A Gioele piace cambiarsi le scarpe. Gli piacciono l’acqua e i cavalli. E gli piace dare da mangiare alle sue foche di plastica. E’ un tipo di poche parole, lui. Ma sul suo quaderno scrive storie lunghe e intricate di misteriosi animali, leoni domestici, anaconde e ragni-lupo. Disegna anatre che cucinano e zebre a strisce colorate. Ma poi, spesso, accartoccia i disegni perché nessuno li veda.
Dentro, Gioele ha un mondo intero. Solo che nel suo mondo non si può entrare.
Gioele è autistico, che è un po’ come essere una casa senza porta: dall’interno non si può uscire, e da fuori non si sa come varcare la soglia.
Lui, però, sta alla finestra. Guarda, osserva. E da lì, scatta foto del mondo come lo vede: troppo vicino o troppo lontano, spesso in movimento veloce, a volte amico, a volte impossibile da decifrare.
A Gioele piace anche farsi guardare, ed è così che nasce questo progetto di Fabio Moscatelli. Un progetto che è scambio di visioni tra un fotografo che vuole provare ad avvicinarsi a un’interiorità difficile da comprendere e un ragazzino che vuole comunicare con un mondo esterno difficile da raggiungere.
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La fotografia diventa strumento di reciproca comprensione, un territorio visivo e visionario in cui incontrarsi, e proiettare all’esterno sensazioni e emozioni mute. Ma la fotografia è anche il filo conduttore di un racconto di formazione. Una formazione delicata e complessa: non solo quella di un bambino di 11 anni che lentamente si trasforma in uomo, ma anche quella di un essere umano speciale che cresce confrontandosi con un mondo da cui è percepito come diverso e alieno.
L’autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo che interessa la funzione cerebrale. A tutt’oggi, le sue cause sono solo parzialmente conosciute, e la sua origine è oggetto di molteplici e contraddittorie interpretazioni.
Normalmente i sintomi sono rilevabili entro il secondo/terzo anno di età e si manifestano con gravi alterazioni nelle aree della comunicazione verbale e non verbale, dell’interazione sociale e dell’immaginazione o repertorio di interessi. Le persone con autismo presentano spesso problemi comportamentali che nei casi più gravi possono esplicitarsi in atti ripetitivi, anomali, auto o etero-aggressivi.
Al di là delle visioni romantiche spesso associate all’autismo da cinema e letteratura, non sempre dietro l’insuperabile cortina dell’autismo c’è il “genio”, non sempre dietro i gesti stereotipati, i suoni ripetuti all’infinito, i rituali rinnovati ossessivamente si nasconde uno stupefacente e misterioso talento. Per molti ragazzi, anche solo mangiare a tavola con la famiglia, godere di una passeggiata, imparare a vestirsi è un grande traguardo. Per Gioele, esprimersi senza dire parolacce o rispondere a una semplice domanda è una conquista.
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Questo progetto, quindi, è il viaggio di un ragazzo alla ricerca della sua normalità e alla scoperta dei suoi piccoli talenti. È il diario di un cambiamento e di una ricerca: di un’identità, di un posto nel mondo, di un modo di comunicare, di una relazione con l’altro. Gioele vuole quello che tutti vogliamo. Soltanto che i suoi obiettivi sono più difficili da raggiungere. La fine della sua infanzia e l’inizio della sua adolescenza sono un passaggio ancora più delicato, che porta con sé conflitti ancora più aspri.
Dal rapporto col corpo che cambia alle difficoltà di socializzazione, dalla mancanza di strutture di aggregazione in una realtà periferica al dialogo spesso conflittuale con le istituzioni e con la famiglia, tutti i problemi di un normale adolescente sono amplificati e estremizzati per un ragazzo autistico.
Per queste ragioni, seguire la sua crescita attraverso la macchina fotografica diventa un cammino di comprensione e di analisi: del mistero della sua malattia e del mistero della nostra identità.
FABIO MOSCATELLI. Nato a Roma, vive nella sua città natale. Inizia a fotografare a 25 anni, come assistente di studio e cerimonia, per poi avvicinarsi alla fotografia di reportage sociale ed etnologico. Consegue il primo attestato in Reportage presso la Graffiti di Roma. Nel 2012 vince il secondo premio della borsa di studio intitolata a Rolando Fava e, sempre nello stesso anno, la Scuola Romana di Fotografia gli assegna, dopo aver presentato il progetto “Fronte del Porto“, una borsa di studio per un Master di Reportage. Nel 2013 è finalista del Leica Awarde vincitore del Concorso National Geographic nella categoria Ritratti. Nel 2014 partecipa alla realizzazione della campagna fotografica “Chiedilo a Loro” per la CEI. Sempre nel 2014 è vincitore del Moscow International Foto Awards’14 nella categoria Book : Documentry. Ha pubblicato su Lens Culture, Phom Magazine, Shoot Magazine e Private International Review Of Photography. E’ contributor di Echo Agency.