Fino al 25 settembre la Fondazione Michetti, nella sua sede di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, ospita la mostra “Matres. L’anima di questa terra è il fango” con fotografie di Luigi Spina.
Il fotografo, noto per le sue ricerche incentrate sulle forme dell’antichità, dalle sculture classiche ai reperti archeologici, presenta a Palazzo San Domenico 39 fotografie inedite e in bianco e nero.
Il dialogo con il passato nelle fotografie di Luigi Spina
Le Matres, preziose statue di tufo raffiguranti divinità femminili oggi conservate al Museo Campano di Capua, vennero alla luce nel 1845, casualmente, nel fondo Patturelli nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, ovvero l’antica Capua.
Sedute, come in trono, con gli infanti sul grembo, furono una scoperta eccezionale. Uniche nel loro genere e strettamente connesse con l’identità della terra campana, databili dal V al II sec. a.C., sono divenute nel tempo simboli della Terra di Lavoro (come è stata chiamata la provincia di Caserta) e rappresentano un inno alla vita e alla fecondità.
Il rapporto delle Matres con il territorio campano
Con questo nuovo progetto, Spina indaga attraverso il mezzo fotografico il rapporto che si instaura fra i corpi scolpiti nel tufo e il territorio al quale appartengono, rivendicando un ruolo identitario per queste sculture che diventano epicentro di un complesso racconto visivo.
Dalle fotografie di Spina emerge la relazione delle Madri con il paesaggio e il lavoro campani, richiamando ora le superfici irregolari dei banchi tufacei, caratteristici del territorio, ora le colture di tabacco, canapa e granturco. Le Madri simboleggiano anche un tempo idilliaco in cui uomo e natura vivevano in simbiosi, un passato ormai annebbiato dalle logiche industriali degli ultimi quarant’anni, dall’inquinamento e dalla speculazione edilizia, che hanno reso il lavoro un’idea utopica.
Simboli antichi e di forte identità culturale
Spiega Luigi Spina: “Rugose, taglienti, per alcuni mostruose, ma simbolo della vita e segno di una forte identità culturale. Un’appartenenza culturale e sociale forgiata attraverso il ripetersi, per generazioni, degli stessi riti alla Madre Terra. Gesti per propiziarsi la fertilità della terra e delle donne.
Queste Madri ci restituiscono l’immagine di un popolo che non c’è più, di una terra dimenticata, ma la loro fede è ancora intatta. La loro terra è la mia terra. Oggi è distrutta e intrisa di veleni. La speculazione edilizia, la camorra, la disoccupazione e il male oscuro, senza tempo, dell’immondizia. Il casertano è avvolto da una nube tossica che non ci consente più di vivere, di lavorare e di sperare. Casertano è disprezzare della gente, una cultura e definire una razza.
Ci resta la Fede tramandata da quelle facce silenziose, con quegli infanti tra le braccia, simbolo delle generazioni che verranno. Credere nella propria identità culturale. Autocoscienza costruita, da generazioni, nella nuda terra. Quel fango nero degli antichi campani è la nostra anima”.
Luigi Spina. MATRES. L’anima di questa terra è il fango | |
Dove | Fondazione Michetti, Palazzo San Domenico, Francavilla al Mare, Chieti |
Quando | fino al 25 settembre 2022 |
Orari | – |
Ingresso | – |
Info | www.fondazionemichetti.it |