MILANO. Una sequenza di ritratti che indagano lo sguardo di alcune donne ivoriane coltivatrici di cacao, affacciate su una nuova prospettiva della loro esistenza: ricavare il primo riconoscimento economico e sociale della loro vita grazie all’impiego in una fabbrica di sapone, costruita nel cuore delle piantagioni di cacao. Un sogno realizzato da Solange N’Guessan con il sostegno di una Fabbrica di cioccolato italiana, la Luigi Zaini, e che Francesco Zizola ha documentato in un progetto sfociato in una mostra fotografica esposta, fino al 17 luglio, alla Triennale di Milano.

 

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Le nuove donne del cacao”, così si intitola l’esposizione, mostra una sorta di rivoluzione in corso tra alcune donne coltivatrici di cacao in Costa d’Avorio. Il fatto rivoluzionario è rappresentato dalla costruzione di un fabbricato dove le donne del posto producono sapone con gli scarti del cacao ma, soprattutto, ne ricavano un guadagno economico, fatto del tutto inusuale nelle zone rurali del Paese. Il progetto della fabbrica è di Solange N’Guessan, quarantenne ivoriana, a capo di 18 cooperative di coltivatori di cacao, che ha come missione il miglioramento della condizione delle donne del suo Paese.

 

Antoinette Amenanne. 44 anni_semi del cacao
Antoinette Amenanne. 44 anni_semi del cacao

 

“L’idea della fabbrica del sapone mi è giunta dopo molte notti insonni – racconta Solange N’Guessan–  interrogavo quei volti di donne invecchiate e indurite dalla fatica, dove trovavo rassegnazione, assenza di prospettive, ma anche una dignità inestinguibile.  Un giorno vedendole impegnate attorno a un fuoco a preparare l’impasto per fare il sapone, ho visto in quella attività la loro opposizione al degrado e alla miseria, il simbolo della loro dignità. Il progetto della fabbrica del sapone ha preso forma da quel momento. Ho trasformato una pratica antica in una produzione organizzata, con macchinari che hanno reso il lavoro meno faticoso e accessibile al maggior numero di donne possibile. È una fabbrica sostenibile perché utilizza materiali naturali del luogo: gusci del cacao e olio di palma. Per le vendite ci basiamo inizialmente sulle 5.000 famiglie di coltivatori, ma con un po’ di aiuto potremmo estenderle fuori dal nostro entourage. Questo vuole essere un inizio”.

Questo progetto è stato realizzato grazie al sostengo di un produttore di cioccolato italiano, la Luigi Zaini s.p.a. Con loro si è creata una vera e propria alleanza tra la gente che produce cacao e chi lo trasforma in cioccolato. Quando presentai loro il progetto mi dissero che la mia determinazione ricordava quella di Olga Zaini, nonna degli attuali proprietari, che fu a capo dell’Azienda in tempi in cui le donne in Italia non occupavano posizioni di comando; mi ha fatto piacere e per rimarcare questa affinità, con le donne della fabbrica abbiamo deciso di chiamare i saponi OLGA Z, come incoraggiamento alle donne che devono ancora combattere per la loro autonomia e dignità. Spero che i nostri saponi possano avere successo per dare possibilità a sempre più donne di partecipare, e che queste foto… facciano il giro del mondo per contagiare sempre più alleanze“.


 

Ho conosciuto Solange N’Guessan un anno fa nel villaggio dove sarebbe stato realizzato il suo sogno, mancava poco all’arrivo dei macchinari e la costruzione del fabbricato“. Racconta Francesco Zizola, “Volevo cogliere il senso dell’attesa di donne che non si sono mai concesse di pensare in prospettiva, ma solo al presente. Quel senso di attesa nei loro sguardi dignitosi è l’essenza della mostra. Sono tornato un anno dopo per cogliere il cambiamento e mi sono sempre più convinto che l’Africa cambierà solo attraverso le donne”.

 

Le nuove donne del cacao

Dove: Triennale di Milano, viale Alemagna 6, Milano

Quando: 1-17 luglio 2016

Orari: 10.30 – 20.30 da martedì a domenica.