Un viaggio intrapreso da anni tra i palcoscenici dei meravigliosi ulivi di Puglia. Tra quelli del Nord ancora maestosi, forgiati dalle forze della natura nel corso dei secoli, e quelli secchi del Salento, distrutti irreversibilmente dalla Xylella.
Con Alive il fotografo Francesco Bosso torna a dare voce a un tema per lui centrale. Ovvero la passione per la terra, il rispetto dei luoghi e la necessità di stimolare più persone possibili allo sviluppo di un’attitudine alla tutela della natura e dei processi ecologici.
Nasce così un progetto fotografico che vuole sensibilizzare sul tema della tutela ambientale. E accade grazie alla collaborazione con Fondazione Sylva, che ha lo scopo di rigenerare il paesaggio attraverso il rimboschimento.
Alive, la mostra con gli ulivi di Francesco Bosso
Le foto realizzate da Francesco Bosso non sono solo un progetto ma anche una mostra. E si possono vedere fino al 30 settembre, al Castello di Tutino di Tricase, in provincia di Lecce.
Una denuncia – anche – sull’epidemia da Xulella che ha devastato migliaia di ettari di uliveti. Un racconto di speranza e resilienza, di ripartenza dopo un disastro per raccogliere fondi e contribuire alla rinascita della terra salentina.
Per il presidente di Fondazione Sylva Luigi de Vecchi Bosso, “essendo pugliese ha potuto testimoniare in prima persona il flagello operato dalla Xylella sugli ulivi salentini. Lo ringraziamo per la sua sensibilità su questo tema e per la sua generosità.”
“Una sensazione terribile che avevo già vissuto nell’Artico – racconta Bosso – quando ho fotografato gli Iceberg battezzandoli poi come Last Diamonds, gli ultimi gioielli che la calotta polare ci stava offrendo, sotto la minaccia del riscaldamento globale e quindi della fusione irreversibile”.
Fotografo di paesaggio formatosi alla scuola americana dei Weston e di Ansel Adams, padri fondatori della fotografia paesaggistica, Francesco Bosso lavora esclusivamente in bianco e nero.
E lo fa scattando su pellicola di grande formato con banco ottico e stampando personalmente tutte le opere su carta baritata alla gelatina d’argento e trattamento al selenio, con un processo artigianale.
Info: Castello di Tutino