LUGANO. Abbas Kiarostami è considerato uno dei maggiori cineasti contemporanei, un autore che ha cambiato il nostro modo di vedere il cinema. Tuttavia, il regista iraniano non è soltanto questo. Come le grandi figure degli artisti rinascimentali, è un autore “totale”capace di esprimersi attraverso mezzi e linguaggi diversi: il cinema naturalmente, ma anche la fotografia, i video, la poesia, il teatro.
La fotografia ha poi assunto un peso crescente nell’attività di Kiarostami, imponendosi come un mezzo autonomo di espressione. La mostra “The Wall” – a settembre in mostra alla Photographica FineArt Gallery – presenta una serie di immagini di pareti e divisori di case in Iran, sono strutture che Kiarostami sembra trattare come dipinti trovati. Fotografati da una distanza di pochi metri, dove la profondità di campo diventa praticamente inesisitente, queste pareti sono celebrate per i loro difetti.
Una volta superato il fattore curiosità, l’osservatore inizia a trovare altre chiavi di lettura, più risonanti: si comincia a condividere con Kiarostami l’apprezzamento vivace per le superfici e le consistenze materiali che senza il suo suggerimento non avremmo visto. Queste superfici sono riarse, cotte dal sole, piene di crepe, ogni muro evoca il passare del tempo. Gli effetti mutevoli della natura su questi muri, suggeriscono quanto la vita sia fragile e fugace e diventano un motivo per riflettere sui cambiamenti sottili nella nostra vita, e sulla transitorietà dell’esistenza umana. I dettagli che si trovano in ogni immagine – tubi arrugginiti, grondaie, crepe, e graffiti – sono le testimonianze della presenza umana, che qui viene evidenziata come assenza.
Queste fotografie sono intrise di essenza meditativa, che è una preoccupazione costante all’interno di tutto il lavoro di Kiarostami. Attraverso la delicata interazione tra i primi piani e lo sfondo, questo lavoro diventa il collegamento fra l’ambiente artificiale creato dell’uomo e la natura.
Oltre alla serie “The Wall”, sono presenti cinque immagini in bianco e nero della serie “The Road” tratte dall’omonimo documentario girato dal regista nel 2005. Sono immagini di grande formato spesso volutamente non a fuoco che cercano quasi di confondere lo spettatore, portandolo a perdersi oltre l’orizzonte e a riflettere sul potere del paesaggio.
[Tratto da un testo di Clelia Belgrado]
Abbas Kiarostami (Teheran, 1940), esponente di prim’ordine del cinema iraniano, è uno dei registi internazionali più considerati e apprezzati. Dopo la laurea in belle arti all’Università di Teheran, inizia a lavorare come grafico pubblicitario e come illustratore di libri per bambini. Come grafico gira diversi spot pubblicitari per la televisione del regime, passando così ad intraprendere la carriera cinematrografica. Si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Settanta, mentre in Iran, a causa della rivoluzione khomeinista, vengono proibite tutte le attività cinematografiche. Il poliedrico regista si avventura allora in questa arte per fissare gli “attimi di silenzio” e il desiderio di pace tante volte narrato dai suoi film. Le foto di Abbas Kiarostami sono un meditato racconto dei suoi viaggi e delle sue visioni, un’incisione profonda che svela la vita dei Paesi attraversati, fotografie dalla luce abbacinante che tagliano i profili dei monti e si perdono nei colori della sabbia. Sono uno sguardo immobile sul paesaggio ma anche un approfondimento meditato che si risolve in scatti lunghi dalle sonorità metafisiche.
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The Wall
Photographica FineArt Gallery, via Cantonale 9 – 6900 Lugano, Svizzera
Quando: dal 17 settembre al 27 novembre 2015
Orari: da martedì a venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 18. Il sabato la galleria è aperta su appuntamento.
Info: Tel +41 (0) 91 9239657 / Fax +41 (0) 91 9210807 ; mail@photographicafineart.com
www.photographicaphicafineart.com
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