Sarà in mostra al Southampton Arts Centre di New York, fino all’8 settembre, la mostra National Geographic Photo Ark con fotografie di Joel Sartore.
Organizzata in collaborazione con l’International Center of Photography (ICP), la mostra metterà in evidenza il lavoro di Sartore, svolto in oltre 250 giardini zoologici, acquari e centri di salvataggio di animali di tutto il mondo.
National Geographic Photo Ark
Fondata da Sartore nel 2006, la National Geographic Photo Ark mira a documentare tutte le specie che vivono negli zoo e nei santuari della fauna selvatica. Questo per ispirare l’azione attraverso l’educazione e aiutare a salvare la fauna selvatica sostenendo gli sforzi di conservazione sul terreno.
“Il messaggio della National Geographic è che non è troppo tardi per salvare alcune delle specie più minacciate del mondo“, ha dichiarato Kathryn Keane, vice presidente delle mostre, National Geographic Society. “Joel Sartore ha dimostrato cosa può fare un uomo usando il potere della fotografia e ora National Geographic vuole ispirare le persone di tutto il mondo a contribuire a questa sfida globale.”
Per questo National Geographic sta includendo questo progetto attraverso più piattaforme: non solo per creare un archivio per le generazioni future ma anche per l’azione presente. Infatti tutti sono invitati a partecipare alla conversazione sui social media utilizzando gli hashtag #SaveTogethere #PhotoArk.
Sartore stima che il National Geographic Photo Ark completo includerà ritratti di oltre 12.000 specie che rappresentano diverse classi di animali, compresi gli uccelli, pesci, mammiferi, rettili, anfibi e invertebrati in quello che sarà il più grande archivio singolo di fotografie di qualità di studio della biodiversità di sempre.
Ora l’Arca fotografica del National Geographic include ora oltre 9.500 specie, grazie in parte alle relazioni durature di Sartore con molti degli zoo e degli acquari del mondo.
Questi ritratti iconici hanno catturato l’immaginazione delle persone in tutto il mondo e sono stati persino proiettati sull’Empire State Building e sulla Basilica di San Pietro a Roma.