“Lessico Famigliare” è il titolo della mostra di Silvia Rosi in mostra, fino al 4 febbraio, alla Recontemporary di Torino.
Il progetto è sviluppato in collaborazione con Camera Centro Italiano per la Fotografia e si inserisce nelle attività ideate dal centro per Futures Photography 2021.
Si tratta di un programma che coinvolto oltre venti giovani artisti non solo in mostre, studio visit e workshop, ma li ha anche connessi con le quindici istituzioni e festival di fotografia europei con i quali il centro torinese ha fondato la piattaforma.
Silvia Rosi: l’esercizio della memoria passa dalla ritualità
L’esposizione è articolata in quattro opere e ripercorre uno dei temi centrali della ricerca artistica di Silvia Rosi: l’esercizio della memoria come metodo di trasmissione delle tradizioni.
Attraverso la ripetizione di gestualità e movenze, l’artista analizza le origini della sua famiglia e la loro esperienza dal Togo all’Italia e riprende in mano le memorie ancestrali delle sue radici. Le sue immagini sono parzialmente ispirate dalla tradizione del ritratto in studio dell’Africa occidentale.
In Mother and Grandmother, protagonista dell’opera è il Sihin, l’anello di tessuto utilizzato dalle mercanti per trasportare carichi sul capo, che qui diventa veicolo della trasmissione di cultura e conoscenza matrilineare.
Nel video, la madre e la nonna dell’artista mostrano le fasi di produzione del sihin: entrambe ex-mercanti, appartenenti a generazioni diverse, trasmettono a Rosi una capacità che, a causa della migrazione in Italia, non le è stata tramandata.
L’artista partecipa così come protagonista indiretta: attraverso la registrazione del gesto tramite video e fotografie la tradizione del Sihin viene narrata e appresa.
In Angèlique l’artista performa una scena osservata nel villaggio di Sinthian.
Una donna cammina per il giardino della residenza con un vassoio pieno di vestiti, il suo telefono inizia a squillare.
La donna si ferma, posiziona il vassoio sulla sua testa, prende il telefono dalla tasca del suo abito e inizia la chiamata. Gesticola e conversa a voce alta, dimenticandosi del vassoio che, poggiato sul proprio capo, diventa estensione del suo corpo. L’opera fa parte della serie Encounter.
In La Sconosciuta, l’artista performa una scena osservata per le strade di Lomé, in Togo.
Una donna cammina lungo la strada che porta all’abitazione della nonna di Rosi, nel quartiere di Sanguera. Ha una borsa attorno al braccio e indossa un abito semplice.
Si ferma, si sfila la borsa dal braccio, la posiziona sulla sua testa e continua a camminare. Quest’opera, nella serie Encounter insieme ad Angélique, rappresenta uno degli utilizzi quotidiani delle tecniche di trasporto.
Nell’opera Sihin l’artista ricrea il sihin, copricapo per il trasporto di carichi sul capo, prendendo i panni utilizzati dalla madre da bambina e indossando un’uniforme scolastica: un richiamo alla vita della madre da mercante iniziata in giovane età.
L’ambientazione del video, girato in studio, è un rifermento alla tradizione fotografica dell’Africa occidentale.
Silvia Rosi – Lessico Familiare | |
Dove | Recontemporary, via Gaudenzio Ferrari 12/b, Torino |
Quando | fino al 4 febbraio 2022 |
Orari | Dal mercoledì al sabato dalle 15.30 alle 19.30 |
Ingresso | libero |
Info | recontemporary.com |