Inaugura domani 10 ottobre alle 18, alla Galleria d’Arte Contemporanea Studiofaganel di Gorizia la mostra “Quello che rimane” di Sergio Scabar.

La mostra apre in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.

sergo scabar gorizia
Interno di un interno di un Ospedale Psichiatrico (1976) © Sergio Scabar Courtesy Studiofaganel

Sergio Scabar, classe 1946, è originario di Ronchi dei Legionari (Gorizia), dove vive e lavora. Il suo interesse per la fotografia inizia nei primi anni ’60. Dal 1966 al 1974 partecipa ad alcuni concorsi nazionali ed internazionali e la fotografia rappresenta per l’autore un medium di racconto.

Negli anni ’80, la figura umana non appartiene più ai suoi lavori e la sua attenzione è nei confronti della natura: rimane fedele alla tecnica analogica e ai sali d’argento realizzando esemplari artistici unici e rispetto alle opere precedenti, il metodo artigianale prevale.

Sergio Scabar
Interno di un interno di un Ospedale Psichiatrico (1976) © Sergio Scabar Courtesy Studiofaganel

Lo studio dei materiali ed il recupero dei metodi, la precisione e le tempistiche, l’utilizzo del registro di toni bassi, l’uso dei rapporti chimici e sensoriali, sono i mezzi creativi che contraddistinguono lo stile dei suoi lavori fotografici, spesso accostati alla pittura fiamminga, alle nature morte di Giorgio Morandi e alla pittura francese di Jean-Baptiste-Siméon Chardin.

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Autoanalisi (1978) © Sergio Scabar Courtesy Studiofaganel

La mostra

In mostra saranno esposte tre diverse serie.

Una prima serie dal titolo “Interno di un interno di un Ospedale Psichiatrico” (1976) è un reportage di una festa di Natale in uno dei padiglioni dello psichiatrico nel Parco Basaglia di Gorizia.

Quella struttura che, dietro la guida di Franco Basaglia e del suo team, all’inizio degli anni ’60 aveva avviato la prima esperienza anti-istituzionale nella cura dei disturbi psichiatrici trasferendo il modello della comunità terapeutica all’interno dell’ospedale.


Le immagini di questa serie sono in una sequenza serrata, come fotogrammi di un film. Scabar si trova inizialmente inserito tra le persone e l’ambiente per poi gradualmente allontanarsi dalla stanza e dal luogo dove avviene la festa e immergersi nel buio della notte.

Un clima di serenità e distensione, di reale umanità, emerge attraverso questa indagine-sopralluogo che ha la durata di una pellicola, di una festa.

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Autoanalisi (1978) © Sergio Scabar Courtesy Studiofaganel

Il secondo progetto titolato “Autoanalisi” (1978), pur sfiorando il tema del disagio psichico, intende occuparsi di linguaggio fotografico concettuale. Un vero e proprio “percorso visivo” attraverso gruppi di tre immagini identiche, un autoritratto dell’artista, sottoposte a degli interventi meccanici o chimici sempre più invasivi e distruttivi.
Quello che l’immagine subisce rimanda, anche se in maniera non del tutto intenzionale, al concetto di auto analisi, d’indagine di sé. Ogni sequenza di tre sembra rappresentare un diverso disagio o malessere che, di volta in volta, finisce con il mutare o perfino ledere l’identità del soggetto.

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Foto © Sergio Scabar (2017). Courtesy Studiofaganel


Chiude la mostra una fotografia del 2017 in cui un cumulo di scarpe dismesse e rovinate può essere vista come simbolo dell’abbandono dell’identità sociale da parte dei malati psichiatrici all’ingresso nei manicomi.

Durante il vernissage sarà presentata la pubblicazione “Quello che rimane” con le fotografie di Sergio Scabar e i testi di Giovanni Fierro, tutti inediti. I due artisti, che per la prima volta collaborano, con i loro lavori fatti di immagini e di parole, dialogano sul tema della salute mentale, si soffermano con la stessa curiosità e delicatezza sull’umanità dei “lunatici”.

Quello che rimane
Sergio Scabar
Giovanni Fierro
a cura di Sara Occhipinti e Marco Faganel

Dove: Studiofaganel, Viale XXIV maggio 15/c, Gorizia

Quando: dal 10 al 31 ottobre 2018

Orari: da lunedì a venerdì 9.30 – 13 e dalle 16.00 – 19.00. Chiuso sabato e domenica

Info:  +39 0481 81186 – studiofaganel.com

Inaugurazione mercoledì 10 ottobre ore 18.00 con letture di Giovanni Fierro e intervento di Franco Perazza

Catalogo mostra: Fotografie di Sergio Scabar, Testi di Giovanni Fierro, Prefazione Sara Occhipinti, Progetto grafico Andrea Occhipinti, Stampa Poligrafiche San Marco Comons (Gorizia)