Vette di Luce è il titolo della mostra proposta dall’Accademia Carrara di Bergamo che raccoglie quadri, fotografie e installazioni per raccontare la montagna da un inedito punto di vista.
Ad ispirare la mostra il paesaggio bergamasco e la luce (uno dei temi posti da Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura) per un percorso tra storia e contemporaneità: all’interno della Carrara e sul territorio, un doppio progetto per creare una sorta di “museo diffuso” di arte e cultura della montagna.
Vette di Luce: la mostra a Bergamo ci porta in viaggio tra i monti
La montagna dipinta, fotografata, raccontata, conquistata. Il paesaggio alpino idealizzato e insieme vissuto, sognato e mantenuto, aspro e amico, temuto e rispettato.
Vette di Luce, attraverso l’arte, è un omaggio alle Alpi Orobie, una mostra in Accademia Carrara e doppio percorso espositivo in vari luoghi della provincia, in pianura e, un secondo, in quota fino ai 2.300 metri. Perché la bellezza sia diffusa così come la cultura della montagna.
L’arte da sempre ha interrogato la montagna come tema ricorrente e questo confronto continuo, nei secoli, non ha mai smesso d’essere, fino a trovare nell’Ottocento e nella pittura di paesaggio, così come nella fotografia dal Novecento a oggi, le sue massime espressioni.
La mostra all’Accademia
La mostra Vette di Luce nelle rinnovate sale al primo piano dell’Accademia prevedono un dialogo tra:
- la pittura di paesaggio di tradizione ottocentesca;
- la fotografia di Naoki Ishikawa;
- due opere di arte contemporanea: quella di Matteo Rubbi dal titolo La tana del Drago e la video-audio installazione dei MASBEDO.
Accademia Carrara ha affidato una rilettura delle Alpi Orobie a Naoki Ishikawa.
Ishikawa e la rilettura del monti
Fotografo e alpinista, Ishikawa ha conquistato 10 dei 14 ottomila metri esistenti sul pianeta e i suoi progetti, dedicati all’Everest, al K2, al Monte Fuji, al Circolo Polare Artico sono stati esposti in tutto il mondo e sono oltre 40 le pubblicazioni che raccontano le sue imprese e le sue immagini. Il suo lavoro permetterà di aggiornare in chiave contemporanea il fascino che la montagna esercita sugli artisti.
L’alpinista giapponese ha realizzato un’indagine realizzata in tre campagne tra il 2022 e il 2023, percorrendo l’Alta Via, con l’obiettivo di documentare in forma esperienziale il paesaggio, tracciando un profilo antropologico ed etnografico di questi territori.
Come successo quasi 150 anni fa a Vittorio Sella (fotografo-alpinista, 1859 – 1943), si è rinnovato con questa spedizione l’interesse per un racconto del rapporto uomo-natura attraverso il paesaggio montano che muta, dalla città di partenza fino ai paesi e le valli, agli animali, tappa dopo tappa, spesso accompagnato da appunti e riflessioni in una serie di immagini inedite.
L’impresa di Ishikawa è anche raccontata, in prima persona, in un film documentario realizzato dal filmmaker Andrea Cossu ed esposto in mostra. È il fotografo a condurre lo spettatore nelle due campagne sulle Alpi e all’interno del suo studio a Tokyo, mostrando il divenire del lavoro. Sono circa 40 le fotografie di Ishikawa in mostra in Carrara.
La mostra diffusa
La mostra prosegue poi nel territorio con due percorsi distinti.
Il primo prevede le fotografie di Naoki Ishikawa, sempre dedicate alle Alpi Orobie, esposte in 5 luoghi del territorio (Fra.Mar a Pedrengo; Castello di Malpaga, BGY Milan Bergamo Airport, Resort Belmont a Foppolo, Museo Etnografico di Schilpario). Queste sono mostre spin-off del viaggio del fotografo giapponese sulle montagne bergamasche.
Il secondo percorso, invece, riproduce 17 capolavori della Carrara in 17 rifugi CAI della provincia bergamasca.
La montagna al centro di Bergamo Brescia Capitale della Cultura
La montagna è al centro di una serie di iniziative condivise tra Bergamo e Brescia, nell’anno che le vede come Capitali della Cultura.
Un esempio? La mostra Luce della Montagna (di Fondazione Brescia Musei, ospitata al Museo di Santa Giulia) con fotografie di Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte.
E poi il documentario Le montagne della cultura, prodotto da Art Film Kairos in collaborazione con Rai Documentari, racconta il patrimonio artistico e culturale delle due città e dei territori.
“Gli artisti hanno sempre apprezzato i paesaggi d’alta quota, e in modo particolare chi vi è nato o li ha frequentati, ha subito colto il lato magico di questi territori. Le Alpi Orobie sono state frequentate dai pittori che ne hanno percorso i sentieri, raggiunto le cime, osservato gli aspetti naturali, con l’intenzione di documentarne la bellezza e di condividerla con gli altri. Dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’affermarsi del gusto per il paesaggio, alcuni tra i migliori allievi dell’Accademia di Belle Arti Carrara praticano con successo il genere che per alcuni di essi diverrà una vera e propria specializzazione” M. Cristina Rodeschini direttore Accademia Carrara e co-curatore della mostra.
Per info: lacarrara.it