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La mostra “Eriberto Guidi. Sconfinamenti Fotografici” riapre dal 16 febbraio allo spazio espositivo Terminal Mario Dondero a Fermo. L’esposizione, sospesa a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, è un omaggio ad un grande autore della Regione Marche, Eriberto Guidi.
Il bianco e nero, Luigi Crocenzi e il panorama internazionale
Sono oltre 80 le fotografie di Guidi presenti alla mostra curata da Simona Guerra e Lisa Calabrese. Le immagini sono stati suddivise in 11 sezioni. Ripercorrono, con un taglio storico e didattico, l’attività fotografica dell’autore, apprezzato fotografo della storia della fotografia italiana.
Racconto fotografico e paesaggio sono i soggetti della sua estetica e, grazie all’amicizia con Luigi Crocenzi, le immagini di Guidi escono dai confini di Fermo raggiungendo in poco tempo il panorama internazionale, conquistando pubblicazioni ed esposizioni importanti. Ad esempio, nel 1970, la rivista LIFE ha pubblicato quattro dei suoi paesaggi nelle edizioni di New York, Amsterdam e Tokyo. Inoltre, l’intenso il bianco e nero “La Novizia” (1968) diventa il più acclamato dei suoi lavori, grazie alle innumerevoli attenzioni editoriali conquistate.
Questi successi lo riportano in Unione Sovietica vent’anni dopo la sua prima partecipazione al Festival Mondiale di Mosca. In Russia nel 1977 realizza altri prestigiosi racconti fotografici e nel 1981 la Casa della Cultura della Pravda lo omaggia con una grande mostra personale proprio a Mosca.
Qui, inoltre, fa conoscenza con alcuni intellettuali di spicco e fra questi Cecilia Kin, la più autorevole italianista sovietica e il giornalista Carlo Benedetti, corrispondente in Ungheria e Unione Sovietica negli anni Settanta.
Le sperimentazioni del colore
La mostra a Fermo dedica parte dell’esposizione ai lavori inediti delle sperimentazioni con il colore. Si tratta di “un nuovo Guidi”, come affermano le curatrici.
Anima curiosa e sperimentatore, nell’ultima parte della sua vita, Guidi evolve in un linguaggio fotografico parallelo dal bianco e nero e sperimenta l’uso del colore. Una scelta per anni condivisa solo con pochi amici conoscenti e intellettuali e che lo hanno portato a mettersi in gioco nello studio sulla pittura di Osvaldo Licini, portando Guidi su un altro livello di maturità.
Le curatrici, quindi, mettono in mostra lavori inediti come “I colori del vento” (1998-2013), “L’abitudine del cielo” (2013) e l’ultimo dei suoi lavori “Il mio sole” del 2014.
La ricerca documentale, le connessioni create attraverso l’indagine curatoriale fanno emergere una fotografia rimasta nella discrezione di un temperamento riservato e intimo, una questione interiore. Una ricerca fotografica personale verso un linguaggio artistico sempre più profondo, che rimane nella sfera discreta e ritirata della sua persona, fuori dalle correnti “di moda” della fotografia.
Un archivio ampio, dettagliato e ricco di una straordinaria varietà. Dalle opere ai carteggi, dai libri ai numerosi riconoscimenti. Moltissimo il materiale storico che parla di relazioni importanti.
Un importante corrispondenza epistolare con gli amici intellettuali, poeti, artisti, fotografi. È l’atlante di una vita e di un percorso artistico significativo. Un esistenza culturale dinamica ed entusiasmante. Un omaggio doveroso e ancora in divenire.
La mostra virtuale
Disponibile ora anche la mostra virtuale sulla pagina web di Giornate di Fotografia. Si tratta di un contributo realizzato grazie allo sviluppatore multimediale Jonathan Mancini che, in collaborazione con il fotografo Diego Pizi, ha prodotto un virtual tour 360° dedicato all’esposizione.
La visita online è supportata dal brano musicale di A. Corelli eseguito dall’Orchestra Giovanile d’Archi del Conservatorio Statale di Musica “G.B. Pergolesi” di Fermo; una sentita partecipazione quella del Conservatorio anche considerando lo storico legame del fotografo con l’istituzione musicale.
Eriberto Guidi, è stato infatti fondatore, nel 1968, assieme a Annio Giostra, del Liceo Musicale di Fermo, riconosciuto poi come Conservatorio Statale di Musica.
Chi è Eriberto Guidi
Eriberto Guidi (Fermo 1930-2016) ha lavorato sui temi dell’uomo e della natura. La sua opera artistica, declinata verso il racconto fotografico teorizzato dal suo maestro Luigi Crocenzi, è stata esposta nei principali musei del mondo già dalla fine degli anni Cinquanta.
Nella sua fotografia c’è il richiamo forte al disegno, al segno, alla pittura e anche alla musica. Tutti elementi sublimati dall’autore sul piano fotografico nell’elemento della luce, studiata, modulata, declinata non solo attraverso la visione, ma anche come esito di un processo interiore. Tra i primi aderenti e sostenitori del CCF – Centro per la Cultura nella Fotografia, nel 1960 è stato co-fondatore del Fotocineclub Fermo e nel 1965 fondatore, assieme a Annio Giostra, del Liceo Musicale di Fermo (ora Conservatorio Statale di Musica “G.B. Pergolesi”).
Le opere di Guidi sono ancora oggi oggetto di studio e di tesi di laurea. Inoltre, sono state esposte in molte gallerie del mondo, in musei e fondazioni. Come a Mosca, nel 1981, alla Casa della Cultura della Pravda; a New York all’Uma Gallery e all’Istituto Italiano di cultura nel 1998 e all’Hillwood Museum nel 2000. E poi la mostra a Torino, alla Fondazione Italiana per la Fotografia nel 2001 e la partecipazione al Padiglione Italia alla 54° Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia nel 2011.
Eriberto Guidi. Sconfinamenti Fotografici | |
Dove | Terminal Mario Dondero, via Espedito Tomassini, Fermo |
Quando | dal 16 febbraio 2021 |
Ingresso | 4 euro; previste riduzioni |
Orari | Tutti i giorni, escluso il lunedì dalle 10,30 alle 13 e dalle 15 alle 18. Verificare sempre sul sito giorni e orari |
Info | www.sistemamuseo.it |