Adriatic Coast To Coast

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Adriatic Coast to Coast è un progetto di lettura dei territori litoranei che si affacciano sul mare Adriatico. Il workshop commissionato a Max Pam, così come il precedente condotto da Guido Guidi e proseguito da Gerry Johansson s’inserisce nel contesto più ampio di un progetto europeo che coinvolge realtà territoriali straniere (Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Albania, Grecia) e alcune regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico (Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Puglia). Nello spirito di un naturale confronto tra luoghi il progetto mira a coinvolgere tutte le regioni italiane che delineano il profilo dell’Adriatico e a realizzare un archivio di immagini utile alla diffusione delle ricerche su ampia scala.

 

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Obiettivo del progetto è favorire la conoscenza e il confronto tra realtà della costa orientale e occidentale, due sistemi lineari lambiti dal mare Adriatico che manifestano, lungo il loro sviluppo, paesaggi contrastanti e identità plurali. Se analizzata unitamente al sistema politico in atto, ai parametri economici, al carattere degli insediamenti umani assunti nell’insieme delle loro specificità locali e alle radici culturali, la conformazione fisica del territorio di ogni singolo stato o regione ci spinge a indagare alcune categorie terminologiche, utili alla descrizione del paesaggio contemporaneo.

 

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Dal dopoguerra il governo e le amministrazioni italiane hanno incoraggiato la costruzione di un “paesaggio turistico” costiero con la conseguente realizzazione di località destinate alla vacanza e al tempo libero; un processo d’inarrestabile edificazione ha fatto seguito a queste scelte provocando un’evidente “cementificazione” del sistema litoraneo. Riflettere sulla qualità di tali paesaggi e sul destino di alcune aree soggette a possibili trasformazioni sembra, oggi più che mai, un’operazione necessaria. Gli elementi positivi e negativi connessi ai processi di sviluppo possono ancora rappresentare un termine di confronto per nuove aree, sia italiane sia straniere, attualmente incontaminate ma soggette a previsioni di trasformazione nell’immediato futuro.

 

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D’altra parte l’edificazione intensiva che ha contraddistinto l’esperienza italiana sembra oggi essere messa in discussione da molte cittadine turistiche costiere che, favorevoli ad un ripensamento della città balneare o ad una sua riqualificazione, si dimostrano pronte a riconsiderare gli squilibri strutturali a cui sono state sottoposte vaste aree del territorio costiero, vincolate unicamente al ritmo della stagionalità.

 

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Da queste criticità nasce l’esigenza di una mappatura, allo stato attuale, dei luoghi. L’indagine fotografica si configura allora come strumento per la documentazione dei territori che, nei differenti contesti geografici e culturali, necessitano di una immediata riqualificazione o di un’attenta e sensibile salvaguardia. Un mezzo attraverso il quale produrre immagini utili per comunicare il nostro presente così come per tracciare la nostra memoria collettiva.

 

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