“Paolo Ventura. Carousel” è il titolo della mostra fotografica a Camera Torino e che ospita le opere di Paolo Ventura.
L’esposizione è prorogata fino al 28 febbraio e curata da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Monica Poggi.
Paolo Ventura, dalla visione poetica
Dopo aver lavorato per anni come fotografo di moda, all’inizio degli anni Duemila Paolo Ventura si trasferisce a New York per dedicarsi alla propria ricerca artistica.
Sin dalle sue prime opere unisce alla grande capacità manuale una particolare visione poetica del mondo, costruendo delle scenografie all’interno delle quali prendono vita brevi storie fiabesche e surreali, immortalate poi dalla macchina fotografica.
Teatro, fotografia, pittura e scultura
Con “War Souvenir” (2005), ambientato in un tempo imprecisato che rimanda alle atmosfere dell’Italia della Seconda Guerra Mondiale, ottiene i primi importanti riconoscimenti, come l’inserimento all’interno del documentario della BBC “The Genius of Photography” nel 2007.
Dopo dieci anni negli Stati Uniti, rientra in Italia dove realizza alcuni dei suoi progetti più celebri, all’interno dei quali mescola fotografia, pittura, scultura e teatro. Ne è un esempio il lavoro effettuato nella scenografia di “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, frutto dell’importante collaborazione con il Teatro Regio di Torino, di cui Camera ha esposto alcuni lavori preparatori a gennaio del 2017.
Il lavoro di Paolo Ventura in mostra
Le sale del museo ospitano alcune delle opere più suggestive degli ultimi quindici anni. Opere provenienti da svariate collezioni, oltre che dallo studio dell’artista, in un’assoluta commistione di linguaggi che comprende disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali.
Non mancano i progetti più iconici della prima fase della sua produzione. Tra questi “War Souvenir”, “L’Automa” e una selezione da “Winter Stories”. In questo caso i protagonisti delle narrazioni sono dei burattini e gli ambienti dei piccoli set teatrali costruiti dallo stesso Ventura sul tavolo del suo studio.
Con le “Short Stories” inizia una fase nuova della sua ricerca. Di ritorno dalla Grande Mela si stabilisce nel piccolo borgo di Anghiari, nei pressi di Arezzo. Qui, all’interno di uno studio particolarmente luminoso ricavato da un vecchio fienile, allestisce una pedana e un fondale su cui lui stesso impersona, insieme alla moglie e al figlio, brevi vicende paradossali e fiabesche.
Un elemento che ritroviamo anche nei progetti più recenti che, pur perdendo la sequenzialità narrativa, rimangono ricchi di una suggestione surreale. In particolare, lo si nota nei collage in cui i soggetti – soldati, maghi, artisti, pagliacci e saltimbanchi – si stagliano su una superficie che nel corso degli anni ha lasciato sempre maggior spazio alla pittura.
Una mostra che è una “messa in scena”
Non si tratta, tuttavia, di un percorso lineare né di una retrospettiva. Piuttosto è una messa in scena di tutti i temi più frequenti della sua poetica, fra i quali spiccano quello del doppio e della finzione.
Le prime sale dello spazio espositivo torinese diventano quindi un’autentica full immersion nella poetica di Ventura. Un vero e proprio ingresso all’officina dove nascono e si compongono le storie elaborate dall’artista. Possibile, questo, anche grazie all’allestimento di alcuni degli elementi che concorrono alla loro realizzazione.
Un viaggio e un racconto, dunque, secondo quelli che sono i temi e le modalità espressive predilette da Ventura, rappresentante di una fotografia volutamente narrativa. Non a caso, i testi che accompagneranno questo percorso saranno stesi e scritti direttamente dall’artista, che diviene la voce narrante della mostra.
Nuovi progetti
La seconda metà dell’esposizione sarà invece dedicata interamente a due nuovi e inediti progetti. Il primo è “Grazia Ricevuta”, rivisitazione affettuosamente ironica del tema dell’ex voto.
In questo caso Ventura rielabora il concetto a partire dalla manipolazione dell’immagine e dalla presenza costante della sua figura e di quella delle persone a lui vicine. Un ulteriore affondo nella cultura popolare, così amata e ben conosciuta da Ventura, una cultura che da sempre fornisce icone e tematiche al multiforme artista milanese.
Il secondo lavoro inedito, “La Gamba Ritrovata”, esposto in questa occasione è il frutto di una residenza svolta all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma. Questa avviata grazie alla collaborazione fra Camera e l’ente ministeriale.
Sulla scorta dello studio e della riflessione sulla rappresentazione delle vicende risorgimentali, a partire dagli Archivi dell’ICCD, Ventura allarga il proprio orizzonte ai temi della rappresentazione della guerra attraverso la fotografia. A cui agginge il concetto della difficile accettazione della modernità del mezzo fotografico in un paese fortemente legato alla tradizione come l’Italia del XIX secolo. Tutto questo attraverso il romanzesco rinvenimento di una serie di rare carte salate, risalenti al periodo risorgimentale, nel corso della residenza romana dell’artista.
Le prime opere, spesso sconosciute
Pressoché sconosciute al pubblico sono anche le prime opere, che ritroviamo eccezionalmente in mostra. Si tratta di opere con le quali Ventura inizia a sperimentare con un obiettivo close-up e un flash anulare alla fine degli anni Novanta, dopo essersi allontanato dall’ambiente della carta patinata.
Conclude il percorso una grande e spettacolare installazione, che trasforma l’intero lungo corridoio di Camera nel palcoscenico sul quale appare e si sviluppa una città immaginaria, composta dalle tante architetture realizzate da Ventura nel corso degli anni, riassemblate e reinventate per questa occasione in un allestimento di grande suggestione.
Paolo Ventura. Carousel | |
Dove | Camera – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino |
Quando | fino al 28 febbraio 2021 |
Orari | Lun, merc, ven, sab, dom dalle 11 alle 19. Giovedì dalle11 alle 21. Martedì chiuso. |
Ingresso | 10 euro intero; 6 euro ridotto |
Info | www.camera.to |