fino al 30 gennaio 2016.
Ciò che accomuna Raphaël Dallaporta, Giorgio Di Noto e Monica Haller, al di là della scelta del medium fotografico come principale mezzo d’espressione, è il fatto che appartengono tutti alla medesima generazione. Essendo nati dopo il 1980 hanno vissuto direttamente il passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale. Le guerre e i conflitti con cui sono venuti a contatto non sono scoppiati inoltre nei loro Paesi d’origine, per quanto proprio quei tre Paesi (USA, Francia e Italia) siano stati coinvolti in numerose guerre all’estero. Le immagini di quei conflitti, ma anche quelle di altri che dilaniano il nostro mondo, circolano sempre più numerose su pubblicazioni, in televisione, mostre, post e video su Internet. Per effetto dell’era digitale nella quale viviamo, la quantità di immagini che si producono al giorno d’oggi è in diretta relazione con la diffusione dei vari media e con la democratizzazione delle tecnologie.
Raphaël Dallaporta è un artista francese la cui opera si rivolge a temi sociali come i diritti dell’uomo, ma anche a soggetti più simbolici quale è la fragilità della vita. Nel suo lavoro Antipersonnel ci presenta un icastico archivio di 35 mine antiuomo, che fotografa come fossero oggetti di lusso e correda di didascalie molto dettagliate. Queste immagini generano negli osservatori un cortocircuito che li obbliga a interrogarsi sul richiamo estetico del design di oggetti tanto pericolosi quanto dannosi.
La serie di libri di Monica Haller dal titolo Veterans Book Project non illustra solo le atrocità, ma anche la quotidianità che i soldati statunitensi e altre persone hanno vissuto sulla propria pelle nei conflitti più recenti condotti dagli USA. Nell’ambito di una serie di tredici workshop tenuti tra il 2009 e il 2014, i partecipanti hanno prodotto oltre 50 volumi di cui Monica Haller ha assunto la curatela e la pubblicazione. In queste opere si riconosce la rilevanza del curatore e dell’editore nella fotografia, ma anche le possibilità terapeutiche della fotografia stessa. La decisione di condensare tali testimonianze in volumi, anziché ostentarle in forma di video o di semplici stampe, è determinante considerata la durezza delle immagini. In tal modo l’effetto scioccante del materiale iconografico non travolge gli osservatori, ma piuttosto li invita ad approfondire quelle storie nella propria intimità e a soffermarsi sulle immagini solo finché cio` risulti loro sopportabile.
Malgrado la loro giovane età, o forse proprio grazie a questa, Dallaporta, Di Noto e Haller rivelano di avere confidenza sia con la sovrabbondanza di immagini del quotidiano sia con il dibattito legato all’etica e all’estetica nella fotografia. Le loro opere non sono né naïf né ciniche. Ci mostrano piuttosto come entrare in relazione visiva con tematiche estremamente delicate in maniera profonda.
Chapter 2 – The Conflict of ImagesDove: foto-forum, via Weggenstein-Straße 3f. I-39100 BolzanoQuando: fino al 30 gennaio 2016Orari: martedì – venerdì ore 15 – 19 ; sabato ore 10 – 12Info: tel +39 0471 98 21 59 ; www.foto-forum.it