per la loro particolare sensibilità verso tematiche legate alla natura e al paesaggio: Adrianna Glaviano (New York, 1989), Paula Karoline Kamps (Bergisch Gladbach, Germania, 1990), John Kleckner (Iowa, 1978), Carlo e Fabio Ingrassia (Catania, 1985) e Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978). Quest’ultimo e i gemelli Ingrassia fanno parte dell’Archivio S.A.C.S. – Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia, istituito dal Museo Riso per la valorizzazione e promozione della giovane arte siciliana.
Durante il viaggio, gli artisti sono stati affiancati dalla scrittrice Tiziana Lo Porto che, dal periodo della residenza ad oggi, ha seguito il progetto annotando appunti e suggestioni sul blog.
LA MOSTRA. Adrianna Glaviano e Ignazio Mortellaro hanno realizzato un reportage fotografico del viaggio, utilizzando tecniche e apparecchiature fotografiche diverse – tra cui una vintage Polaroid Land Camera 195 – catturando immagini analogiche e digitali dei paesaggi. La mostra raccoglie una selezione di Polaroid realizzate dagli artisti e alcuni scatti di Adrianna Glaviano. Una di queste immagini è stampata su seta e appesa alle pareti in pietra della Cappella dell’Incoronazione, come un arazzo. Lo sguardo della fotografa, volto a esplorare le relazioni manifeste e sotterranee tra paesaggio e identità dei luoghi, si caratterizza per un’attenzione ai dettagli naturalistici, con una particolare predilezione per la rarefazione dello sguardo.
Paula Karoline Kamps ha realizzato delle tele di grandi dimensioni a tecnica mista e inchiostro su tela, in cui memorie del viaggio sono trasfigurate in immagini oniriche – il pattern dei pavimenti barocchi decorati in pietra lavica e un braccio maschile tatuato – secondo la cifra stilistica propria dell’artista, tra astrazione e figurazione. Un colore blu intenso domina lo sfondo di una delle tele, dove cielo e mare si confondono dando origine a un orizzonte continuo, come quello che circonda l’isola.
John Kleckner presenta una grande pittura che gioca con la “mimesi” della tecnica del collage attraverso l’uso di forme surreali e astratte in una sovrapposizione di campiture di colore e inserti figurativi. Ricordi del viaggio sono trasfigurati in simboli e rimescolati tra loro all’interno di una composizione astratta, tra reale e artificiale, in una continua ricerca di equilibrio della composizione.
Carlo e Fabio Ingrassia realizzano due installazioni site-specific. La prima, collocata all’interno del muro della navata centrale, in tre spazi lasciati liberi dai conci di tufo mancanti, è costituita da opere a pastello di piccole dimensioni, per le quali gli artisti hanno preso spunto dalle immagini di alcune facciate di Noto e Modica. La seconda installazione, nella cripta, fa parte della serie I limiti del perdono (progetto Velature): attraverso la meticolosa stratificazione e saturazione di infiniti strati di colore porpora disegnati a pastello su cartone, scaturisce il timbro più puro del pigmento in un’opera astratta.
Adiacente alla Cappella, nella Loggia dell’Incoronazione – che si affaccia sulla Cattedrale di Palermo – Ignazio Mortellaro ha progettato una scultura utilizzando materiali come ferro e acciaio, mostrando una personale cosmogonia del viaggio che risponde a una misurazione utilizzata dagli architetti arabi alla corte dei re normanni di Sicilia, in riferimento all’architettura di questo particolare spazio espositivo. In uno spazio ipogeo della cripta, l’artista ha realizzato un’installazione site-specific con uno specchio inciso e un suono ambientale.