LODI. Fino al 25 ottobre, nelle sale dell’Ex Chiesa di San Cristoforo, sarà aperta la mostra El costo humano de los agrotóxicos di Pablo Ernesto Piovano.
L’esposizione — inserita nell’ambito dello Spazio Tematico: Il cibo che uccide del festival di Fotografia Etica— propone l’omonimo progetto del fotoreporter argentino, incentrato sulla diffusione delle colture geneticamente modificate in Argentina e, soprattutto, sul conseguente massiccio impiego di diserbanti, i cui effetti devastanti colpiscono le fasce più vulnerabili della popolazione.
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«Nel 1996 il governo argentino — spiega l’autore — approvò in soli tre mesi grazie a una procedura amministrativa la coltivazione di soia transgenica e l’impiego dell’erbicida glifosato su coltivazioni geneticamente modificate resistenti al diserbante. Da allora l’Argentina è diventata terra di sperimentazione per le multinazionali dell’agribusiness, divenendo uno dei maggiori produttori di soia transgenica. L’Argentina ha approvato l’impiego di OGM senza condurre indagini interne e basandosi, come unica evidenza scientifica, sulle ricerche pubblicate dall’azienda Monsanto».
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Una leggerezza che ora rischia di esser pagata a caro prezzo dalla popolazione. Studi medico-scientifici hanno infatti fatto emergere il lato oscuro dell’uso incontrollato di pesticidi, rivelando un’emergenza sanitaria che attualmente coinvolge circa 12 milioni di persone, vale a dire un terzo della popolazione del paese.
«Nel 2012, circa 200 milioni di litri di agro-tossici sono stati sparsi su 21 milioni di ettari — prosegue Piovano — che rappresentano il 60% della terra coltivabile. In alcuni villaggi, in dieci anni, i casi di cancro nei bambini sono triplicati e le malformazioni nei nuovi nati sono salite del 400%».
Tuttavia, nonostante i terreni coltivati a OGM in Argentina coprano oggi una superficie di 28 milioni di ettari, a fronte della scomoda verità emersa dalle evidenze medico-scientifiche non esiste ancora alcuna informazione ufficiale sul tema.
Il lavoro di Piovano alza perciò il sipario su una tragedia che sta assumendo, nel silenzio, proporzioni spaventose. Un susseguirsi di adulti e bambini che, fin dalla nascita, soffrono di malformazioni rare, malattie della pelle e problemi respiratori proprio a causa dell’indiscriminato e incontrollato uso di pesticidi.
PABLO ERNESTO PIOVANO
Nato il 7 settembre 1981 a Buenos Aires (Argentina), Pablo Ernesto Piovano inizia la sua carriera di fotografo a 18 anni, lavorando per il quotidiano Página/12. Nel 2011 viene selezionato per la Joop Swart Masterclass del World Press Photo e, sia nel 2005 sia nel 2014, ottiene una borsa di studio presso la Fondazione García Márquez. L’autore trascorre il 2001 documentando la tragica crisi socio-politica argentina e, nel 2002, pubblica insieme ad altri fotografi il libro Episodios Argentinos, Diciembre y después (con testi di Tomas Eloy Martínez). Dal 2004 al 2008 coordina un workshop di fotografia per ragazzi e adolescenti in situazione di rischio sull’Isola Maciel, esitato nella pubblicazione del libro Ojos y voces de la Isla. Nel 2014 espone il lavoro Retratos 2004-2014 alla Bienal de Fotografía Documental di Tucumán (Argentina). Nel 2015, invece, con il reportage El costo humano de los agrotóxicos, Piovano si aggiudica numerosi premi, tra cui quello della Fondazione Manuel Rivera Ortiz, del Festival internacional de la imagen (FINI) e del POY Latam. Il lavoro gli consente inoltre di comparire tra i finalisti nell’ambito del Burn Emerging Photographer Fund Grant e del Premio Photo-España Ojo de Pez de Valores Humanos 2015.
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El costo humano de los agrotóxicos
FESTIVAL DI FOTOGRAFIA ETICA. Area tematica Il cibo che uccide
Dove: Ex Chiesa di San Cristoforo, via Fanfulla 14, Lodi
Quando: 10-11 / 17-18 / 24-25 ottobre 2015
Orari: sabato e domenica ore 9,30 – 23,00
Ingresso: 10,00 €. Alle biglietterie verrà fornito un braccialetto identificativo che permetterà l’accesso multiplo alle mostre e a tutti gli incontri per tutta la durata del Festival. Il braccialetto è impermeabile e non deve essere rimosso, pena la perdita del diritto di accesso.
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