MODENA. “Through the Looking Glass” è il titolo della mostra ospitata alla Metronom di Modena, con lavori di Martina della Valle, Annabel Elgar e Baerbel Reinhard.
Attraverso uno specchio mentale e ideale il lavoro delle tre artiste conduce a una osservazione della realtà non come singole immagini ma come a una sovrapposizione di immagini, una specularità che si traduce in una molteplicità, in cui il visibile e il simbolico si mescolano e si confondono. La natura, intesa come ambiente nel quale viviamo, diventa il teatro in cui va in scena questo passaggio, questo attraversamento di luoghi fisici e mentali. Lontani dalla dimensione del sogno ma vicini all’immaginazione e alla fantasia, i lavori di della Valle, Elgar e Reinhard raccolgono la sfida di usare elementi naturali, luoghi e oggetti e trasformarli con una chiara qualità simbolica ma allo stesso tempo limpida, chiara e accessibile.
Wabi-Sabi è, con una necessaria semplificazione, la bellezza delle cose imperfette, transitorie e incomplete. I dittici di Martina della Valle rispecchiano questo principio fondante, che quasi non ha parole di definizione, tanto è parte integrante della cultura giapponese. È infatti durante un viaggio in Giappone che della Valle entra in possesso di una scatola di negativi che contengono still life di ikebana. I segni del tempo e la poca cura nella conservazione, polvere, piccoli rami, frammenti di foglie, si mescolano ai negativi, dando quel senso di corrosione, di contaminazione che arricchisce invece di svilire. Le immagini delle composizioni vegetali (fiori, rami, frutta, sassi…) quasi rivivono nelle stampe a contatto dei frammenti componendo dei dittici che sovrappongono immagini di un mondo reale e di un mondo immaginato, un mondo che si ritrova non solo nelle stampe a contatto in scala 1:1, ma anche nell’installazione a parete, in cui la dimensione dell’ikebana è invece ingrandita fino alla massima resa consentita dall’acquisizione digitale e ritrova una qualità scultorea pur nella forma bidimensionale.
Il wabi-sabi di della Valle è privo di definizione univoca come l’heimat di Baerbel Reinhard richiamato nella serie Punctum. Non c’è definizione per la parola heimat che, per la lingua tedesca, è legata ai concetti di casa, di luogo natale, ma anche di natura in senso lato, una natura non solo fisica ma anche dell’interiorità, collegata cioè a una dimensione emotiva. Punctum è l’intersezione di questi spazi in cui l’insieme e il dettaglio sono sullo stesso piano, si compongono e si mescolano e di come l’uomo li vive e li percepisce. Il dettaglio, punto, si inserisce in uno sfondo che non è marginale ma costitutivo, e che comprende piccoli dettagli di luoghi della Germania e dell’Italia, in un tentativo di sintesi totalizzante. Singole parti di fotografie sono estrapolate e riassemblate e creano una natura quasi assoluta, nella sua dimensione fittizia.
Il viaggio di Annabel Elgar segue quello dei frammenti lunari, letteralmente moon rocks che provengono dalle missioni Apollo 11 e 17. 270 moon rocks sono stati regalati ai governi di paesi stranieri dall’amministrazione Nixon, di questi, per circa 180 si sono perse le tracce, e molto probabilmente alimentano un mercato di collezionisti e ricercatori. Tanto che nel 1998 una legge federale USA nominata “operation lunar eclipse” è stata promulgata per prevenire la vendita illegale di rocce e residui di polvere. Annabel Elgar parte da qui per un viaggio fantastico in cui i moon rocks sono ritrovati, grazie alla ricostruzione di una serie di indizi e di una loro probabile presenza tra cassetti di collezionisti, uffici postali e assemblamenti di polvere di luna.
Through the Looking Glass
Dove: Metronom, viale G. Amendola 142, Modena
Quando: dal 16 aprile al 4 giugno 2016
Orari: da martedì a sabato 15.00 / 19.00 e su appuntamento
Info: www.metronom.it