Per Francesca Buonacara il progetto “La prima volta in serie A femminile. La Bari è al femminile” non è certo stata una parentesi del suo lavoro.
“Avere tra le mani una macchina fotografica ti rende, in qualche modo, una persona speciale, una persona che può parlare agli altri attraverso l’immagine e portarli in posti sconosciuti e questa parte della fotografia mi ha sempre affascinato. Da sempre in me c’è stata la voglia di tirare fuori immagini da mondi sommersi e distanti dal mainstream. Nonostante la mia formazione ed esperienza non sia da fondata sulla fotografia di reportage ho voluto affrontare questo progetto con la sicurezza di poter riuscire a comunicare qualcosa“.
E la metodicità che Francesca ha utilizzato nello scattare queste ragazze è la stessa che mette in uno shooting da studio.
“Ho passato giorni sul campo di allenamento, molto spesso senza scattare ma semplicemente osservando e studiando i loro movimenti; il fatto che un allenamento segua dei rituali ben precisi mi ha aiutato molto, mi ha aiutato a non improvvisare ma a sapere dove essere nel momento giusto“.
Il bianco e nero è stata una scelta di postproduzione, “per dare una continuità tra i momenti di allenamento e le fasi di prepartita e partita e per staccare questo progetto dalla fotografia sportiva. In questo progetto c’è infatti uno sport, ma non solo”.
E la scelta di ritrarre la squadra femminile di Bari è avvenuta in modo naturale. “Sono una fotografa e sono fortunata perché posso raccontare storie attraverso immagini e la storia del calcio femminile non viene quasi mai raccontata. Non sono una calciatrice e addirittura sono poco appassionata di calcio in generale, ma è così strano quello che succede da sempre nel nostro paese quando lo sport nazional popolare è praticato da donne. E’ un sentimento che riscontro anche per strada tra grandi e bambini: una donna che mette di seguito cinque palleggi genera una reazione di insano stupore. Ecco, è da questo che parte il mio progetto, dalla voglia di smorzare quello stupore sul nascere, di mostrare la naturalezza di questo sport e di queste donne che lo praticano a livelli professionistici, anche se ancora ufficialmente definite dilettanti“.
L’obiettivo principale è sempre stato quello di mostrare queste ragazze nel frangente di vita che le vede calciatrici.
“Nessun gioco retorico tra come sono sul campo e come sono al di fuori del campo. Si parla di calcio ed il calcio è fatto di esercizi fisici, allentamento, tiri sulla traversa, urla dei mister, gol ricevuti, tiri parati, gambe che si intrecciano nella corsa con un pallone, teste basse ed esultanza. Io vi mostro le calciatrici che queste ragazze sono“.
Naturale l’avvio del progetto come del tutto casuale l’avvicinamento alla Pink.
“La mia ricerca di una squadra da fotografare è partita dal Nord, dove forte è la presenza di squadre femminili. Ma a maggio del 2014 ho scoperto che la Pink Bari era stata promossa in serie A: per la prima volta una squadra pugliese femminile avrebbe disputato la massima serie e per di più sarebbe stata l’unica squadra del sud. Ecco la storia straordinaria che cercavo, ecco che ho lasciato perdere il Nord e sono ritornata a casa, incontrando una fantastica realtà pugliese, lungimirante e professionale. Sono stata fortunata nel poter assistere alla loro preparazione per il campionato e alle loro partite in prima fila, direttamente sulla linea di campo, a condividere con loro l’esordio in serie A”.
Il risultato è stato quello di riuscire a realizzare un progetto davvero attuale da diversi punti di vista.
“Dal lato sportivo, nonostante il poco sostegno del sistema calcistico nazionale, le squadre femminili in questo periodo stanno crescendo, le ragazze migliorano le loro prestazioni, finiscono su FIFA2016 e addirittura succede che squadre italiane si impongono in Europa scrivendo la storia di uno sport che però difficilmente vi racconteranno. Ma l’attualità di questo progetto risiede anche nel parlare di una fetta di realtà che potremmo considerare specchio della nostra società, una donna che gioca a calcio, in Italia, è una donna che in qualche modo ha rotto uno di quegli schemi patriarcali e maschilisti che possono sembrare superati ma che la realtà ci conferma non essere così. Sarà attuale per un bel po’ questo progetto, almeno finché non si scardineranno le dinamiche che continuano a spingerci ad omologarci a un genere invece che esprimere noi stessi, che ci dividono nei colori, nei giochi e nello sport, fino ad allora questo progetto potrà comunicare qualcosa di importante, portare l’esempio di una storia vera, di un calcio sano e pulito, dove i riflettori non arrivano, dove non ci sono grandi compensi economici, dove la passione trasforma gli sforzi in un bel sogno”.
Il progetto è stato presentato per la prima volta, lo scorso febbraio, a Bari, per un evento itinerante sul calcio femminile sponsorizzato dalla TIM, che ha toccato quattro città italiane tra cui il capoluogo puglierse ed è stato in mostra ad Orvieto in occasione della convention FIOF2015. Di recente il progetto è stato esposto in una mostra collettiva a Le vie dell’Arte sono Infinite presso la Biblioteca G.Bovio di Trani, BT-Puglia.
Francesca Buonacara. Nata e cresciuta in Puglia, si trasferisce a Bologna dove frequenta l’Università e consegue la laurea in Scienze della comunicazione. Si avvicina alla fotografia durante gli anni universitari, e amplifica la sua passione trasferendosi a Londra, città dai mille colori, volti e mercatini, paradossalmente riscopre il sapore dell’Italia guardandola da lontano, sapore che la riporta in italia dove intraprende viaggi nella sua regione e in tutto il paese. Continua la sua ricerca fotografica con reportage di viaggi e shooting di eventi. Nel 2011-2012 frequenta lo Shoot Institute- Image Professional a Bologna, ampliando e perfezionando le tecniche di fotografia in studio. Specializzata in fotografia commerciale e still life. Nel Marzo 2013, per la prima volta, partecipa con il suo lavoro “Parkour. L’arte dello spostamento urbano” a Revolution 2013 organizzato dal FIOF, Fondo Internazionale Orvieto Fotografia, ottenendo una Menzione Speciale. Nel 2014 si aggiudica due Bronze nella categoria OPEN per i FIOF AWARDS 2014, per il lavoro Colors. Nell’agosto 2014 inizia il suo progetto La prima stagione in serie A… femminile, reportage sul calcio femminile realizzato seguendo la squadra pugliese PINK BARI. Il progetto è stato presentato durante l’evento #DONNEINGIOCO, esposto per la convetion FIOF 2015 ad Orvieto e in mostra durante la collettiva “Le vie dell’arte sono infinite” presso la Biblioteca G.Bovio di Trani. Vive e lavora a Bologna, ma mangia in Puglia e dorme a Londra.