La quarta tappa del progetto L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica è ora in mostra al Forte di Bard, ad Aosta. Grazie al progetto dal 2020 il Forte propone un viaggio iconografico e scientifico tra i ghiacciai dei principali della Valle d’Aosta per raccontare la storia delle loro trasformazioni.
Il nuovo capitolo della mostra racconta Monte Bianco, uno straordinario luogo che ospita indagini scientifiche in campi che vanno dalla glaciologia alla geomorfologia, dalla pedologia e nivologia alla climatologia.
In mostra 142 autori, 29 schede di ricerca, 73 fotografie e una serie di foto-confronti esclusivi.
Cosa vedere alla mostra sul Monte Bianco al Forte di Bard
Dopo aver esplorato il gruppo del Monte Rosa, il Monte Cervino e il Gran Paradiso, il viaggio alla scoperta della storia e dello stato di salute dei ghiacciai italiani termina nel 2023 con un focus interamente dedicato al Monte Bianco.
La mostra Il Monte Bianco: ricerca fotografica e scientifica prevede 8 sezioni tematiche, all’interno delle sale delle Cannoniere. Le sezioni sono curate da Enrico Peyrot (fotografo e storico della fotografia) e da Michele Freppaz (professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino), che si è occupato della parte scientifica. Peyrot e Freppaz, assieme al Forte di Bard, hanno coordinato i rapporti con i numerosi archivi, enti di ricerca, istituzioni, collezionisti che hanno preso parte al progetto.
Le sezioni della mostra
Le otto sezioni della mostra dedicata al Monte Bianco sono così suddivise.
La ricerca scientifica
Il materiale fotografico e il patrimonio di conoscenze sono presentati al grande pubblico con un suggestivo itinerario glaciologico e l’utilizzo di diverse forme di espressione artistica.
Grazie alla collaborazione con la Cabina di regia dei ghiacciai valdostani e il Comitato Glaciologico Italiano, sono state raccolte le descrizioni di numerose attività di ricerca condotte nell’area del Bianco su temi specifici. Un esempio? Lo studio dei fattori che controllano la formazione, lo sviluppo della copertura detritica sopraglaciale e dei suoi effetti sui tassi di fusione, la determinazione del bilancio di massa attraverso immagini satellitari stereo ad alta risoluzione e rilievi aerofotogrammetrici, lo studio di laghi di contatto glaciale, di potenziali valanghe di ghiaccio e il censimento dei fenomeni franosi).
Interessanti dal punto di vista ambientale, sono i dati sulle precipitazioni medie annue sul Bianco, pari a 940 mm, con in media circa 6 metri di neve fresca all’anno registrati dalla stazione meteorologica automatica del Mont de la Saxe (2110 m.). Importante stazione di misura meteorologica è poi quella che è stata installata nel 2015 in prossimità del Colle Major al Monte Bianco (4.750 m.), mentre dal 2011 è in corso la misura del regime termico delle pareti settentrionali delle Grandes Jorasses (4.100 m.) e, dal 1997, del Seracco Whymper alle Grandes Jorasses.
L’esposizione della sezione scientifica è impreziosita da un plastico del Monte Bianco realizzato dal canonico P.L. Vescoz, pioniere delle scienze naturali, nella seconda metà dell’800. La possibilità di drappeggiare tematismi diversi sul modello fisico di un territorio rende il plastico un formidabile, attrattivo strumento di comunicazione scientifica, in particolare nel campo geologico-geomorfologico. Da qui la realizzazione di un ulteriore plastico, a cura del Comitato Glaciologico Italiano, in cui la rappresentazione 3D del rilievo montuoso è animata da immagini digitali multitemporali che ne illustrano la natura geologica, le forme del paesaggio, e le modificazioni ambientali nel tempo passato e presente.
Capolavori fotografici delle Collezioni regionali della Regione Valle d’Aosta
Esposte fotografie commissionate dal Comitato Provinciale del Turismo di Aosta a Vittorio Sella. Il fotografo, tra il 1934 e il 1935 e nel laboratorio di San Gerolamo a Biella, esegue stampe fotografiche – non solamente relative al Monte Bianco – in grande dimensione con trattamenti a doppio tono da lastre sue e di altri autori.
