Una storia visiva del Sudafrica dal punto di vista della comunità nera, lesbica e trans. E’ questa la ricerca dell’attivista sudafricana Zanele Muholi in mostra, con una ventina di opere fotografiche, alla galleria del Cembalo di Roma.
Alla ricerca d’identità
Nata a Umlazi, Durban, Muholi vive a Johannesburg. Nelle parole dell’artista l’obbiettivo della sua ricerca è “riscrivere una storia visiva del Sudafrica dal punto di vista della comunità nera, lesbica e trans.
Questo affinché il mondo conosca la nostra resistenza ed esistenza in un periodo in cui i crimini generati dall’odio sono all’apice, in Sudafrica e non solo”.
Attingendo al linguaggio del teatro l’artista interpreta vari personaggi e archetipi.
Utilizza parrucche, costumi e oggetti di uso quotidiano, mollette per stendere i panni, pagliette di metallo per pulire le pentole, cannucce per le bibite, grucce per appendere gli abiti. Tutto diventa abito di scena.
E contrastando la sua pelle, e a volte schiarendosi le labbra, accentua le proprie caratteristiche fisiche per riaffermare la sua identità.
A nudo davanti l’obiettivo
Molti di noi potrebbero trovarsi a distogliere lo sguardo velocemente, per imbarazzo o per soggezione di fronte all’intensità del suo sguardo.
Stare davanti a una qualsiasi delle sue fotografie richiede quindi, prima di tutto, un esercizio individuale di autovalutazione e di analisi profonda nei confronti di una persona che si è messa a nudo.
You live as a black person for 365 days
Dopo una prima suggestione, si capisce poi il significato politico delle sue immagini.
Ma per capirlo davvero è necessario chiedersi cosa provi una minoranza nel vivere ogni giorno la propria condizione sia fisica e reale, sia percettiva e ambientale.
Una condizione sintetizzata da Zanele Muholi in: «You live as a black person for 365 days».
Nobody can love you more than you | |
Dove | Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese, Largo della Fontanella di Borghese n. 19, Roma |
Quando | dal 9 febbraio al 6 aprile 2019 |
Info | www.galleriadelcembalo.it |