ROMA. “Some Kind Of Records” è il titolo della mostra di Alessio Cupelli ospitata, in occasione dell’edizione 2015 di Fotoleggendo, nella sede dell’ associazione culturale 001, in via Pisoniano 9.
Si tratta di opere in bianco e nero, una sorta di diario, un ‘taccuino d’appunti e schizzi’ nati in corso d’opera nei viaggi di Cupelli che dal 2012 è anche fra i fondatori del collettivo indipendente 001.
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Nel 2014 il mio lavoro di assistente mi ha portato a viaggiare qua e là per tutto il mondo, dalle fattorie australiane alle metropoli asiatiche, europee, americane. Da questo viaggio nasce Some kind of records, una sorta di taccuino d’appunti e schizzi. Mi piace infatti pensare a queste fotografie come annotazioni scritte d’istinto nei miei momenti di solitudine, momenti che mi sono regalato, spesso sacrificando preziose ore di sonno, perché la solitudine è un lusso «[…] quando si può rimanere soli con se stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante…Il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’universo: dalla foglia che spunta di notte in un campo, fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addirittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni. […]», diceva Fabrizio De André in Elogio della solitudine.
Mi sono trovato perso in metropoli sconosciute nelle ore notturne, ma in queste immagini mi sono ritrovato. Riconosco in esse la prova visiva della giustezza e coerenza dei miei pensieri, emersi in quei momenti di accordo con il circostante.
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Alessio Cupelli (Liegi, 1981) cresce nello studio fotografico dei suoi genitori a Pescara e si diploma al liceo artistico. Dopo gli studi in cinema al Dams di Bologna e le esperienze lavorative come film maker, decide di tornare alla fotografia trasferendosi a Roma dove consegue il Master di tre anni alla Scuola Romana di Fotografia, diplomandosi nel 2011. In quello stesso anno inizia a lavorare come assistente del fotogiornalista Paolo Pellegrin con il quale ancora collabora in vari progetti. Nel 2012 è fra i fondatori di 001, il collettivo indipendente al quale fa tutt’oggi riferimento. Nell’ultimo periodo il suo approccio è quello di uno street photographer, con uno sguardo molto personale e spesso denso di richiami cinematografici.