Tra le otto opere in mostra spicca l’eccezionale stampa in bianco/nero della magistrale panoramica di 220° del Monte Bianco effettuata dalla Tour Ronde tra fine ‘800 primo ‘900. Tra i fotografi esposti: Alessio Nebbia, Alessandro Melegari, Francesco Negri, Jules Brocherel, Vittorio Sella.
Forge e ghiacci
Primo Novecento, il Monte Bianco, Courmayeur: l’andirivieni di alpinisti nazionali e internazionali, guide alpine, fotografi.
A Les Forges, nell’officina del fabbro Henri Grivel, si forgiano utensili necessari per la locale comunità agro-pastorale. Nel 1909, l’ingegnere ferroviario e alpinista inglese Oscar Eckenstein individua nell’abile fabbro Grivel colui in grado di dare forma ad attrezzi di ferro adatti a “artigliare” il ghiaccio.
In mostra rare fotografie relative alla storica officina Grivel, al fabbro Henri e ai figli Amato, Angelo e Camillo. Dalla collezione di Walter Grivel, nipote di Henri, provengono gli scarponi, i ramponi e la piccozza di Walter Bonatti. Degne di nota alcune fotografie di Giovanni Varale e Jules Brocherel realizzate a fine ‘800 primo ‘900 a gruppi di guide alpine di Courmayeur e all’alpinista Edward Whymper.
Inediti ed emozionanti due scatti – estratti da una nutrita sequenza di Ottavio Berard – realizzati il 20 giugno 1957 in occasione dell’inaugurazione al monumento alla guida alpina Mario Puchoz.
L’Adieu: sguardi da monte a valle
Le quattro sperimentali ed estese vedute fotografiche contemporanee – commissionate appositamente dal Forte di Bard – realizzate da Enrico Peyrot, palesano aree recentemente deglaciate situate nel versante valdostano della Catena del Monte Bianco.
Stereofotografie tra fine ‘800 e primo ‘900
Anche per la mostra sul Monte Bianco, il progetto l’Adieu des Glaciers presenta un allestimento visivo ispirato al primo sistema stereoscopico a specchio inventato nel 1832 da sir Charles Wheatstone.
Esposti dieci speciali accorgimenti sceno-tecnici che permettono di rivivere la fotografia stereoscopica storica praticata, fino dagli albori della fotografia, in ambito alpino.
Courmayeur, Fondazione Montagna Sicura
Quattordici fotografie documentali: dagli anni di poco precedenti l’istituzione della Fondazione Montagna Sicura (primi anni ’90 del Novecento), all’attività contemporanea della Fondazione.
Ventidue variazioni sul Bianco
Il Monte Bianco si conferma aperto ad infiniti sguardi è, in eguale misura, a indefiniti misteri.
Gli squarci fotografici, nello spazio e nel tempo – da fine ‘800 al contemporaneo – di questa sezione sorprendono. Gli autori sono: Émile Bionaz, Reparto fotografico del regio esercito, Jules Brocherel, Octave Bérard, Gianni Costantino, Enrico Peyrot, Aldo Lanzeni, Laurent Bionaz, Giuseppe Lucca, Luca Artioli, Simone Mondino, Gianfranco Moroldo e Francesco Jodice.
Confronti
La sezione espone una panoramica della Catena del Monte Bianco, dall’Aiguille des Glaciers al Mont Dolent, ripresa dalle pendici del Monte Cormet.
La ripresa fu realizzata da Alessio Nebbia negli anni Venti del ‘900 e mirabilmente stampata da Vittorio Sella nel 1933-34. La sezione ospita una seconda fotopanoramica del Monte Bianco realizzata dal medesimo punto di ripresa dell’opera di Nebbia dal fotografo Daniele Camisasca nell’estate 2022.
Il Monte Bianco: ricerca fotografica e scientifica | |
Dove | Forte di Bard, Valle d’Aosta |
Quando | 29 luglio 2023 – 7 gennaio 2024 |
Orari | Dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18. Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Ad agosto aperto anche al lunedì |
Ingresso | 8 euro intero; 7 euro ridotto. Previste altre riduzioni |
Info | www.fortedibard.it |