MILANO. Dal 17 settembre al 15 ottobre Slide Lounge (all’Ex Casello Doganale della Darsena) ospiterà la mostra “Estetica del garage” con scatti di Virginia Bettoja.
L’esposizione sarà ospitata all’interno della Slide Lounge, gestita dall’Associazione M.A.T. nella neo-riqualificata area pedonale adiacente alla Darsena, in un nuovo spazio espositivo nato per gli appassionati di fotografia. Il progetto di Superstudio 13 inaugura, in collaborazione con AFIP International, un inedito e ampio corso di mostre tematiche a Milano dedicate alla fotografia.
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“Ci sono luoghi non importanti. Trascurati. Di transito. Luoghi che nella nostra vita non ci rubano che il tempo di uno sguardo e l’attenzione di un attimo. Il garage è uno di questi. Sporco, polveroso, bistrattato, ma che spesso nasconde architetture dalle armonie inaspettate, linee geometriche sorprendenti, logiche estetiche ben strutturate.
Sono sempre rimasta attratta da ciò che non ha alcun fascino apparente. Mi costringe a fare più lavoro, a fermarmi e cercare. Questo progetto nasce dalla volontà di porre l’attenzione su ciò che non è espressamente considerato come interessante o bello. Dalla voglia di spolverare lo sguardo.” Virginia Bettoja
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di Leonello Bertolucci
Una rampa che sale, geometrie variabili, linee sbilenche, estintori, prese d’aria, finestroni, odori meccanici. Luoghi di utilità si direbbe, non di affetti: nessuno li arreda, nessuno li lustra, nessuno ne mostra orgoglioso quella loro estetica inapparente.
E invece come cambia la percezioni di un garage se ci entri a piedi e non in auto, in silenzio, magari di notte.
Gli spazi si dilatano, come la tua percezione, cominci a vedere e sentire una coerenza estetica là dove nessuno la vede, e dopo un po’ questo mondo disegnato nell’ombra ti sembra familiare, come le sue geometrie non euclidee di universo parallelo.
C’è un disegno dietro tutto questo? O il caso è architetto solo per chi ha occhi e antenne?
La nostra abituale distrazione c’impedisce di considerare che il garage vive una vita propria fatta di vite altrui. E scopri che l’estetica del garage avvolge l’inattesa l’empatia del garage.
Allora vedi l’altra sua faccia, la sua vocazione di contenitore di storie.
Un’auto è sempre un contenitore di storie: nel suo abitacolo passano pezzi di vita, amori, litigi, pensieri, avventure. L’auto sa molto di noi. E se l’auto contiene storie, il garage contiene tutte le storie di tutte le auto che contiene. In questo senso, mentre i tuoi passi risuonano nel silenzio – e le auto sembrano dormire – cominci a riconsiderare la vera essenza di un garage: uno scrigno pieno di pietre preziose, le storie appunto.
Ma poi succede che Virginia avverte tutto questo come parte del suo vissuto e ci entra con la macchina fotografia, creando un cortocircuito immaginifico: usa la fotografia, anch’essa contenitore di storie, in un contenitore di contenitori di storie quali sono – come detto – le auto. Una sorta di “matrioska narrativa”, insomma.
Imbocchiamo infine la rampa dell’immaginazione e possiamo sentire voci che bisbigliano: di notte, mentre gli umani dormono, le loro auto si confidano in libertà tutti quei segreti che di giorno fingono di custodire.
Celato nella sua estetica fuori dal tempo e dunque “per sempre”, il garage vive intensamente di vite sospese, di viaggi interrotti, di altrui attese, di sogni a quattro ruote.
Esco come mille altre volte dal garage dove lascio l’auto, ma questa volta mi sorprendo a salutarlo, mentre la rampa che scende mi rituffa nel caos di un mondo senza estetica.
Cocktail Vernissage: Giovedì 17 settembre alle 18. Presentazione a cura di Leonello Bertolucci
Orari:
Mar – Ven ore 13 – 19
Sab – Dom ore 11 – 19