Dodici maxi foto di 2 metri e mezzo di altezza di Francesco Jodice si snodano per oltre 70 metri e racchiudono i lavori in corso all’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena, raccontandone l’evoluzione.
È questa “Come and See”, l’installazione fotografica e artistica di Francesco Jodice che accompagna il cantiere di AGO Modena Fabbriche Culturali. Ogni sei mesi si rinnova e cresce con il contributo delle persone e delle loro idee.
Le foto di Francesco Jodice per l’ex ospedale Sant’Agostino
Un artista, Francesco Jodice. Un luogo, l’ex ospedale Sant’Agostino. Un progetto, AGO Modena Fabbriche Culturali.
Sono i tre elementi che convergono in “Come and See“, mostra fotografica ‘on the road’ che vuole raccontare l’evoluzione e valorizzare l’identità di uno spazio cittadino in un momento di grande trasformazione.
Le 12 fotografie di grande formato, immaginate come delle aperture sul cantiere di quello che diventerà il più grande polo culturale cittadino (alcune raggiungono la lunghezza di 7 metri) sono affiancate le une alle altre, creando un’installazione urbana di oltre 70 metri.
Questo racconto fotografico esplora scorci di un paesaggio urbano in mutamento.
L’installazione, a cura di Lorenzo Respi per FMAV – Fondazione Modena Arti Visive in collaborazione con Chiara Dall’Olio, è pensata infatti per essere aperta alle persone e in continua evoluzione.
Ogni sei mesi “Come and See” si rinnova ‘temporaneamente’ con la ricognizione fotografica del working progress del cantiere e si attiva grazie agli input e alle idee sollecitate dalla partecipazione della comunità. A cadenza regolare lo storyboard cambia, si aggiorna e si arricchisce di nuove immagini inedite, nate dal connubio tra analogico e digitale.
Uno spazio di arte pubblica e collaborativa
La mostra permanente rivolge particolare attenzione al rapporto con il contesto circostante e con i modenesi che vengono coinvolti in attività creative e azioni performative finalizzate a fare comunità in un delicato momento di passaggio di funzione del luogo.
“Come and See” è uno spazio di arte pubblica: cresce con il contributo delle persone e delle loro idee, è permeabile, dinamica e partecipativa.
“AGO cambierà continuamente pelle – sottolinea l’artista Francesco Jodice – Il bordo del cantiere sarà un lunghissimo story-board srotolato che racconterà alle comunità modenesi, e non solo, i mutamenti che interesseranno la fabbrica culturale AGO, ma anche storie minime e vicende collaterali della città e della collettività che la abita.
Oltre al racconto visivo e fotografico che semestralmente si spaginerà e ri-impaginerà, ci saranno eventi, performance, incontri interessati a raccontare la fabbrica come un cantiere “già aperto”, al quale partecipare e del quale iniziare ad appropriarsi culturalmente”.
Spiega il curatore Lorenzo Respi di FMAV: “Il fregio fotografico disegna e invade progressivamente la pelle esterna del cantiere, fino a penetrare nei suoi meandri più interni, trasformando la recinzione in uno spazio del racconto, attivo e reattivo, che accompagna le persone alla scoperta degli spazi in trasformazione lungo un vero e proprio percorso di attraversamento urbano”.