MODENA. Inaugurerà nelle sale espositive del Mata la mostra “Il manichino della storia: l’arte dopo le costruzioni della critica e della cultura”. Curata da Richard Milazzo, la mostra presenta circa 90 capolavori appartenenti a collezioni private del territorio, realizzati nel periodo compreso fra gli anni Ottanta e i nostri giorni.
Nel percorso espositivo dipinti, sculture, fotografie e installazioni, opera di quarantotto artisti protagonisti della scena artistica internazionale degli ultimi decenni provenienti da 10 Paesi nel mondo (Italia, Gran Bretagna, Svizzera, Panama, Germania, Brasile, Giappone, Iran, Cina, e Stati Uniti d’America): William Anastasi, Jean-Michel Basquiat, Donald Baechler, Carlo Benvenuto, Ross Bleckner, Alighiero Boetti, Jake and Dinos Chapman, Sandro Chia, Francesco Clemente, Gregory Crewdson, Enzo Cucchi, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Urs Fischer, Nan Goldin, Andreas Gursky, Peter Halley, Jenny Holzer, Mark Innerst, Alex Katz, Anselm Kiefer, Louise Lawler, Annette Lemieux, Robert Longo, Allan McCollum, Malcolm Morley, Vik Muniz, Takashi Murakami, Shirin Neshat, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Richard Prince, Thomas Ruff, David Salle, Salvo, Mario Schifano, Julian Schnabel, Andres Serrano, Cindy Sherman, Kiki Smith, Haim Steinbach, Philip Taaffe, Wolfgang Tillmans, Felix Gonzáles-Torres, Franco Vaccari, Meg Webster, Chen Zhen.
Mentre testimonia la direzione niente affatto provinciale del collezionismo locale – quasi tutte le opere provengono da collezioni private del territorio – la mostra solleva questioni che interrogano la natura stessa dell’arte e le sue pretese. Realizzate negli ultimi tre decenni soprattutto in ambito newyorchese, le opere fanno scorrere davanti agli occhi una rapida successione di stili e movimenti. Concettualismo, Appropriation art, Neo-Pop, Superkitsch, Arte povera, Transavanguardia, Neo-espressionismo, varie modalità di Realismo, YBA (Young British Artists), Scuola di Düsseldorf, Figurazione, Astrattismo, Iperrealismo, e via e via, etichette con cui la critica e l’organizzazione del mercato hanno tentato di effettuare una presa entro un divenire accelerato che ostenta sempre il superamento di un movimento sull’altro.
Proprio lo sguardo diacronico di grandi collettive come questa lascia intravedere qualcosa oltre le tante maschere dell’arte. Nel moto accelerato con cui “prova ad eludere o sopravvivere alla storia dell’arte”, l’arte arriva a conoscere e mostrare qualcosa di se stessa. Porosa e aperta anche verso quei processi che la negano come tale, l’arte non cessa però di sovvertirli, continuando a sua volta a negare impietosamente le varie etichette del guardaroba della moda. In questa doppia negazione dialettica, l’arte contemporanea esprime ed illumina il Moderno – Die Neue Zeit, il tempo nuovo – e mostra quell’Altro in sé che continua a perseguire.
[quote_box_center] “L’arte si è trasformata in uno spettacolo – dichiara Richard Milazzo, curatore della mostra – non solo per le case d’asta, le fiere d’arte, le gallerie commerciali, i musei e i collezionisti, ma anche per i critici, i curatori, i media, in larga parte per gli artisti stessi. L’arte, di conseguenza, in quanto spettacolo, è diventata un manichino”. [/quote_box_center]
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Il manichino della storia
Dove: Mata, via della Manifattura dei Tabacchi 83, Modena
Quando: dal 18 settembre al 31 gennaio 2016
Ingresso: 5.00 €; gratuito 0-12, portatori di handicap con accompagnatore, gruppi e scuole con accompagnatore, la stampa accreditata
Ingresso gratuito il 18, 19 e 20 settembre, durante il festivalfilosofia, sabato 10 ottobre 2015, Giornata del Contemporaneo, e domenica 31 gennaio 2016, S. Geminiano, giornata del Santo Patrono di Modena (orari:
venerdì 18, 9.00-23.00, sabato 19, 9.00-1.00, domenica 20 settembre, 9.00-21.00).
Orari: dal 22 settembre 2015 al 31 gennaio 2016. Lunedì chiuso. martedì 15.00-18.00. Dal mercoledì al venerdì 10.30-13.00 / 15.00-18.00 ; sabato, domenica e festivi 10.30-19.00. 25 dicembre 2015 e 1 gennaio 2016 15.00-19.00
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