L’opera del grande fotografo reggiano Luigi Ghirri, scomparso prematuramente nel ’92, a 49 anni, continua ad essere un punto di riferimento per la cultura e la fotografia internazionale. L’esposizione inaugurale del MuCEM (Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo) di Marsiglia, quest’anno Capitale della Cultura, «Il Nero e il Blu. Un sogno mediterraneo» in programma fino a gennaio per la cura di Thierry Fabre, propone attraverso il filo rosso dei due colori ”le luci e le ombre, la civilta’ e le barbarie” per mostrare le due versioni diverse di una stessa storia, dal XVII al XXI secolo, vista dalle due sponde del Mediterraneo.
Si ripercorre cosi’ la vicenda del Mediterraneo fatta di conquiste, battaglie e colonizzazioni, ma anche di esplorazioni e viaggi, di scambi, commerci, vacanze. Di questa storia fanno parte accanto ad opere pittoriche straordinarie come la ”Battaglia delle Piramidi” di Watteau, la tela di Gustave Courbet ”Riva del mare a Palavas”, il grande dipinto di Joan Miro’ ”Bleu II” (prestato dal Centre Pompidou di Parigi) e tre stampe a firma Francisco Goya( due tavole della serie ”Disastri della guerra” e una dal titolo ”Il sonno della ragione genera mostri”), gli scatti di Luigi Ghirri, provenienti dalla Fototeca della Biblioteca Panizzi, accanto a quelli di Massimo Vitali e Franco Zecchini per la sezione “Bleu tourisme/ Noir mafia”, che mantiene il principio guida della mostra della polarità e ambivalenza dei due colori.
La presenza sulla scena culturale di Ghirri prosegue anche con la grande mostra del Maxxi di Roma dove fino al 27 ottobre verranno esposti trecento scatti dell’ autore, molti vintage prints, libri della sua biblioteca privata, riviste, recensioni, cartoline e dischi per raccontare i diversi profili di questa complessa e poliedrica figura di artista: la sua collaborazione con gli artisti concettuali degli anni Settanta, i suoi riferimenti culturali e artistici, il suo interesse per la musica e i suoi rapporti con musicisti come i CCCP e Lucio Dalla. Un Ghirri non solo fotografo, ma anche editore, curatore, teorico e animatore culturale, in costante dialogo con architetti, musicisti, scrittori e artisti.
La mostra, intitolata Luigi Ghirri. Pensare per immagini. Icone, Paesaggi, Architetture’, organizzata dal MAXXI Architettura (www.fondazionemaxxi.it) diretto da Margherita Guccione e curata da Francesca Fabiani, Laura Gasparini della Fototeca della Biblioteca Panizzi e Giuliano Sergio, è nata dalla collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi, che custodisce, grazie alla collaborazione con gli eredi Ghirri, molti dei documenti originali del suo archivio (fotografie, menabò, libri, cataloghi e negativi) ed ha creato la Biblioteca Digitale di Luigi Ghirri (BD-LG).
Si tratta di un progetto della Fototeca della Biblioteca Panizzi che, oltre a conservare l’archivio dell’autore composto da più di 180.000 tra negativi e diapositive a colori, ha costituito nel tempo anche un nucleo di documenti e pubblicazioni relativi alla sua attività di ricerca e di produzione, a partire dagli esordi fino al 1992. L’intento è quello di fornire agli studenti, agli studiosi e agli appassionati di fotografia l’opportunità di consultare virtualmente le fonti dell’opera di Ghirri.